Ravenna, Daniele Rossi (AdspRa) analizza la situazione dei relitti rimasti in pialassa

Romagna | 27 Novembre 2021 Economia
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Elena Nencini
Dopo un lungo iter burocratico è stato definitivamente rimosso anche l’ultimo troncone della Berkan B nella pialassa Piomboni, ma in quello che è stato definito dalle associazioni ambientaliste il «cimitero delle navi», restano ancora delle navi abbandonate, in una zona dove la parte tutelata e quella portuale si sfiorano. Il presidente dell’Autorità portuale di Ravenna Daniele Rossi ci spiega la situazione.
Quanti sono i relitti?
«Al momento tre navi grandi e due mezzi navali di piccole dimensioni».
Perché non sono ancora stati rimossi?
«Sono stati abbandonati molti anni fa ed è estremamente complicato riuscire a provvedere alla loro rimozione. Il problema è infatti che queste navi hanno dei proprietari ai quali prima si deve ingiungere di prendersi carico dello spostamento dei mezzi in questione e poi si deve notificare loro l’ordine di rimozione. Ma le società cui queste navi appartengono, oltre ad essere non sempre facili da individuare, hanno spesso sedi legali in lontani paradisi fiscali e anche quando le si riesce ad individuare è estremamente difficile avere da queste riscontri rispetto alle comunicazioni trasmesse. Purtroppo senza notifica al proprietario non è possibile smantellare quelle navi poiché ci si esporrebbe ad un possibile ricorso della proprietà con conseguente addebito dei costi all’Autorità Portuale che si troverebbe costretta a risarcire i legittimi proprietari dei mezzi. Questo è uno dei motivi per cui nei porti italiani ci sono oltre 700 relitti abbandonati.
In questo quadro, estremamente complicato, per fortuna dal 15 ottobre scorso, si è inserito un elemento che dovrebbe rendere più agevole l’iter burocratico necessario per rimuovere un relitto. E’ infatti entrata in vigore una norma, fortemente voluta dall’Associazione Nazionale dei Porti Italiani (Assoporti), grazie alla quale è possibile “semplificare” le modalità di notifica ai proprietari dell’ordine di rimozione delle loro navi. L’AdSP ha già trasmesso al Ministero la documentazione necessaria per poter, nel rispetto di questa nuova normativa, agire sui relitti abbandonati in porto ed accedere alle risorse economiche messe a disposizione per farlo.
Cosa prevede la nuova normativa?
«E’ previsto nella stessa legge un fondo speciale, riservato a coprire il 50% dei costi della rimozione, mentre il restante 50% resta a carico delle Autorità portuali. Al momento non disponiamo dei fondi per queste attività ma il finanziamento dello Stato è senza dubbio un bell’aiuto, tanto più che si parla di importi significativi».
Ci sono rischi di inquinamento?
«Le navi attualmente abbandonate nel porto di Ravenna non presentano al momento rischi di inquinamento perché sono state bonificate prima di essere messe nell’attuale posizione. E’ documentalmente provato, quindi, che non costituiscono pericolo per l’ambiente. Certamente teniamo, insieme alla Capitaneria di porto, costantemente monitorata la situazione e già abbiamo attivato la progettazione per poterle rimuovere, non appena saremo nella condizione di farlo legittimamente e disporremo delle risorse necessarie. Come dicevo si tratta di una operazione complessa, sia dal punto di vista tecnico che amministrativo, quindi sarà indispensabile contare sulla collaborazione della Capitaneria di Porto e di tutti gli Enti locali coinvolti, che colgo l’occasione ancora una volta per ringraziare per quanto fatto ai fini della rimozione della Berkan B».
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