Ravenna, CorpoGiochi si adatta al Covid e inventa la "giusta distanza"

«Mi sono sentita abbracciata da tutti, non mi sentivo così da tanto tempo». È solo uno dei commenti al progetto sperimentale «La giusta distanza» che l’associazione Cantieri Danza in collaborazione con CorpoGiochi Asd, tra settembre a novembre, è riuscita a proporre in provincia a quasi  500 alunni tra i 6 e i 13 anni – per un totale di 24 classi – all’interno del metodo educativo ormai storico «CorpoGiochi®». A breve i laboratori, nonostante le restrizioni legate al Covid, ripartiranno, anche perché le richieste sono moltissime: «Ne abbiamo 61 – spiega Monica Francia, cofondatrice di Cantieri e direttrice del Sistema CorpoGiochi – e vanno dalla scuola dell’infanzia alle medie. Tre richieste sono arrivate persino da Bologna. Siamo felici che in un momento come questo, che richiede il rispetto del distanziamento fisico, diverse scuole ci abbiamo comunque dato la possibilità di entrare, ovviamente con le precauzioni del caso, permettendoci di rimettere al centro il corpo e le relazioni». Per bypassare l’impossibilità di praticare le attività di gruppo, l’associazione Corpogiochi Asd ha ideato il progetto video «Body Attack-giochi domestici per congiunti elastici» che si rivolge alle famiglie, alle quali si chiede di recuperare la dimensione corporea dei rapporti interni: «Il primo video tutorial che abbiamo prodotto con la collaborazione del Comune di Ravenna e della Fondazione del Monte, dal titolo “Prova di fiducia”, è stato pensato per gli studenti che già avevano partecipato ai laboratori a scuola. Durante le vacanze di Natale le attività proposte nel video sono state date come compito ai bambini e ai ragazzi. Una parte di questa prevedeva che gli studenti intervistassero i loro familiari sulle impressioni e sensazioni sperimentate. Tutto quello che raccoglieremo in merito andrà a costituire un interessante report di quel che è accaduto nelle famiglie. Il corpo come strumento di comunicazione, fiducia e ascolto dell’altro ci interessa da sempre e in un momento nel quale lo schermo non poteva aiutarci a dare centralità alla corporeità, abbiamo pensato che entrare nelle famiglie potesse essere una bella occasione, anche se non nego che, sebbene la noia e le limitazioni a uscire, alcune famiglie abbiano comunque trovato una scusa per non intraprendere l’attività». Ciò non toglie che CorpoGiochi, con tutti i limiti del caso, sta per riprendere forma e vita: «Ci è voluto molto coraggio per immaginare di poter continuare a realizzare, in presenza, le attività proposte dal metodo originale di educazione al movimento, provando a capirne nuovamente il valore e la funzione, salvando gli obiettivi finali, senza interrompere lo sviluppo di un progetto la cui efficacia è comprovata da anni. Ho accettato comunque l’opportunità offerta dall’isolamento perché oggi più che mai, proprio nell’assenza, possiamo accorgerci dell’immenso valore delle relazioni».. (s.manz.)