Ravenna, condominio popolare infestato da insetti cadaverici

Romagna | 22 Agosto 2021 Cronaca
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Lo scorso 21 giugno, nel condominio popolare di via Fiume 32, un 55enne nordafricano è stato ritrovato morto nel proprio appartamento in una pozza di sangue. I parenti, allarmati perché non riuscivano a contattarlo, avevano deciso di entrare nell'alloggio passando da una finestra dell’edificio che dà sull'esterno, constatando come il corpo del 55enne fosse in stato avanzato di decomposizione. Pare che la morte fosse avvenuta 12 giorni prima. La magistratura, oltre a disporre l'autopsia, ha posto sotto sequestro l’appartamento. Il condominio, composto di 16 appartamenti, di cui 12 di proprietà del Comune di Ravenna in gestione ad ACER, è abitato da famiglie semplici, in buona parte persone anziane, anche sole e con fragilità notevoli. "Il problema- spiega il capogruppo di LpRa, Alvaro Ancisi- è che da allora l’appartamento dell'’uomo deceduto è ancora sotto sequestro, ma, essendone rimasta aperta la finestra, ne è uscita e ne esce, anche in base all’evoluzione dalle uova alle larve alle pupe, la fauna tipica cadaverica, insetti di varia specie, detti “lavoratori della morte”, che possono essere, nell’ordine di sviluppo, la mosca blu e il moscone blu della carne, la mosca domestica; le mosche sarcofaga, lucilia e cynomya, coleotteri e lepidotteri, ecc. Ovviamente non sono gli abitanti del condominio a poterne identificare le specie, ma loro diffusione negli alloggi e nelle parti comuni circostanti è certa, reale e vissuta dagli abitanti con profondo disagio e preoccupazione di infezioni, come è capitato ad una signora che ne è stata punta. Quella del piano di sopra se li è trovata sul letto. I rimedi adottati, non salutari specialmente in estate, tenere le finestre chiuse e nebulizzare le stanze con dosi massicce di flit, sono vissuti come una limitazione inaccettabile al diritto di vivere in sicurezza e serenità nella propria casa. La situazione è stata fatta presente in primis ad ACER, l’azienda che gestisce le case popolari del Comune di Ravenna, chiedendo una disinfestazione dell’appartamento dove è morto il 55enne, vietata finché resta sotto sequestro, ma possibile negli appartamenti e negli spazi comuni circostanti, con intervento da richiedere ad Azimut, società comunale che gestisce le disinfestazioni. Ci si è poi rivolti alla Procura della Repubblica, chiedendo di accelerare il dissequestro dell’appartamento in questione. Sta di fatto che, dopo tre mesi, nessuno ha fatto ancora niente. Di qui la richiesta pressante rivolta a Lista per Ravenna da una rappresentanza qualificata dei condòmini, tra cui una signora 88enne che vive sola, impedita a camminare per un’infezione ad una gamba, che certo non se ne augura delle altre. Appare fuor di dubbio che si tratti di una situazione, troppo a lungo trascurata dal servizio pubblico comunque lo si voglia distinguere, ascrivibile tra i casi “di emergenze sanitarie o di sanità pubblica a carattere esclusivamente locale”, che richiedono al sindaco di Ravenna, a norma del Testo Unico di legge sugli Enti Locali, di adottare le ordinanze contingibili e urgenti necessarie per porvi rimedio.
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