Ravenna, Ciarapica, albergatrice e pres. Confesercenti: "Pasqua era una vetrina per trasformare richieste in prenotazioni"
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Federica Ferruzzi - Come ormai è noto da settimane, Pasqua sarà in zona rossa, con conseguente chiusura delle attività turistiche. Albergatori, titolari di stabilimenti e ristoratori dovranno quindi attendere prima di poter ripartire, ma la situazione è ormai diventata per molti insopportabile. A chiarirlo è l’albergatrice e presidente provinciale di Confesercenti Monica Ciarapica, che precisa: «Siamo in una situazione angosciante e a dir poco paradossale. Non abbiamo più un’idea di quello che sta capitando e quanto durerà. Speriamo sia l’ultimo sacrificio, ma l’aspettativa che funzioni è bassa, soprattutto alla luce del fatto che stiamo andando a rilento con le vaccinazioni». Convinta che la chiusura sia un sacrificio ineludibile, l’albergatrice però precisa: «Siamo tutti in grande difficoltà, dopo un anno andare avanti diventa impossibile, non riusciamo più a sostenere i costi. Se non ci saranno azioni mirate per sostenernci, in molti non ce la faranno - afferma durante l’intervallo tra una riunione on-line e l’altra, dove la preoccupazione dei colleghi è palpabile -. Molte aziende non hanno avuto aiuti e non hanno più risorse. Siamo avviliti, arrabbiati e molto preoccupati». E c’è chi ha scelto di chiudere. «Le situazioni, ovviamente, sono diverse tra chi ha un’attività stagionale e chi annuale - precisa Ciarapica -. Questi ultimi, infatti, sono più in difficoltà, perchè da un anno lavorano ad un regime minimo con un tasso di occupazione bassissimo. Certo, l’estate scorsa è andata meglio delle aspettative, ma non è andata bene. Se a questo si aggiungono, per gli annuali, i mancati incassi a settembre e a Natale, il quadro è presto fatto. E ora c’è pure la chiusura pasquale. Per un’attività come la mia, così come per tante altre stagionali, se non si ha la certezza di rientrare con le spese non si può correre il rischio di aprire». La speranza, però, è quella di ripartire dal mese successivo alla Pasqua. «Noi speriamo di lavorare già da maggio, ma ad oggi elementi che avvalorino queste speranze non ce ne sono. Da sempre per gli albergatori Pasqua rappresenta una bella vetrina. E’ un momento importante anche per confermare e convertire le richieste in prenotazioni. Con la chiusura viene a mancare un flusso di cassa che era importante anche per investire sull’apertura delle strutture. Si cominciava a dare lavoro a tante figure che nel nostro ambito sono importanti, dal personale per le pulizie ai camerieri: ci sono talmente tanti aspetti oltre al mancato incasso che uno non si immagina. Per non parlare delle forniture, una filiera infinita ferma al palo. Staremo a vedere».