Ravenna, Capo (neo direttore Mirabilandia): «Il 30 giugno saranno 30 anni di attività, affluenza tornata a quella del 2019»

Federica Ferruzzi
Il prossimo 30 giugno ricadranno i 30 anni esatti dall’inizio dell’attività di Mirabilandia: era infatti il 1992 quanto il parco dei divertimenti più esteso d’Italia aprì per la prima volta i battenti vicino a Ravenna. A tracciare un bilancio dell’attività è il neo direttore Riccardo Capo. 
Direttore, come è cambiato, in generale, il divertimento in questi 30 anni?
«Nel mondo dei Parchi un anniversario come questo lo festeggiano in pochi: trent’anni fa venne dato un grande impulso al settore del tempo libero e dello svago, in particolar modo a livello europeo. Un segno di grande maturità da parte del mercato, che dopo il boom di quegli anni visse  di rendita grazie al successo di quegli investimenti. Per noi si tratta di un compleanno importante e, come azienda, siamo orgogliosi dell’indotto creato dal Parco. Trent’anni, in un uomo o una donna, corrispondono con l’essere adulti, e lo stesso è per noi». 
Lei è stato direttore generale del Parco tra il 2010 e il 2014, cosa ha lasciato e cosa ha trovato?
«Ho ritrovato persone con cui avevo lavorato, ma ho registrato anche un grande ricambio generazionale che ha creato un mix positivo. Ho trovato inoltre una nuova impostazione all’interno del Parco, che lo proietta tra le grandi realtà mondiali. Un Parco diventa maturo quando è suddiviso per aree tematiche, in quanto è in grado di permettere esperienze diverse. Si tratta di un sogno che avevamo e che, quando sono tornato, ho trovato realizzato. In questi 30 anni ci sono stati alcuni giri di boa e gli ultimi 15 coincidono con la storia dell’imprenditoria privata. Appartenere ad un grande gruppo significa poter contare su investimenti significativi e far parte di un network offre la possibilità di usufruire di best practice utili per migliorarsi».
Gli anni d’oro per i parchi sono stati sicuramente tra i ‘90 fino al  primo decennio 2000, poi, almeno qui in Romagna, è iniziato un cambiamento...come lo avete affrontato?
«Paradossalmente la grande crisi del 2007 ha corrisposto all’inizio di alcuni anni, fino al 2011, di massimo successo per i grandi Parchi. Questo significa che nel momento di difficoltà si rinuncia a tanto, ma non al concedersi una giornata di divertimento. Anche in maniera inaspettata i Parchi sono andati in controtendenza rispetto ad altri settori del tempo libero». 
Quali sono state le ultime novità introdotte nel Parco e ne sono previste a breve?
«Quando fui direttore al primo incarico investii su attrazioni di adrenalina pura, poi sono arrivate nuove aree, come quelle per i più piccoli, dedicate ai dinosauri, o come il parco acquatico, che oggi è il doppio rispetto a quello di dieci anni fa. Le piscine non sono in competizione col mare, ma ne sono una sorta di completamento. Mi piace dire che Mirabilandia è cuore e acciaio: l’acciaio dei rollercoaster e il cuore degli spettacoli e dell’intrattenimento che, in occasione dei trent’anni, sono stati rinnovati. Offriamo nuovissimo musical a teatro e uno stunt show di altissimo livello e possiamo inoltre contare sui personaggi di Nickelodeon che animano il parco».
Il Covid ha costretto ad interrompere l’attività, quali strascichi ha lasciato?
«Quest’anno abbiamo appena aperto con un nuovo decreto, molto semplificato, che prevede un controllo solo nelle aree al chiuso e devo dire che al primo week end abbiamo registrato un’affluenza pari a quella del pre pandemia. La scorsa estate abbiamo aperto a giugno e abbiamo notato che le persone avevano bisogno di socializzare. Non pensavamo di tornare nel breve periodo ai numeri del 2019, è stata una piacevole sorpresa». 
In passato lei è stato presidente della sezione Turismo di Confindustria Ravenna, qual era il panorama che ha trovato?
«La realtà romagnola e, nello specifico, quella della costa, ha avuto una capacità di reazione incredibile. Guardavo i report dell’osservatorio di Federalberghi e l’estate scorsa quest’area ha visto il ritorno di giovani adulti, coppie senza figli che rappresentano un segmento che viaggia molto. La crescita è stata stimata intorno al 20% ed è un risultato ottimo. La capacità di accoglienza romagnola ha fatto sì che si tornasse alla fidelizzazione del turista, segmento in cui c’è sempre stato ricambio, ma questa tendenza fa sperare in un rilancio della Riviera. Un ottimo segnale sia per noi che per la città d’arte. Fin da quando è nato, il Parco ha rappresentato un binomio di divertimento e cultura grazie a Ravenna». 
Qui, inoltre, Mirabilandia è diventata proprio una località...
«Sì, esatto. Ricordo, in occasione dei vent’anni, che l’allora sindaco Fabrizio Matteucci rimarcò questo aspetto e sottolineò il fatto che il Parco aveva rivitalizzato l’area e il territorio in cui era sorto. Un territorio che ringrazio per esserci sempre stato vicino».