Ravenna, Bucchi (Boutique Fantasque): "La fiducia del cliente salva dal Covid"

Federica Ferruzzi - Nonostante le difficoltà del momento, Linda Bucchi è contenta della scelta di avere aperto un nuovo punto vendita a metà novembre in pieno centro storico, dove ha già due attività molto ben avviate che continuano ad avere la meglio sulla crisi generalizzata. L’ultimo negozio de La boutique fantasque si aggiunge infatti a quello già presente in via Cavour e al primo nato in via De Gasperi. «L’ultima inaugurazione l’ho fatta nella speranza di un momento migliore - racconta Bucchi -, anche se poi siamo ripiombati nel “disastro”. Per ora sono discretamente contenta, facciamo di tutto per cercare di fare andare bene le cose nella speranza che la situazioni migliori». Nonostante la pandemia, che ha impedito, di fatto, gli acquisti in presenza, la clientela è rimasta affezionata a questa modalità e vi è ricorsa non appena è stato possibile. «I clienti hanno piacere di venire e di toccare con mano gli articoli: ci sono aziende che riescono a vendere bene nell’on-line, ma non è il nostro caso. Le nostre vendite promozionali sono iniziate a fine dicembre, il 28, e devo dire che stanno dando soddisfazione». E quando il Dpcm non lo permette, la distanza viene compensata dal rapporto di fiducia costruito negli anni. «Personalmente abbiamo diversi clienti dell’area di Russi, Lugo e Forlì che, non potendo venire di persona, acquistano sulla fiducia, e in quel caso ci attrezziamo per recapitare i capi a casa. Forse, nei quasi trentaquattro anni che faccio questo lavoro sono riuscita a creare una fiducia che ora, in tempo di pandemia, ci sta premiando. Le persone si fidano, forse percepiscono l’entusiasmo con cui mi butto in quello che c’è da fare». Un entusiasmo che non impedisce, però, di vedere come la situazione del centro sia cambiata in peggio. «Le difficoltà sono molte, a cominciare dalla carenza di parcheggi anche in una via come quella in cui ho aperto il primo negozio, via De Gasperi. Oltre a questo, il fatto di avere decentrato gran parte degli uffici comunali ha peggiorato la situazione». Un trasferimento dopo l’altro che ha toccato anche studi di commercialisti e avvocati. «Quando l’Ausl era in Largo Chartres c’era un movimento strepitoso, non c’era passeggio ma c’era passaggio, e bastava comunque questo per fare la differenza. I decentramenti, va da sè, fanno morire i centri delle città e da parte dell’Amministrazione servirebbe una maggiore attenzione nei confronti di noi commercianti». Un’attenzione che andrebbe riservata anche all’arredo urbano e ai servizi nell’ottica di una maggiore sicurezza, come spiega Bucchi. «Mi capita spesso di telefonare in Comune per l’illuminazione del portico di via De Gasperi, che viene curata da un’azienda di Modena. Devo chiamare perchè i lampioni sono spenti e a volte c’è quasi paura nel chiudere il negozio e andare a casa».