Ravenna, Biondi, vicedirettrice Caritas: «Aumento vertiginoso di richieste da parte di giovani»
![ravenna-biondi-vicedirettrice-caritas-aumento-vertiginoso-di-richieste-da-parte-di-giovani](/inc/scripts/crop.php?img=https://backoffice3.titanka.com/verticalizzazioni/4897/254/upload/1633512738_ss07fiorentini.jpg&w=420&h=248)
Federica Ferruzzi
Aumentano, in modo esponenziale, le richieste alla Caritas di Ravenna dove i volontari, nei tre giorni in cui lo sportello di ascolto è in funzione, incontrano sempre volti nuovi. A fornire un quadro di quello che sta accadendo è la vicedirettrice di Caritas, nonchè la coordinatrice del centro di ascolto Daniela Biondi. Stando ai dati raccolti, nei primi sei mesi le famiglie incontrate sono state 593. «Di queste – precisa Biondi – 237 sono contatti che potremmo definire nuovi: 89 famiglie non sono infatti mai state in Caritas prima d’ora, mentre 148 sono tornate dopo molto tempo». E la prima richiesta di aiuto riguarda il lavoro. «Sono famiglie che hanno perso l’occupazione principale o che hanno lavori a chiamata o comunque non sufficienti a garantire il reddito minimo». Come gli altri anni, la fascia d’età dei richiedenti continua a rimanere bassa. «Si va dai 25 ai 44 anni e la nazionalità principale è quella italiana, seguita da africana ed europea. Sono famiglie, in media, di quattro persone, il che significa che ci sono anche punte di sette componenti. Tutti sono residenti a Ravenna e quasi tutti sono seguiti dai Servizi Sociali». Rispetto all’anno scorso, Biondi precisa: «Il vero problema è che i primi sei mesi hanno dato una proiezione superiore a quella del 2020 e la lieve ripresa lavorativa a cui si è assistito non pare quindi essere stata sufficiente a garantire un reddito al di sopra della soglia di povertà». Ad essere invariato è invece il numero di volontari che aiutano a portare avanti il lavoro. «Sono le colonne portanti dell’attività e reggono tutto loro, dal magazzino alla distribuzione». Come avveniva gli altri anni, le richieste hanno riguardato anche il pagamento di farmaci e di visite mediche. «In molti casi riusciamo a far fronte alle visite specialistiche, come quelle odontoiatriche od oculistiche, grazie a Santa Teresa. A queste richieste si aggiungono quelle del pagamento di bollette e di farmaci, a cui, diversamente, non riuscirebbero a provvedere. C’è però da dire – osserva Biondi – che nei primi sei mesi del 2020 ci siamo limitati a distribuire il pacco alimentare, ed è ovvio che, riprendendo gli ascolti, le richieste siano aumentate. Certo, le domande c’erano comunque state, ma non in modo sistematico come è invece avvenuto quest’anno». Due i volontari dedicati all’ascolto per ognuna delle tre giornate di ricevimento. «Se nel 2017 e nel 2018 avevamo assistito ad un calo di richieste, dopo è stato un crescendo». E se al primo posto c’è la necessità di ricercare un lavoro, il secondo bisogno è indubbiamente quello della casa. «Anche qui, più della metà dei nuclei che si rivolgono a noi ha un problema di abitazione: o pagano un affitto troppo alto o hanno uno sfratto in essere, mentre solo un terzo è in affitto presso un ente pubblico». Minima la percentuale dei pensionati che, nonostante l’importo sia basso, possono comunque contare su un’entrata mensile. «La fascia d’età over 75 è rappresentata da soli 16 nuclei» conferma Biondi, che conclude: «l’unico aspetto positivo di tutti questi mesi è rappresentato dalla bontà dei nostri concittadini: sono infatti molte le donazioni che abbiamo ricevuto e tanti ci chiamano per chiedere come poter fare per donare soldi o alimenti. Una grande solidarietà che ci permette di far fronte alle spese».