Ravenna, Ausl cerca una nuova sede per le vaccinazioni che continuano anche il giorno di Pasqua
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Il 31 marzo è scaduto il contratto in essere tra Ausl Romagna e Pala De Andrè, luogo che inizialmente, anche in virtù delle sue caratteristiche, era stato scelto per la somministrazione dei vaccini. Ad oggi, però, non si è ancora riusciti ad individuare una sede operativa alternativa nonostante a fine febbraio l’Azienda avesse emesso un avviso per ricercare una nuova area vaccinale. In attesa di trovare uno spazio adatto, il contratto è stato prorogato e di sicuro, per tutto il mese di aprile, per vaccinarsi si continuerà ad andare al Pala De Andrè. «Di proposte – fanno sapere dall’Ausl – ne sono arrivate tre, ma nessuna corrisponde alle caratteristiche richieste. Al momento ci stiamo ancora guardando intorno». Un’alternativa, come ha ricordato anche il direttore generale Tiziano Carradori, potrebbe essere la costruzione di una struttura prefabbricata nell’area ospedaliera, ma al momento questa continua a rimanere una delle possibilità.
LA RISPOSTA DEL TERRITORIO
Alla richiesta, da parte del Governo, di mettere a disposizione le proprie aziende e aree produttive per poter aumentare il numero delle vaccinazioni hanno risposto in molti anche dal territorio romagnolo. Oltre a Mirabilandia e a Technogym, che si aggiungono a realtà come ad esempio Sapir, ci sono anche una ventina di cooperative della provincia di Forlì-Cesena, con circa 4500 soci e lavoratori coinvolti; una trentina sono invece quelle della provincia di Ravenna, con 3200 persone; cinque infine quelle diRimini con 800 persone.
VACCINI DENTRO L’UOVO
Nel frattempo il ritardo di una fornitura di AstraZeneca ha rimandato le somministrazioni notturne al Pala De Andrè, che però non si fermeranno nemmeno a Pasqua. «Siamo soddisfatti dell’impegno profuso da tutto il personale coinvolto nella organizzazione della campagna vaccinale - ha commentato il direttore generale Tiziano Carradori - ma i nostri 25 punti vaccinali della Romagna lavorano senza poter sfruttare tutte le potenzialità a causa del ritardo nella consegna dei vaccini. Il 30 sarebbero dovute arrivare consistenti dosi del vaccino di Astrazeneca che ci avrebbero consentito di effettuare l’apertura serale dei nostri centri per terminare la somministrazione delle prime dosi alle categorie appartenenti agli ordini professionali e alle Forze dell’ordine. Non solo: la consegna puntuale avrebbe consentito di rifornire gli ambulatori dei medici di medicina generale, con i quali avevamo condiviso di partire con l’organizzazione delle vaccinazioni ai caregiver e conviventi dei disabili gravi con le stesse modalità utilizzate per il personale scolastico. Ora il ritardo della consegna, che dovrebbe a questo punto essere rinviato a domenica 4 aprile, fa slittare di una settimana il calendario appena concordato». Per quella data, inoltre, verrà somministrata la seconda dose del vaccino a cittadini dializzati, trapiantati e nefropatici immunodepressi all’interno delle strutture ospedaliere.