Ravenna, Arto Lindsay re-interpreta in chiave sonora la «Lectura Dantis» di Carmelo Bene
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E’ certamente uno degli appuntamenti più attesi, visionari e probabilmente coraggiosi dell’intero cartellone del Ravenna Festival la «Lectura Dantis» che Arto Lindsay evocherà - dall’inarrivabile precedente felsineo di Carmelo Bene - mercoledì 23 giugno alle 21.30 alla Rocca Brancaleone.
«Dedico questa serata, da ferito a morte, non ai morti, ma ai feriti dell’orrenda strage». Un anno dopo la strage della stazione di Bologna, Carmelo Bene salì sulla torre degli Asinelli, ascendendo al cielo nel cuore di una città che si leccava le ferite, e di fronte al pubblico di un concerto rock rese immortali una volta di più le parole di Dante, scolpendole una volta di più nella Storia.
Per pensare di riproporre oggi una pagina così alta, dolorosa e probabilmente irripetibile dell’arte civile del nostro Paese occorreva il coraggio di Arto Lindsay, agitatore di culture e scompigliatore di linguaggi, icona del rock underground che a suo tempo superò il punk da sinistra, coniù una nuova lingua per la chitarra elettrica e creò felice confusione tra le suadenti maglie del samba brasiliano, come può testimoniare Caetano Veloso.
Arto Lindsay, quell’afosa notte bolognese del 31 luglio 1981, la passò proprio sotto la Torre degli Asinelli, immerso nel brusio della folla ma incantato dalla voce di Carmelo Bene. «Scelse Dante per interrogare e riaffermare le ragioni dell’umano di fronte all’orrore indicibile della bomba alla stazione - ricorda Lindsay -. Io non avevo familiarità con l’italiano ma fu il suono partorito da Carmelo Bene a impossessarsi di me. Sentivo, respiravo, afferravo qualche parola. Era musica».
La voce sarà l’inevitabile protagonista di quest’audace performance, al centro di un allestimento audio a spirale modellato come un girone dantesco. Avvolta dalla maestosità mediterranea del violoncello di Redi Hasa e «disturbata» quanto basta dal basso e dall’elettronica di un veterano del suono downtown come il fedele Melvin Gibbs, la voce di Arto Lindsay si fonderà con il Salento arcaico di Rachele Andrioli, cercando una pacificatoria abluzione nel canto carnatico di Roopa Mahadevan. E infondendo nuova elettricità a un pezzo della nostra Storia.