Ravenna, Anpi, i presidenti di sezione Giunta, Savini e Fuschini: «Ecco le priorità per il 2022»

E’ in attesa del nuovo direttivo Valentina Giunta, presidente uscente dell’Anpi di Bagnacavallo eletta nel 2014. «Con il congresso provinciale siamo in ritardo di un anno - spiega Giunta - l’ultimo è avvenuto nel 2016». Lungaggini dovute ad una pandemia che però non ha fermato gli iscritti, dal momento che i numeri, invece di diminuire, sono aumentati. «Parliamo di 275 iscritti, tra cui anche molti giovani – sottolinea Giunta -. Per il primo anno, inoltre, le donne hanno superato gli uomini e questo è un dato generalizzato. Le donne – la più giovane ha 18 anni – stanno tornando a prendere una tessera, e quando lo fanno si tratta di un atto concreto e non di qualcosa fatto per fare». Secondo Giunta, «fare attività in Anpi durante gli anni della pandemia è significato anche resistere: le iniziative si sono comunque fatte, anche se le difficoltà non sono state poche. La paura dei contagi non ci ha mai lasciato, ma nonostante questo la partecipazione è stata alta: tutti abbiamo avvertito il bisogno di non perderci, ma di stare insieme». Una necessità avvertita anche per dare una risposta al momento storico. «Per quanto riguarda le future scelte politiche a livello nazionale – prosegue Giunta – l’Anpi si sta impegnando non poco: l’attività è partita dal patto voluto da Carla Nespolo, “Mai più fascismi”,  e si  è allargata a quello per salvare l’Italia al fine di portare avanti valori comuni con identità diverse. Sono infatti tante le anime tenute insieme da Anpi e vanno dall’Arci alla Cgil, Cisl e Uil al Pd fino al Movimento cinque stelle». Ma quello che dà maggiori soddisfazioni alla presidente è l’attività svolta nelle scuole in accordo con il Miur. «E’ fondamentale stare all’interno degli istituti per portare avanti i valori antifascisti: si tratta di un lavoro non scontato che riguarda anche le medie e le elementari di Bagancavallo. Nel tempo abbiamo organizzato gite a casa Cervi per gli alunni delle medie e agli Spinaroni per i bambini delle elementari, inoltre siamo soliti esperti e proporre lavori sulla Costituzione. Questa è la parte che mi dà maggiore soddisfazione, e cioè seminare valori di Resistenza e Costituzione a partire dalle elementari». E l’attività è già proiettata all’individuazione di eventi per celebrare il prossimo 25 aprile. «E’ stato un onore ed un piacere poter festeggiare la liberazione di Bagnacavallo, lo scorso 21 dicembre, alla presenza del giornalista Paolo Berizzi, una persona che, al momento, di libertà ne ha ben poca. Ora stiamo pensando a cosa organizzare per aprile prossimo». Renzo Savini è l’attuale presidente della sezione Anpi di Alfonsine ed ex sindaco della città. Il suo è uno dei nomi che si sono fatti per la nuova presidenza. «Abbiamo chiuso il tesseramento del 2021 con 19 nuovi iscritti per un totale di 223 - spiega -. Abbiamo inoltre organizzato un congresso in cui abbiamo sancito un rinnovamento del direttivo e puntato sul ricambio generazionale. Abbiamo bisogno di raccogliere il testimone che è stato dei partigiani per passarlo alle nuove generazioni. Devo dire che la crisi della politica ci ha sempre colpito poco: l’aspetto valoriale della nostra associazione, i nostri principi, godono tutto sommato di una buona reputazione. Non siamo né un partito, né un sindacato, ma un’associazione che, attraverso lo studio della memoria storica, vuole tramandare i valori della Costituzione italiana». Guardando agli incarichi che dovrà assumere il nuovo presidente, Savini spiega: «innanzitutto dovrà garantire la massima unità dell’associazione: al nostro interno sono presenti sensibilità diverse accomunate dai principi dell’antifascismo e dai valori di pace, democrazia e libertà. Oltre a questo dovrà puntare sul mondo della scuola per divulgare la memoria storica, cosa che facciamo portando le scolaresche a visitare cippi e luoghi legati alla Resistenza».Alberto Fuschini, classe 1987, è presidente dell’Anpi di Faenza dal novembre 2021. Qui, a fine anno, gli iscritti erano circa 160. «Abbiamo già iniziato a lavorare - spiega - creando gruppi tematici sulla ricerca storica: pensiamo che, a livello locale, sulla Resistenza ci sia ancora molto da indagare. Abbiamo già in essere collaborazioni con l’Istituto storico della Resistenza e con vari studiosi per aprrofondire alcune figure, in particolare Silvio Corbari e Bruno Neri, che di recente sono state anche protagoniste di un podcast di Raiplay. Un’altra indagine sarà poi riservata ai cippi e alle targhe dedicati a persone morte all’epoca che però risultano dimenticate». Tra gli obiettivi futuri anche quello di realizzare pubblicazioni incentivando collaborazioni con associazioni e circoli locali per presentare libri legati al Ventennio. «Il prossimo 26 gennaio, in occasione della giornata della memoria, al circolo Arci Prometeo parleremo della risiera di San Saba, a Trieste, diventato un campo di sterminio. Per noi la ricerca storica è importante  - ribadisce Fuschini - così come lo è la comunicazione verso i giovani, che  queste tematiche non le hanno vissute e ne hanno sentito parlare poco. Io ho la fortuna di aver conosciuto mio nonno, che mi ha parlato della guerra, ma non per tutti è stato così. Per questo puntiamo sulla comunicazione inclusiva anche a mezzo social, attività che correrà di pari passo alle lezioni e ai laboratori nelle scuole, dalle medie alle superiori».