Ravenna, anche in città il centro post scolastico «Casa Italia-Cina» per minori cinesi dai 5 ai 17 anni

Da quest’anno è attiva anche a Ravenna, nell’ex seminario arcivescovile in piazza Duomo, la «Casa Italia-Cina», centro post-scolastico per minori cinesi dai 5 ai 17 anni, progetto della Cooperativa sociale Montetauro di Coriano nel riminese, espressione socio assistenziale del servizio di una comunità monastica dossettiana. Nel 2003 la Cooperativa ha attivato una Casa Italia-Cina a Bastia nella zona di Savignano sul Rubicone e nel 2011 un’altra nella chiesa di San Nicolò a Rimini. Scopo di questi centri è quello di aiutare un’etnia schiva e chiusa come quella cinese ad integrarsi. «Le Case sono aperte nel pomeriggio dei feriali durante il periodo scolastico e in luglio e agosto come centri estivi - ha spiegato fra Paolo Marasco, direttore operativo della Casa di Ravenna che ospita 35 bambini cinesi tra i 6 e i 14 anni (Rimini ne ospita una settantina ed una trentina Bastia)-. I nostri ospiti sono piccoli di seconda e terza generazione che arrivano nel nostro centro sia per il bisogno di rafforzare la lingua italiana che per apprendere la lingua cinese scritta e letta. E se per l’italiano abbiamo diverse maestre ancora in servizio o in pensione che fanno volontariato da noi, per il cinese possiamo contare su diverse studentesse universitarie madrelingua che condividono con noi il desiderio che i piccoli, anche se nati qui, imparino la loro lingua e non parlino solo italiano». Se questa è la prima attività di Casa Italia-Cina, la seconda è quella di aiuto nei compiti dopo scuola e in quelli per le vacanze durante l’estate. «Nei cre, ovviamente, abbiamo più tempo anche per attività ludico-creative ed artistiche: a Ravenna facciamo corsi di kung-fu in collaborazione con la scuola Niccolò Russo, allenamenti di calcio ed altri sport oltre a corsi di disegno e calligrafia cinese. In tutti i nostri centri accogliamo anche bimbi dell’asilo e ragazzi delle superiori: per i primi cerchiamo di venire incontro alle esigenze delle famiglie che lavorano e i secondi vogliamo aiutarli ad imparare l’italiano visto che molti arrivano da adolescenti nel nostro paese senza sapere una parola della nostra lingua e spesso si sentono esclusi. Questi ultimi sono quelli più impegnativi perché a volte presentano tematiche neutro psichiatriche pertanto collaboriamo con i pediatri di famiglia e i servizi territoriali di salute mentale. Ci piacerebbe lavorare in sinergia anche con le scuole, entrare in alcuni collegi docenti per poter trattare assieme agli insegnanti le tematiche psicopedagogiche specifiche dei cittadini cinesi. Oggi, invece, ci vengono segnalati solo bimbi con criticità didattiche: vorremmo poter far di più». Essendo, come già detto, la comunità cinese molto chiusa ed autoreferenziale, dar vita a tre centri solo per loro e non multirazziali è stata la scelta vincente della Cooperativa Montetauro.  «Non vogliamo assolutamente ghettizzarli- ha spiegato fra Paolo- ma abbiamo visto che non aderirebbero ad iniziative di un centro multiculturale, mentre in Casa Italia-Cina trovano sia italiani che connazionali e in questi anni abbiamo registrato un numero sempre maggiore di genitori che partecipano a feste e gite. Quest’anno speriamo di riuscire ad organizzare anche a Ravenna e non solo a Rimini e Bastia una bella festa per il capodanno cinese, tra gennaio e febbraio aperta, ovviamente, alla cittadinanza». (m.c.)