Ravenna, all’Alighieri la Trilogia d’Autunno di Muti, dedicata a Verdi e Bellini

Romagna | 15 Dicembre 2023 Cultura
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Federico Savini
Bastano tre cose: Verdi, Bellini e Muti. E magari anche l’orchestra e i cantanti, per raccontare cosa sarà la Trilogia d’Autunno del Ravenna Festival 2023, in scena al teatro Alighieri da sabato 16 a venerdì 22 dicembre. Il maestro quest’anno sarà assoluto protagonista dell’epilogo del Festival insieme all’orchestra Cherubini, impegna sabato 16 alle 20.30 nella Norma di Bellini (in replica martedì 19), opera celeberrima della Casta Diva alla quale Muti torna dopo un trentennio per riscoprirne «la levatura drammatica di tragedia greca», già approfondita dal maestro all’Accademia dell’Opera Italiana. «Bellini dichiarò che componeva declamando il testo, per rendere in musica le inflessioni della voce - ha spiegato Muti -. Lo stesso farà Verdi, il che dimostra come mai i recitativi della Norma si stacchino dalla tradizione. Norma è un bassorilievo antico, una “melodia infinita”, che fa presagire Wagner nell’abbandono ad un lirismo quasi lunare, presente in tutta l’opera, non solo in Casta diva. È lunare perché riflette la mediterraneità del nostro mondo».
La seconda opera della Trilogia è il Nabucco di Vverdi, nel quale «ci sono ancora elementi che nascono da Bellini - dice ancora Muti -: la differenza sta nel fermento rivoluzionario, nell’energia del tutto nuova che accompagna sempre il lirismo verdiano». Il Nabucco andrà in scena all’Alighieri domenica 17 alle 15.30 e in replica mercoledì 20 alle 20.30.
La Trilogia si chiuderà venerdì 22 dicembre con un gala che vedrà protagonisti raffinati interpreti del repertorio verdiano.

L’ALLESTIMENTO
I due titoli saranno rappresentati in forma semi-scenica, in equilibrio tra l’agire del palcoscenico e la dimensione del concerto. La «scenografia virtuale» è firmata dal giovane visual artist Svccy, dal visual programmer Davide Broccoli e dalla lighting designer Eva Bruno. Norma avrà per protagonista Monica Conesa, Pollione e Oroveso saranno Klodjan Kaçani e Vittorio De Campo. Nabucco vedrà Serban Vasile nei panni del sovrano babilonese, mentre Abigaille sarà affidata a Lidia Fridman e Zaccaria a Evgeny Stavinsky. Al gala verdiano prenderanno parte Ildar Abdrazakov, Elisa Balbo, Isabel De Paoli, Rosa Feola, Juliana Grigoryan, Vittoria Magnarello, Luca Micheletti, Piero Pretti e Riccardo Rados. Il coro sarà quello del Teatro Municipale di Piacenza, preparato da Corrado Casati.

I PRECEDENTI
Il Nabucco di Verdi è una delle opere-chiave della carriera di Riccardo Muti, che già negli anni giovanili del Maggio Musicale Fiorentino, a fine anni ’60, diresse l’opera con una storica regia di Luca Ronconi, che prevedeva nel quarto atto costumi riconducibili alle divise dei soldati italiani nel Risorgimento nella replica del Comunale di Firenze del 1977. Alla Scala Muti diresse il Nabucco con Renato Bruson e Ghena Dimitrova per l’inaugurazione della stagione 1986/1987, portando l’opera per la prima volta nella Deutsche Staatsoper di Berlino e più tardi, con Giorgio Zancanaro e sempre la Dimitrova, nel Nippon Heika Kaikan di Tokyo.
Il 12 marzo del 2011, al Teatro dell’Opera di Roma si tenne la prima di una serie di rappresentazioni del Nabucco inserite nel contesto del 150º dell’Unità d’Italia, occasione durante la quale, dopo il Va, pensiero, Riccardo Muti stigmatizzò in pubblico i tagli alla Cultura del quarto governo Berlusconi. Nel 2013 Muti diresse l’opera anche a Ravenna. In termini discografici, è praticamente un classico il Nabucco inciso da Muti nel ’78 con la londinese Philharmonia Orchestra su etichetta Emi.
Quanto alla Norma, Muti l’ha diretta meno spesso, ma comunque sempre in grandi occasioni, come il concerto del 1977 alla Wiener Staatsoper con Montserrat Caballé e Fiorenza Cossotto, senza contare l’incisione Emi del 1995 con l’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.
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