RAVENNA AL VOTO | Dalla Provincia Romagna alla transizione sostenibile, le richieste di Legacoop, Confcooperative e Confindustria ai candidati

Romagna | 11 Luglio 2021 Politica
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Continua il nostro approfondimento in vista delle elezioni amministrative per il rinnovo della giunta comunale di Ravenna che si terranno tra circa 100 giorni.
Questa settimana abbiamo interpellato i vertci di Legacoop, Confindsustria e Confcooperative per raccogliere le richieste del mondo economico da sottoporre ai candidati. 


MARIO MAZZOTTI,  presidente Legacoop Romagna

«La strada imboccata è quella giusta, 
ora pensiamo alla ‘Provincia Romagna’»

Ravenna è in buona salute. Sta superando con successo la fase di difficoltà indotta dalla pandemia e si trova in una buona posizione per poter beneficiare delle opportunità offerte dal Pnnr. Gli investimenti nel porto, il rilancio della chimica pulita, le azioni sul versante energetico, il nuovo assetto infrastrutturale rappresentano gli snodi strategici che possono portare Ravenna a diventare un importante punto di riferimento come polo d’innovazione e di green economy.
La strada intrapresa è quella giusta. Occorre però uno sforzo maggiore e unitario da parte del mondo dell’impresa e l’apporto di nuove idee, nuove imprese e nuove risorse dall’esterno.
Non abbiamo richieste particolari da fare. Semmai indichiamo alcuni snodi politici e strategici che vanno affrontati.
Il primo riguarda l’assetto istituzionale. Bisogna affrontare di petto la crisi delle province e costruire la provincia Romagna attraverso un accordo tra quelle attuali che parta con la gestione unitaria delle competenze attribuite.
Poi rafforzare il sistema sanitario pubblico, dalla specialistica alla sanità territoriale e i servizi alla persona, mettendo ancor più in valore il ruolo fondamentale della cooperazione sociale.
Un’azione per la semplificazione vera di molte procedure e regolamentazioni con un’attenzione maggiore nelle gare d’appalto, ovviamente nel rispetto delle regole, alle imprese locali. Infine mantenere alto il livello di confronto e partecipazione con le forze sociali economiche e sindacali nella definizione dei progetti e delle proposte del territorio.


TOMASO TAROZZI, delegaz. ravennate Confindustria Romagna

«Crescita, opportunità di lavoro,
sostenibilità ambientale e sociale»

Ravenna ora ha bisogno di concentrarsi sulle sfide che ha davanti, e che richiedono un grande impegno di tutte le istituzioni per elaborare e mettere in atto strategie e piani d’azione rispetto al passato: da un lato per interpretare le trasformazioni post Covid e creare nuove prospettive di crescita economica e opportunità di lavoro, dall’altro per avanzare nelle grandi sfide ambientali e della sostenibilità nello sviluppo futuro.
Saranno prove inedite e decisive per tutti noi, con orizzonti 2030 e 2050: occorrono le dovute modulazioni nella transizione di percorso, per assicurare anche la sostenibilità sociale, oltre che economica, delle evoluzioni necessarie.
Dovessi compilare un elenco delle priorità per i candidati, l’attenzione andrebbe su «lavoro e crescita», «infrastrutture» (porto e asset per la transizione energetica), «cultura e conoscenze».


MIRCO CORIACI, segretario generale di Confcooperative Romagna

«Sinergie d’area vasta e progetti d’ampio respiro

La Romagna e Ravenna hanno dimostrato un’ottima capacità di reazione alle difficoltà che stiamo vivendo e ritengo che il bilancio di un anno e mezzo di pandemia sia, nella sua drammaticità, positivo. Possiamo sentirci, a fronte dello scenario nazionale, dei privilegiati.
L’emergenza ha messo in seria crisi diversi settori, dalle imprese che lavorano in ambito culturale a quelle che operano nel settore sanitario. 
Per questo occorre, in primo luogo, affermare la propria presenza nella discussione sulla distribuzione delle risorse che arriveranno col Pnrr per innescare una forte risposta dopo tante difficoltà.
In secondo luogo, occorre coesione dal punto di vista politico. In questo momento, al di là del legittimo confronto, meglio mettere da parte quelle contrapposizioni a livello nazionale che finiscono col mettere in difficoltà i territori. Meglio accantonare le diatribe e privilegiare i progetti «costruttivi» di ampio respiro a quelli «competitivi». 
In terzo luogo, Ravenna in questi anni ha dimostrato tutta la propria autorevolezza nel panorama romagnolo. Ritengo che ora sia utile sviluppare ulteriormente il dialogo con altri territori e perimetri istituzionali per mettere in campo progetti condivisi e di ampio respiro che guardino oltre i singoli campanili. L’attuale sindaco ha dimostrato la capacità di fare da collettore per gli interessi di diversi enti e territori. Vorremmo che, dopo le amministrative, si continuasse in questa direzione. 
 
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