Ravenna, al via la rivoluzione di StadeRa, il primo minimercato autogestito

Romagna | 18 Settembre 2020 Cronaca
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Silvia Manzani
Sostenibilità e partecipazione. Dopo un anno e mezzo di gestazione, StadeRa ha aperto il suo minimercato cooperativo e autogestito dove trovare prodotti di qualità, spesso biologici e locali ma a prezzi accessibili. E ora è pronto per aprire le sue porte al pubblico. Si tratta del primo gradino verso l’apertura, nel 2022, del supermercato.
Sabato 19 settembre, in via Veneto 4 a Ravenna (orari 9-13 e 15-19), è prevista l’inaugurazione ufficiale del minimercato, che sarà anche l’occasione per prendere informazioni rispetto alla possibilità di diventare soci. Una scelta che non consente solo di poter accedere al punto vendita per fare la spesa ma che fa rima anche con impegno personale volontario: «Ogni socio – spiega Anna Zattoni, una delle fondatrici insieme ad Andrea Mignozzi ed Enrico De Sanso – è coinvolto in maniera attiva nella gestione del negozio, al quale dedica circa 2 ore e 45 minuti al mese del proprio tempo. È un modo per sentirsi partecipi e parte attiva del progetto, coinvolgendo direttamente le persone per dimostrare che è possibile ancora fare impresa assieme». Stadera si ispira a precedenti esperienze realizzate a Parigi, a New York e in particolare a Bruxelles, dove lo stesso De Sanso ha fondato Bees, anche in quel caso un supermercato-cooperativa: «A Ravenna – spiega Zattoni – non è stato facile individuare il locale giusto. Volevamo fosse facile da raggiungere, con possibilità di parcheggio, con la metratura giusta e ambienti sicuri. Ce l’abbiamo fatta, per fortuna. Nel frattempo, Covid permettendo, abbiamo cercato di sensibilizzare la popolazione raccontando e presentando in più occasioni i nostri obiettivi e raggiungendo circa 140 soci. Ciò che fa breccia nel cuore e nella testa delle persone è senza dubbio l’investimento sulla sostenibilità ambientale: vogliamo lottare contro lo spreco alimentare e il packaging, in particolare la plastica monouso, facendo azioni concrete, come il portarsi i contenitori e i sacchetti da casa. Ma piace molto anche l’aspetto comunitario: la nostra è una rivoluzione gentile che parte dal basso. C’è un solo dipendente, Andrea, per il resto siamo tutti volontari uniti in nome del bene comune. In un’epoca come la nostra, che fa rima con individualismo, dar vita a una creatura che è di tutti è qualcosa di straordinario«. Nel quotidiano, uno zoccolo duro di soci si occupa delle attività operative, dalla contabilità alla promozione,  mentre gli altri offrono una fetta del loro tempo dedicandosi alla gestione della cassa, all’accoglienza, alla pulizia del punto vendita: «Con il loro turnover, riusciamo a coprire tutte le ore di apertura del negozio«. In vendita ci sono già più di 300 prodotti alimentari e non, di cui almeno 60 disponibili sfusi: pasta, cereali, frutta secca, semi, legumi e una vasta scelta di detersivi, shampoo, saponi. «Abbiamo anche una buona offerta per quanto riguarda le birre artigianali e locali, la colazione, dai succhi al tè, passando per i biscotti – conclude Zattoni – anche se quel che è disponibile oggi non assomiglierà necessariamente a ciò che sarà sugli scaffali del supermercato: la gamma dei prodotti si evolverà in base a gusti, bisogni ed esigenze dei soci. All’ortofrutta biologica si aggiungeranno presto, per esempio, i latticini». Stadera, insomma, crescerà nel tempo: «Questo è solo l’inizio di un percorso. Il nostro supermercato, un giorno, sarà sicuramente più grande». 
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