Ravenna, al PalaCongressi il Soundscreen Festival con Ovo, Zamboni e film da tutto il mondo

Romagna | 26 Settembre 2020 Cultura
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Federico Savini
Si parte con L’Inferno e si chiude con Nosferatu, entrambi sonorizzati dal vivo da band dal suono discretamente perturbante. E’ la quinta edizione del SoundScreen Festival, la prima rassegna cinematografica post-pandemica che si organizza a Ravenna - tra le prime anche ad essere riconosciute quest’anno dal Mibact -, che non fa buon viso a cattivo gioco nel contesto dell’emergenza sanitaria, senza per questo rinunciare a proporre una rassegna di tutto rispetto, forse addirittura la migliore fin qui per il festival ideato da Albert Bucci e che si propone di «raccogliere» in una settimana di eventi la migliore produzione cinematografica «non allineata» nei confronti del connubio tra musica e grande schermo, senza lesinare in tributi e progetti originali, come le numerose sonorizzazioni dal vivo proposte al PalaCongressi di Ravenna durante il festival  dal 26 settembre al 3 ottobre.
Le proiezioni saranno gratuite, con posti ovviamente limitati dalle norme sul distanziamento, e la prenotazione obbligatoria al 351/6129421. Le sonorizzazioni, in particolare, verranno riprese dal vivo e riproposte in streaming sul sito del festival, www.soundscreen.org.
Ed è proprio dalle sonorizzazione live che è giusto partire per dar conto di una rassegna così peculiare, aperta proprio sabato 26 alle 20.30 dal pionieristico kolossal italiano L’Inferno, del 1911, che verrà musicato dal vivo dai ferali Ovo di Bruno Dorella e Stefania Pedretti, nell’omaggio del Festival a Dante Alighieri. Tra i cine-concerto segiranno il compositore Paolo Spaccamonti e il trombettista Ramon Moro sul capolavoro di Dreyer Vampyr del 1932 (lunedì 28 alle 20.30), i bolognesi Kyokyokyo sugli storici corti sperimentali di Maya Deren e Germaine Dulac (venerdì 2 ottobre alle 20.30), seguiti da Alessandro Baris dei C’Mon Tigre che sonorizzarà il post-apocalittico La Jetée di Chris Marker, per chiudere sabato 3 alle 22.30 (dopo le premiazioni finali del festival) con il quartetto alt-rock di Bologna Earthset che accompagnerà dal vivo il mitico Nosferatu di Murnau (sonorizzazioni in collaborazione con il Bronson e il Mei).
Naturalmente a tener banco per i nove giorni di proiezioni sarà principalmente il concorso internazionale per lungometraggi (affiancato nelle serate di lunedì 28 e giovedì 1 dai cortometraggi) che vedrà nove film in gara: il film ad episodi Chess Stories del cubano Emmanuel Martin Hernandez (martedì 29 alle 22), la black-comedy Dinner in America, prodotta da un inatteso Ben Stiller (venerdì 2 alle 22), , il pluripremiato documentario antirazzista White Riot dell’inglese Rubika Shah (sabato 3 alle 20.30), la commedia surreale My Thoughts Are Silent (mercoledì 30 alle 21.45), il film d’animazione francese The Swallows of Kabul, storia d’amore sotto il regime talebano (martedì 29 alle 20.30), il documentario sul rapper ed attivista Serge Bambara Time is On Our Side (mercoledì 30 alle 20.30), il debutto da regista del manager dei Placebo Dave Mclean Schermers, dedicato al mondo dei promoter musicali (sabato 26 alle 22) e due film italiani. Si tratta de La macchia mongolica di Piergiorgio Casotti, sul viaggio in Asia del 1996 di Massimo Zamboni (domenica 27 alle 17.30, con intervento in sala dello stesso Zamboni) e Gli anni che cantano di Filippo Vendemmiati, docufilm sulla storia del Canzoniere delle Lame (giovedì 1 alle 20.30, presente il regista). L’omaggio di quest’anno sarà inevitabilmente dedicato a Federico Fellini e Alberto Sordi, che il SoundScreen Festival tributerà domenica 27 alle 20.30 con la proiezioni dell’immarcescibile I Vitelloni.

Info www.soundscreen.org.
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