Ravenna, 4 incontri nei paesi colpiti dall’emergenza, il parere dei comitati cittadini e dell'amministrazione

Romagna | 23 Luglio 2023 Cronaca
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Elena Nencini
A partire dal 6 luglio sono stati quattro gli incontri nelle zone maggiormente colpite, che hanno visto il sindaco Michele de Pascale e tutte le istituzioni coinvolte (tecnici del Comune di Ravenna, dell’Agenzia regionale di Protezione civile dell’Emilia-Romagna e del Consorzio di bonifica della Romagna) incontrare i cittadini alla polisportiva di Fornace Zarattini lunedì 6, al centro sociale Le Rose di via Sant’Alberto 73 (per i residenti della zona di via Canalazzo) il 10 luglio; giovedì 13 al circolo Endas di via Villanova a Villanova di Ravenna e lunedì 17 a Roncalceci, nell’area davanti al circolo del Buongustaio. Gli incontri erano divisi in due parti: nella prima si è parlato di indennizzi e valutazione delle perizie, mentre nella seconda i tecnici hanno parlato dell’alluvione e dei perché, fornendo spiegazioni e rispondendo alle domande dei cittadini. 
Il prossimo appuntamento sarà lunedì 7 agosto alle ore 20.30 a Borgo Sisa alla presenza del sindaco di Ravenna Michele de Pascale, del sindaco di Forlì Gian Luca Zattini, di rappresentanti della Regione e dei Consigli territoriali di San Pietro in Vincoli e del Quartiere 5 di Forlì, dei tecnici del Comune di Ravenna e del Consorzio di bonifica della Romagna.

ASS. BARONCINI: «IMPORTANTE ASCOLTARE I CITTADINI» 
Gianandrea Baroncini, assessore con delega alla protezione civile, presente a tutti e quattro gli incontri, racconta: «Mi sembra che complessivamente siano andati bene in termini di partecipazione e di contenuti. Questo ci consente di portare avanti una discussione di comunità rispetto a un evento che ha toccato soltanto alcune zone. Era presente agli incontri anche il Consorzio di bonifica, ed è stato fondamentale l’ascolto dei cittadini. Si è trattato di occasioni utili per condividere le azioni che saranno necessarie per un ritorno alla normalità entro l’autunno, ma anche per interventi strutturali indispensabili per rispondere a questo tipo di eventi». Per l’assessore: «c’era una grande civiltà e dignità da parte dei cittadini, c’è stato qualche episodio di arrabbiatura, ma è normale in persone che hanno avuto dei danni ingenti, i tecnici hanno fatto il possibile per rispondere alle loro domande». 
Per quanto riguarda le decisioni da prendere per il futuro, Baroncini sottolinea: «come sia cominciato il lavoro rispetto alla struttura commissariale la settimana scorsa, con Figliuolo abbiamo fatto un primo giro di assemblea. Adesso vedremo le decisioni che saranno prese». 
Conclude l’assessore: «Ho avuto l’idea di una comunità che sta tenendo duro e che cerca di difendere alcuni aspetti fondamentali del territorio. L’alluvione è un evento che segnerà la storia del nostro territorio».

PASI (RONCALCECI), «MANCAVA IL RESPONSABILE DEL CER» 
E’ agguerrita Cinzia Pasi, presidente del Comitato cittadino di Roncalceci, che ha seguito tutti e 4 gli incontri con l’amministrazione: «L’alluvione non è un problema circoscritto ai diversi territori, è un concetto che abbiamo espresso fin dall’inizio, deve passare l’idea di una totalità del territorio, non ci devono essere visioni frazionate. Solo così si potranno mettere in atto i necessari interventi affinché quanto accaduto non si ripeta. Una gestione troppo territoriale ha portato ai problemi di questa alluvione e Roncalceci è l’esempio perfetto: l’acqua che è arrivata veniva dal Comune di Forlì. La seduta dell’altro giorno è stata gremitissima e conferma che i cittadini hanno capito che non si tratta più del Comune di Ravenna o di Forlì, ma che i territori non devono essere divisi». Pasi ha chiesto al sindaco Michele De Pascale che il presidente del consorzio del Canale Emiliano romagnolo fosse presente all’incontro di Roncalceci, o almeno un tecnico, in quanto: «in tutti i precedenti incontri itineranti  che si sono tenuti sul territorio comunale, il Cer manco era citato nelle planimetrie mostrate, quando, al contrario, il Cer taglia tutto il territorio interessato dagli allagamenti. La grande sorpresa dell’altra sera è che nessuno del Cer era presente». 
Secondo Pasi poi non si è fatto tesoro delle esperienze del passato: «Molti di noi si ricordano l’alluvione del 1996 frutto di una decina di giorni di pioggia copiosa, quando ci fu quasi un metro di acqua. Sono passati 27 anni e nessuno ha preso delle decisioni: su Roncalceci non è cambiato niente». 
Pasi inoltre sottolinea l’importanza  di: «tecnici del Consorzio di Bonifica e/o della Regione che conoscano il territorio e la rete scolante. La nostra sensazione è stata che invece fossero molto confusi».
Critica la presidente del Comitato cittadino anche sulla gestione dell’emergenza: «qui non è venuto nessuno durante l’alluvione, è stato allucinante. A Roncalceci ci siamo salvati da soli con una chat di paese dove abbiamo gestito le pompe. A portarci acqua e viveri, quando eravamo bloccati in casa, sono stati dei volontari venuti da fuori che non finiremo mai di ringraziare. Le idrovore sono state portate in ritardo, ci siamo dovuti arrangiare da subito con quelle messe a disposizione dai contadini, abbiamo chiesto aiuto, ma l’acqua saliva di mezzo metro l’ora e qui si stava a disquisire».
Conclude Pasi: «Ci sono stati troppi punti interrogativi. Abbiamo grandi perplessità su come si sono svolti gli eventi e su quello che si farà».

GOLFARI (VILLANOVA RA): «MOLTE INCERTEZZE, TROPPI RIMPALLI»
Fabio Golfari, presidente del Comitato cittadino di Villanova di Ravenna, racconta come è andato l’incontro con l’amministrazione: «la sala era gremita di persone, nonostante il caldo della serata: è andato tutto bene finché si è parlato di rimborsi e di moduli. Poi quando si è cominciato a parlare di come è andata l’alluvione gli animi si sono scaldati, in particolare chi si è allagato. È montato il nervosismo, ci sono state urla, ma poi è tutto rientrato e sono arrivate le domande. Al momento per le perizie non ci sono i moduli e per il risarcimento dei raccolti delle aziende non si sa ancora niente. Non vai avanti senza perizie per ottenere dei risarcimenti: a Villanova i 2/3 del paese sono andati sott’acqua, con situazioni che sono variate da 20 cm a 1 metro». Un incontro che però a Golfari ha lasciato: «molta tristezza perchè tutti si sono rimpallati le responsabilità: perché è la Regione che si deve occupare dei fiumi, il Consorzio di Bonifica si occupa solo dei canali dell’agricoltura e non dei fiumi. Per la situazione dell’agricoltura si sono scaldati in molti perchè hanno capito che, al momento, di indennizzi per le imprese agricole non si vede nulla, e si danno le colpe a nutrie, istrici, e ai Verdi». In questo momento continua Golfari: «Di acqua non c’è ne più, ma i danni sulle case devono essere ancora valutati, fino a settembre, ottobre i veri danni non si vedranno. Al momento soltanto un signore ha la casa inagibile e dorme nella roulotte, gli altri sono tutti per fortuna rientrati nella propria casa. Certo, durante l’emergenza l’amministrazione è stata sempre presente, avevamo un assessore che veniva  a controllare la situazione, non sono mancati né il cibo né l’acqua. Ci ha aiutato anche un presidio della Caritas».
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