Quella stima incondizionata per Mazzini: Aurelio Saffi, il forlivese del triumvirato

Romagna | 18 Marzo 2022 Fata Storia
quella-stima-incondizionata-per-mazzini-aurelio-saffi-il-forlivese-del-triumvirato
Veronica Quarti - Il 10 marzo scorso veniva celebrato il 150° anniversario della morte di Giuseppe Mazzini, celebre patriota italiano che spirò a Pisa, dopo aver passato gli ultimi anni a fuggire in esilio: che le sue idee politiche siano sopravvissute per radicarsi poi in quella che è la coscienza storico-politica nazionale, è naturalmente un dato di fatto. La stima per questa figura non è stata nutrita solamente dai posteri, dal momento che Giuseppe Mazzini fu, anche in vita, affiancato da personaggi che avevano studiato a lungo le sue teorie, mostrandosi poi fedeli alla causa del genovese. Tra questi individui non possiamo che citare Marco Aurelio Saffi, nato il 13 ottobre 1819 a Forlì. Saffi aveva studiato diritto presso l’Università di Ferrara, sebbene i primi passi nell’ambito politico li mosse proprio nella sua Forlì; all’epoca la città romagnola era amministrata da un legato pontificio, ed era dunque sotto il dominio dello Stato della Chiesa. Nonostante tali premesse, Saffi si inserì nella politica cittadina già tra il 1844 e il 1845, come consigliere comunale e segretario della Provincia. Fu proprio la sua passione politica a spingerlo ad avvicinarsi alle teorie mazziniane, che diventarono un leitmotiv per tutta la sua vita: nel 1849, dopo una serie di agitazioni e proteste, Papa Pio IX fu costretto a lasciare Roma, che cadde in mano ad un’Assemblea costituente, il cui indirizzo democratico era stato dato dallo stesso Mazzini. Saffi entrò a far parte dell’organo prima come deputato (nominato a Forlì), e poi come vicepresidente dell’assemblea stessa, che iniziò i suoi lavori il 5 febbraio 1849. Il decreto ufficiale sul quale si fondava la nuova Repubblica Romana venne poi pubblicato pochi giorni dopo, il 9 febbraio; l’esperimento politico che era nato a seguito della fuga del pontefice, era frutto di una serie di moti rivoluzionari che aveva animato il 1848. Nonostante la grande agitazione nazionale, molti di questi furono repressi violentemente: lo stesso esperimento repubblicano tanto desiderato da Mazzini e compagni era in grave pericolo, specie considerato l’intervento e la preoccupazione di alcune potenze straniere (la Francia di Napoleone III in primis). Per tale motivo fu chiara la necessità di rafforzare la Repubblica Romana, costituendo un triumvirato plenipotenziario, formato in primis da Aurelio Saffi, Carlo Armellini (deputato di Roma) e Giuseppe Mazzini stesso, che era stato eletto dai collegi di Ferrara e di Roma. L’obiettivo fondamentale era quello di mantenere le province dell’ex Stato della Chiesa unite: per tale motivo la presenza di romagnoli e romani era cruciale per l’esistenza stessa del triumvirato. Nonostante il tentativo, la Repubblica Romana ebbe ugualmente vita breve, dal momento che cadde nel luglio del 1849: per Saffi iniziò quindi un periodo di esilio, al quale poi era stato condannato lo stesso Giuseppe Mazzini. Il romagnolo prima soggiornò a Civezza, in Liguria, poi raggiunse il suo maestro in Svizzera, seguendolo poi a Londra. La fuga fu comunque temporanea perché, animato ancora dalla causa repubblicana, decise di ritornare in Italia nel 1852 per organizzare dei nuovi moti rivoluzionari che non ebbero però l’effetto sperato, anzi: Saffi venne condannato a vent’anni di carcere e per tale ragione, fu quasi obbligata la scelta di tornare in Inghilterra. Proprio in questa terra lontana conobbe Giorgina Janet Craufurd, scrittrice e convinta femminista, nonché sostenitrice del movimento mazziniano: i due si sposarono e dal loro matrimonio nacquero quattro figli maschi. Nel 1860 Saffi decise di riunirsi a Mazzini, che si trovava in quel momento a Napoli: l’anno successivo, all’alba del nuovo Regno d’Italia, fu nominato ancora una volta deputato al Parlamento anche se la sua attività politica subì nuovamente un arresto quattro anni dopo, quando scelse di ritornare a Londra. La vita nella località inglese però fu anch’essa di breve durata, dal momento che nel 1867 si trasferì nelle campagne forlivesi, in una villa a San Varano. Le tribolazioni di Aurelio Saffi non si conclusero con il rientro in terra romagnola perché nel 1874 venne arrestato a Rimini con l’accusa di aver fomentato un’insurrezione antimonarchica: si trattava di un’accusa che ben poco aveva a che fare con la sua linea di pensiero del periodo, ed infatti nel dicembre dello stesso anno venne rilasciato. A Forlì fondò nel 1876 il Circolo Giuseppe Mazzini, diventandone il primo presidente; l’anno successivo si trasferì a Bologna, dove intraprese la carriera di docente di Diritto pubblico presso l’università. Furono anni piuttosto intensi, specialmente considerato che il suo più caro amico, Giuseppe Mazzini, era morto nel 1872: dal momento della sua dipartita, Saffi decise di curarne la memoria storica, organizzando gli scritti mazziniani per la pubblicazione. Dopo una vita passata a lottare per la causa repubblicana, per la libertà di un’Italia ancora fortemente disgregata, Saffi morì all’età di settant’anni nella sua casa a Forlì, il 10 aprile 1890.
Compila questo modulo per scrivere un commento
Nome:
Commento:
Settesere Community
Abbonati on-line
al settimanale Setteserequi!

SCOPRI COME
Scarica la nostra App!
Scarica la nostra APP
Follow Us
Facebook
Instagram
Youtube
Appuntamenti
Buon Appetito
Progetto intimo
FuoriClasse
Centenari
Mappamondo
Lab 25
Fata Storia
Blog Settesere
Logo Settesere
Facebook  Twitter   Youtube
Redazione di Faenza

Via Severoli, 16 A
Tel. +39 0546/20535
E-mail: direttore@settesere.it
Privacy & Cookie Policy - Preferenze Cookie
Redazione di Ravenna

via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it

Pubblicità

Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna
Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it

Credits TITANKA! Spa
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90).
Contributi incassati

settesere it notizie-romagna-quella-stima-incondizionata-per-mazzini-aurelio-saffi-il-forlivese-del-triumvirato-n33215 005
Licenza contenuti Tutti i contenuti del sito sono disponibili in licenza Creative Commons Attribuzione