Processo Cagnoni, le parti civili chiedono risarcimento milionario
Marianna Carnoli- Più di quattro milioni di euro. Questo il risarcimento economico che le parti civili hanno chiesto per Matteo Cagnoni accusato dell'omicidio della moglie Giulia Ballestri. Nel pomeriggio del 14 giugno, conclusa la requisitoria del pm Cristina D'Aniello che ha chiesto alla corte la condanna all'ergastolo per omicidio pluriaggravato da crudeltà e premeditazione con isolamento diurno per un anno, hanno preso la parola gli avvocati delle parti civili. L'avvocato della famiglia Ballestri, Giovanni Scudellari ha chiesto un milione di euro per ognuno dei tre figli della coppia, 500 mila euro per ciascuno dei genitori di Giulia e 150 mila euro per il fratello della vittima, Guido. L'avvocato Baldrati che tutela il Comune di Ravenna ha,invece chiesto 13200 euro di danno patrimoniale e 33 mila euro di danno d'immagine; l'avvocato Magnani, per Linea Rosa ha chiesto 70 mila euro mentre l'avvocato Lama per Udi (unione italiana donne) 60 mila euro. Infine l'avvocato Monteleone, per l'associazione ravennate "dalla parte dei minori" ha chiesto 25 mila euro. "Qualcuno ha divorato la serenità, la spensieratezza e l'infanzia a tre bambini. Io non chiedo la condanna del loro padre, ma del mostro che ha ucciso la loro madre". Con queste parole l'avvocato Scudellari si è rivolto alla corte d'Assise presieduta dal giudice Corrado Schiaretti iniziando ad argomentare la sua richiesta. "Oggi parlo per Giulia, una persona che non conoscevo ed ho conosciuto attraverso la foto del suo volto sbriciolato contro il muro. Si è trattato di un omicidio brutale, contraddistinto da malvagità e crudeltà. Un omicidio voluto, pianificato e realizzato in uno spazio, la casa di via Genocchi, dove l'imputato si sentiva sicuro, protetto, dove forse pensava che la polizia non sarebbe arrivata. Ma è stato il padre di Giulia a suggerire alle forze dell'ordine di cercare lì la figlia. E infatti lei era lì, purtroppo morta. Mi bastano due cose per vedere in Cagnoni il colpevole: suo padre che, dopo averlo visto in carcere a pochi giorni dall'omicidio dice, intercettato al telefono, 'Matteo è tranquillo come se ...giustizia è fatta' e l'imputato che, lo scorso dicembre, in aula si rivolge alla suocera, alla madre di sua moglie chiamandola 'vacca'. Io non penso, come dicono alcuni psichiatri, che ad uccidere Giulia sia stato il 'sosia persecutore' che è uscito da Matteo Cagnoni e s'è avventato su Giulia sbriciolandole il volto. Penso che il delitto sia stato voluto perchè Giulia l'aveva 'disonorato', l'aveva fatto soffrire, dunque toccava a lei. Penso non sia stata tanto la relazione extraconiugale ad avere acceso la miccia quanto aver capito di aver perso sua moglie, una donna che ha anche voluto far passare per una poco di buono dicendo che il sangue trovato sui cuscini nella casa del delitto poteva essere il risultato di un rapporto sessuale consumato da Giulia con un secondo amante. La scelta dell'arma, poi, spiega molte cose: non ha usato la pistola che possedeva, un'arma immediatamente letale, ma un bastone per prolungarne la sofferenza. Ha agito con calma per punire chi aveva osato ribellarsi al ruolo di moglie e madre che aveva ricoperto per 10 anni.L'ha colpita sul ballatoio, l'ha inseguita al pian terreno, l'ha fatta denudare per umiliarla ed ha continuato a colpirla. L'ha trascinata nello scantinato e le ha sbattuto la faccia, quel bel viso che voleva annullare, più volte contro lo spigolo di un muro. Poi ha lasciato la madre dei suoi figli nuda ed agonizzante in terra, ha chiuso la porta e se n'è andato. Non un omicidio d'impeto, dunque, ma pianificato per punire chi, secondo lui, se lo meritava".