Primavera editoriale molto ricca per gli autori di casa nostra, tra conferme di pregio ed esordi stuzzicanti

Romagna | 26 Marzo 2023 Cultura
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Federico Savini
Dal romanzo storico alla storia romanzata, dal mix di pittura e poesia al saggio più o meno stricto sensu, dal thriller del Triveneto sporcato di vita (fin troppo) vissuta e soprannaturale al racconto «balneare» di formazione rigonfio di croccanti neologismi, innegabilmente «c’è vita» nell’editoria libresca di casa nostra. O per lo meno nella fervida fantasia degli autori, che in questi mesi sono (e sono stati) di una prolificità e di un’originalità insolite.
Chi si muove ormai da anni principalmente sul versante antropo-saggistico è il più affermato del lotto, Eraldo Baldini, che porta avanti le sue ricerche sulle radici culturali romagnole con un nuovo volume edito dal Ponte Vecchio e dedicato a Pirati e Corsari nel mare di Romagna. Scritto a otto mani insieme agli esperti Giancarlo Cerasoli, Oreste Delucca e Davide Gnola, questa incursione piratesca di Baldini ci porta a riscoprire il nostro litorale non già come placido luogo di vacanza ma come frontiera pericolosa e adusa alle scorrerie: dalle razzie di «uscocchi» e «barbareschi» ai sanguinosi corollari dello tra l’Impero Ottomano e gli stati mediterranei, c’è di che raccontare un storia del nostro mare veramente molto diversa da quella a cui il ben noto cartolinismo novecentesco ci ha abituato.
Diversamente da Baldini, chi è tornato ad affondare la penna nell’horror è il prolifico romanziere brisighellese Vincenzo Malvolti, alias Vincent W.Mallory, che col nuovissimo Halloween Baby propone una sua crudissima storia di Ognissanti nel Triveneto, a partire dalla scomparsa di una ragazza e poi da una scia di ritrovamenti che celano realtà sempre più spaventose ma rivelatorie dei lati meno «presentabili» e più violenti della provincia tricolore.
Un’altra giravolta stilistica la compiamo poi con Home (A2mani Books), vero e proprio intreccio fra pittura e poesia cesellato a quattro mani da Gabriella Di Bona e Rosarita Berardi, edito peraltro da Cesare Reggiani. «Casa» come luogo del vivere e nel quale fare ritorno per le due autrici, che personalizzano molto un tema enorme, dalle case familiari eppure irriconoscibili dipinte da Di Bona ai versi che, come incubi indefinibili, partorisce Berardi.
Il 24 marzo tornerà poi in libreria un autore faentino prezioso, che centellina le sue uscite: Fabio Mongardi, con Le carezze dei lampi (Morellini). Siamo in un paese immaginario della Bassa Romagna, dove la periferia non ha ancora preso le misure della modernità e l’apparente suicidio di un ragazzo innesca domande profonde e dolori inediti in una comunità costretta a confrontarsi con un presente che fatica a comprendere.
Esce nello stesso giorno L’Alsìr (Fernandel), romanzo «balneare» d’esordio del trentenne Iacopo Gardelli, giornalista e drammaturgo ravennate da promuovere con forza, che utilizzando una lingua meticcia racconta una Romagna familiare ma allo stesso tempo inedita. Sullo sfondo di uno stabilimento balneare nostrano, Gardelli racconta un’intera generazione alle prese con un processo di crescita che fa continuamenti i conti con uno spaesamento che è «storico» ancor prima che intimo, intrecciando le vicende di un gruppo di amici sullo sfondo di quella zona franca, tra ombrelloni contigui, che permette a due famiglie totalmente diverse di avvicinarsi, nel tempo sospeso di una vacanza.
Romanzo d’esordio anche la faentina Michela Soglia: Blu Berlino (Argento Vivo) traspone in forma letteraria gli studi sull’Olocausto dell’autrice, che riporta in queste pagine le vessazioni subite dalla nonna, ebrea, durante la seconda guerra mondiale, per costruire la consapevolezza della nipote, fondamentale per il futuro.
Di storia si occupa anche il veterano Agide Vandini, che con La spada tra le spine (L’Irôla) si tuffa nella Romagna carbonara, raccontando una storia di amore e passione rivoluzionaria, tra briganti, paludi e figure messe ai margini da una società violenta.
Il casolano Pier Ugo Acerbi ha invece pubblicato di recente Est, anche questo un romanzo storico che racconta i sogni sul «paradiso comunista» che animarono la Romagna negli anni del Dopoguerra e della Cortina di Ferro e lo sconfinamento «da un mondo all’altro» di un giovane di allora.
Racconta infine una storia localissima, senza farne un romanzo, il volume il volume Carlo delle cicogne, dedicato a Carlo Gulmanelli, il ‘papà delle cicogne faentine, che dagli anni ’60 ha portato questi trampolieri in città per volontà di Roberto Bucci.
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