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Il Sanremo di Guido Facchini è durato poco. Il direttore lughese, pianista e arrangiatore per Federico Braschi mercoledì 8 febbraio ha diretto ancora una volta – la sua terza, dopo le due con i Quintorigo – l’orchestra dell’Ariston per il cantautore di Santarcangelo, in gara tra le nuove proposte del Festival della Canzone italiana. E benché Braschi abbia fatto man bassa di consensi critici (collezionando persino una polemica virtuale con Matteo Salvini, che ha criticato il testo troppo «accogliente» nei confronti dei migranti della canzone del romagnolo), il suo Festival si è concluso precocemente, con l’eliminazione per direttissima mercoledì 8 nella stessa semifinale dei «giovani» che ha tarpato le ali sanremesi anche all’altra romagnola in gara, la cesenate Marianne Mirage.
Nessun romagnolo porta quindi a casa nulla dal Festival, e il vincitore Francesco Gabbani non ha legami con la nostra terra (ha solo «sfiorato» il Mei nel 2010 con la sua band Trikobalto, candidata per il migliore videoclip), ma fra i trionfatori di Sanremo ce n’è uno che la nostra provincia la conosce abbastanza bene.
Si tratta di Ermal Meta, terzo classificato e vincitore del premio della Critica, oltre che della serata delle cover (con Amara terra mia di Modugno). La primissima band di Meta, di origini albanesi e trasferitosi da adolescente a Bari, erano gli Ameba 4, premiati per il loro demo al Mei di Faenza e nel 2006 per la prima volta all’Ariston fra le nuove proposte. Ma è stata con la band successiva, i La Fame di Camilla, che Ermal Meta si è esibito più volte nella nostra provincia. Nel 2008 la band ricevette al Mei di Faenza il Demo Award della trasmissione di Rai Radio 1 Demo, firmando poco dopo per la Emi. Nel 2009 il gruppo vinse il premio «Rivelazione Indie Pop» dell’anno sempre al Mei, partecipando nuovamente a Sanremo tra i «Giovani» nel 2010. Nel giugno dello stesso anno tornarono a suonare a Faenza, in piazza Nenni per la finale di Faenza Rock mentre in settembre si esibirono a Marina Romea, al Boca Barranca. (f.sav.)
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