Porto di Ravenna, il presidente Rossi: "Scavi ai fondali nel 2019, casse di colmata senza espropri"

Romagna | 26 Maggio 2017 Economia
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di Manuel Poletti 
«Sono fiducioso sulla presentazione entro agosto del progetto degli scavi. Partiremo da meno 12,5 metri, è l’ipotesi più facilmente realizzabile, dopo aver sentito gli operatori. Sulle casse di colmata stiamo cercando una soluzione eco sostenibile, che non preveda espropri».
Daniele Rossi, presidente dell’Autorità portuale di Ravenna fa il bilancio dei primi sei mesi di lavoro e traccia i prossimi obiettivi strategici, a partire dall’approfondimento dei fondali, che ci saranno se tutto andrà bene non prima del 2020.
Presidente Rossi, che bilancio può fare dei suoi primi sei mesi d’attività all’Ap di Ravenna? Quali sono le criticità maggiori?
«E’ un incarico sicuramente impegnativo, anche di più rispetto alla percezione che si ha dall’esterno. Ringrazio tutta l’organizzazione della struttura per l’impegno che sta mettendo in questo periodo. Le difficoltà maggiori sono legate a tante scadenze su progetti importanti e su attività istituzionali, come l’approvazione del bilancio e la presentazione del piano triennale, avvenute in tempi molto stretti. Abbiamo affrontato numerose attività manutentive che richiedevano interventi immediati. Abbiamo affrontato difficoltà organizzative che stiamo via via risolvendo, un lavoro importante in tempi molto risicati, tenute presenti anche le novità subentrate con la riforma delle Autorità portuali. Speriamo di recuperare nei prossimi anni una normalità operativa che ci permetta di lavorare con minore affanno».
A che punto è il progetto rivisto degli scavi ai fondali? Verrà rispettata la scadenza entro l’estate per la presentazione? I 60 milioni del Cipe sono legati a questa data…
«La scadenza per presentare il progetto dell’Hub portuale di Ravenna 2017 entro l’estate è ben presente in noi ed è l’attività principale a cui ci stiamo dedicando. Tutta la struttura è concentrata su questo obiettivo, abbiamo però bisogno del supporto di tutti gli enti amministrativi, servono infatti ancora molti pareri tecnici. Questa è una fase delicata, non c’è dubbio, ma c’è uno spirito di collaborazione da parte di tutti gli attori politici e tecnici in campo, sono ottimista rispetto ai tempi di presentazione».
Come cambia il progetto di scavi rispetto al precedente «progettone»?
«Il progetto non cambia nei suoi obiettivi finali, ma viene articolato con fasi esecutive diverse. Vogliamo realizzare scavi a -12,5 metri che possono partire all’inizio del 2019. E’ il dato più ragionevole a cui possiamo arrivare in tempi ‘brevi’, dopo il confronto avvenuto in questi mesi con gli operatori del porto. Certamente per soddisfare i progetti di lungo termine, soprattutto per poter accogliere navi più grandi che sono il futuro di questo mercato, avremo bisogno di maggiori fondali, ma riteniamo realisticamente fattibile il perseguimento dell’obiettivo di raggiungere i -14,5 metri negli anni immediatamente successivi, grazie anche al contributo che darà l’impianto di trattamento dei materiali di risulta dagli escavi, per la realizzazione del quale abbiamo già iniziato a lavorare». 
 Il problema delle casse di colmata è stato risolto o no? Ci saranno ancora espropri?
«Stiamo lavorando per risolvere il problema sia nell’immediato che nel lungo periodo. Le casse di colmata sono fortemente connesse con gli scavi ai fondali, questo è fuori di dubbio. Tutto questo fa parte del progetto ‘Hub portuale di Ravenna 2017’, che prevede non solo gli scavi, ma anche la realizzazione di nuove piattaforme logistiche. Dovremo trovare soluzioni ecocompatibili, senza arrivare a fare alcun esproprio. Sono sicuro che troveremo una strada ragionevole, non traumatica, in relazione alla scelta dei terreni da utilizzare».
I tempi sono già certi? Anche questo progetto vedrà la soluzione entro l’estate 2017?
«La realizzazione delle nuove piattaforme logistiche dipernde dagli investitori privati. A noi non interessa acquisire delle aree, ma abbiamo bisogno di individuare aree che siano funzionali al progetto. Certamente favoriremo i progetti portati avanti dai privati. Noi dobbiamo ‘solo’ realizzare delle attività che siano funzionali allo sviluppo del Porto».
Dopo un 2016 leggermente positivo, che previsioni potete fare sui dati del traffico merci per il 2017?
«Il 2016 è andato bene, con crescita moderata (+5%) e 26 milioni di tonnellate di merci movimentate. I primi mesi del 2017 non sono stati così positivi, ma è un dato congiunturale, ritengo che i mercati della logistica si stiano muovendo e quindi dovremmo recuperare i volumi persi in questi mesi. Auspico che il 2017 possa chiudere con un altro leggero segno più».
Il potenziale inespresso del porto di Ravenna è grande. Gli scavi non sono davvero più rinviabili…
«Il potenziale è enorme, anche perché il porto è inserito strategicamente su quelle che sono le connessioni logistiche più importanti, le direttrici verso Brennero e Gottardo sono le vie principali. Inoltre a Ravenna abbiamo una disponibilità di aree retro portuali molto rilevante, questo è un grande vantaggio rispetto a molti altri scali italiani».
Qualche passo avanti è stato fatto anche sulla mobilità, sia su gomma che su rotaia o sbaglio?
«Regione e Comune si stanno muovendo bene sul sistema viario attorno al porto e non solo. Considerati gli oltre 7000 treni che sono transitati nell’area portuale di Ravenna nel 2016 l’attenzione a questa modalità di trasporto è particolarmente alta. Con Rfi e Comune stiamo cercando soluzioni tecniche per rendere più agevole la circolazione dei treni all’interno dell’area portuale e per velocizzare i tempi di percorrenza.  Il numero di treni attuale è un dato che vogliamo incrementare, tenuto conto anche della forte attenzione ambientale che c’è sempre più sui trasporti».
Forum sulla Sicurezza nei Porti, promosso dall’Associazione Nazionale degli Ormeggiatori e assemblea di Federagenti, nel fine settimana il Porto di Ravenna vivrà eventi nazionali. Un buon segno?
«Ravenna ritorna meritatamente al centro della portualità nazionale. Il forum della sicurezza nei porti promosso dagli ormeggiatori e l’assemblea di Federagenti porteranno centinaia di persone a Ravenna a dimostrazione di quanto il porto sia considerato motore dell’economia territoriale, che assume rilevanza anche nazionale».
 
 
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