Podismo, la 100 km del 24enne Giacomo Ambrosini: «Conta saper sopportare dolore e fatica»

Romagna | 03 Giugno 2022 Lab 25
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Tomaso Palli - «I cittadini sani di mente non fanno certe pazzie». Lo scrittore-maratoneta Murakami aveva forse ragione quando, ne «L’arte di saper correre», faceva riferimento proprio alle ultramaratone di cento chilometri, nel suo caso quella al lago Saroma, Giappone. È però difficile pensare che il faentino Giacomo Ambrosini si sia imbattuto in questa lettura. Non perché siano noti i suoi gusti letterari, ma solamente per il fatto che lui, sabato 21 marzo, abbia chiuso la sua seconda 100 km, quella a noi più nota del Passatore, da Firenze a Faenza. Lo ha fatto con un risultato eccellente per un ragazzo di 24 anni: 14° posto assoluto e 2° faentino al traguardo in appena 8 ore, 30 minuti e 42 secondi.
Giacomo, come si sente il 14° assoluto della 100 km del Passatore?
«Sono molto contento, ma non mi aspettavo la posizione. Gli anni scorsi, col mio tempo, sarei stato più indietro. Ma la giornata, per il caldo, è stata molto dura per tutti».
E 2° faentino?
«Ma in realtà non lo sono. Ho raggiunto quella posizione perché due pilastri del podismo a Faenza, Luigi Pecora e Martino Marzari, sono stati costretti al ritiro. Gioisco per la mia posizione ma sono molto dispiaciuto per loro».
Come sei arrivato al Passatore?
«Nonostante un piccolo infortunio prima della 50 km di Romagna (25 aprile, ndr), la preparazione è stata molto buona. E forse proprio quel periodo di pausa di circa tre settimane mi ha aiutato ad arrivare alla “100” molto riposato. L’obiettivo, parlando col mio allenatore (Luigi Pecora, ndr), erano le 8 ore. Ma il tempo fatto è quanto valevo in quel giorno e in quelle condizioni climatiche».
E gli allenamenti?
«Ho iniziato a preparare la gara da relativamente poco tempo. A fine febbraio, dopo essermi allenato da solo per un anno e mezzo, ho scelto Luigi Pecora come allenatore. Abbiamo fatto tre mesi di preparazione specifica con una media di 140/150 chilometri a settimana e vari tipi di allenamento: fondo lento, corse più lunghe, ripetute…».
Cosa ti ha dato più soddisfazione?
«La gestione della gara. Sono partito ripetendomi di andare piano per non farmi prendere dalla foga. E lo stesso faceva mia sorella accanto a me (in bicicletta, ndr). Avevo fatto un programma conservativo visti i ritiri dello scorso anno a Imola e nella 50 km di Recanati a febbraio. Dovevo usare la testa e ci sono riuscito».
Bilancio migliore del suo Passatore 2019?
«La gara è stata molto bella soprattutto se messa in relazione a quella quando da Vetta le Croci (km 16.5, ndr) fu un’agonia. Quest’anno mi sono davvero divertito: chiacchieravo con mia sorella e mio fratello, avevo energia e molto carica. Una piccola crisi è arrivata a Marradi (km 65, ndr) ma fortunatamente sono riuscito a superarla».
E lungo il percorso hai acquisito sempre più seguito?
«Sì, soprattutto da Marradi. Ed è arrivato nel momento giusto per non pensare alla sofferenza. Il tifo mi ha aiutato moltissimo perché forse, con le sensazioni che avevo, mi sarei ritirato. Poi, da Errano, è stato un crescendo e a Faenza ho incontrato tantissime persone che conosco e che mi incitavano. Da lì non ho più capito nulla (sorride, ndr)».
Testa o gambe. Cosa conta di più?
«La testa: saper sopportare dolore e fatica. E io credo di mancare abbastanza. È vero, sono andato molto bene e ho fatto un ottimo tempo ma resta un po’ di amaro in bocca ripensando a quanto accaduto a Marradi: avrei potuto stringere i denti e tenere un ritmo più alto. Io, appena vado in crisi, mi abbatto e penso al ritiro. E forse è una questione di età, non la migliore per questo tipo di gare».
Hai già in mente il prossimo Passatore?
«Ci abbiamo pensato. In teoria, nei prossimi 4/5 anni dovrei concentrarmi su mezza maratona e maratona ricercando tempi migliori. Così, crescendo, potrei diventare più competitivo anche nella 100 km. Questo sarebbe lo scenario più sensato. Ed è ciò che avevo in mente prima di questo Passatore».
Ma?
«Beh, visto tempo e posizionamento… non lo so, diciamo così. Sarà dura quando apriranno le iscrizioni, il 1° ottobre a mezzanotte, non compilare quel modulo. Ma ho tutta l’estate per pensarci».
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