Pieve Cesato, la scuola parentale: "I vincoli spaventano"
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«Da un certo punto di vista siamo piuttosto frustrati. Da noi si insegna ai bambini ad affrontare il rischio, quando invece la società, in questo momento, sta diffondendo un messaggio di tutela assoluta». Valerio Donati è il coordinatore pedagogico del progetto educativo di Pieve Cesato «La soffitta di Bastiano», che accoglie quaranta bambini dai 3 ai 14 anni: «La nostra filosofia non è in linea con la didattica a distanza, in cui non crediamo affatto. Fin dalla chiusura di febbraio, abbiamo cercato di mantenere un contatto con i nostri bambini attraverso le famiglie, spingendole ad investire nella relazione, nel gioco, anche nella didattica, magari recuperando rapporti che nella fretta della quotidianità possono a volte logorarsi». Il periodo di sospensione, al tempo stesso, ha significato non poter andare a gestire la manutenzione degli spazi, almeno fino a fine aprile, e non poter pagare alcuni dei collaboratori: «Per una questione di equità, visto che alcune famiglie pagano la quota annuale a settembre e altre chiedono una rateizzazione, abbiamo scelto di non sospendere le rette, anche se stiamo pensando a delle forme di rimborso, una volta che le attività riprenderanno». Ma è proprio sui tempi che il punto interrogativo è più forte: «Noi siamo soliti lavorare anche d’estate, aprendo anche agli esterni. Siamo anche consapevoli che le famiglie, in questi mesi, hanno consumato ferie e congedi e avranno moltissimo bisogno di affidarsi ai servizi. Ma per ora non ci sono indicazioni tangibili, solo ipotesi che suonano un po’ da slogan. I nostri bambini passano la maggior parte all’aperto, imparando dall’esplorazione e dall’esperienza, giocando liberi e entrando a contatto con gli animali: in questo senso potrebbe essere più facile attenersi a certe regole. Ma è chiaro che quando si sente parlare di mascherine, sanificazione e distanze, la paura non manca. Ci occupiamo di educazione, pensarla con quei vincoli spaventa. Per ora, restiamo in attesa di una regolamentazione più chiara». (s.manz.)