Per la festa mondiale del gin ecco le referenze romagnole che parlano di sorsi di qualità

Romagna | 07 Giugno 2024 Le vie del gusto
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Riccardo Isola - Buon «Word day Gin» Romagna a tutti! L’8 giugno, da ormai quindici anni, in tutto il mondo si festeggia la giornata dedicate a uno dei distillati più conosciuti, apprezzati e versati nel mondo della mixology: il Gin. Uno spirit figlio della distillazione di cereali che trova nelle piccole e balsamiche perle nere del sottobosco mediterraneo, il ginepro, la sua anima ed essenza primaria. Da qui poi la fantasia del produttore, grazie all’utilizzo di botaniche, siano fuori, frutti o erbe aromatiche e spezie, ha praticamente campo aperto, anzi infinito. Versatilità è la sua caratteristica principale. Balsamico, secco, mediterraneo se bevuto liscio, con l’aggiunta di un po’ di ghiaccio, diventa tocco di classe e timbrica netta per alcuni dei principali e più apprezzati drink e cocktail della storia dell’arte del mix dietro il bancone. Provate per esempio un Martini cocktail, un Aviator, un Negroni o un White Lady, e se il bartender è uno tosto, l’emozione gustativa è assicurata! Il gin, secondo recenti studi, in l’Italia segue un trend di crescita annuale che nei prossimi anni arriva fino a un +8,7%. Parliamo di realtà produttive con un fatturato di circa 80 milioni di dollari (anno 2023) per un volume di quasi 4 milioni di litri consumati. Vediamo allora a che punto è la produzione in Romagna di questo importante prodotto che sa far parlare il territorio, in sorso, dal quale proviene.

SAPORE DI SALE… CERVESE
Dalle saline di Cervia, dove «cresce» l’oro bianco dell’Adriatico da anni, forse tra i precursori della produzione di gin in Romagna c’ il «Gin Primo». Prodotto figlio di un sapiente e calibrato mix di acqua, alcol di cereali, distillati da piante aromatiche e un pizzico di sale. Non ha coloranti né conservanti, è ottenuto al 100% dall’infusione e distillazione in alcol di primissima qualità di piante fresche lavorate e trasformate entro 24 ore dalla raccolta. La bocca trattiene con piacere il gusto deciso e balsamico, grazie non solo al ginepro ma anche dalla Santolina, accompagnato sia in entrata che in chiusura da quell’inconfondibile nota sapida, data dai cristalli puri di salgemma, che persiste amabilmente nella miscelazione e nella degustazione in purezza.

GIN TOSCO-ROMAGNOLO
Saliamo in Appennino, per la precisione sul Monte Falterona. Qui, per volontà di cinque amici, nasce «Gin Falterona1654». Da un incontro fortuito, scaturito dalla passione per la montagna, con la succosa e rara bacca del ginepro selvatico d’Appenino prende corpo un’idea. Precisamente quella di conferire la meritata fama e nobiltà alla piccola bacca Tosco-Romagnola. La cornice dal quale distillare questa essenza è il cuore del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, precisamente a Campigna. Il Gin Falterona1654 è creato utilizzando nove botaniche differenti, tra cui sorbo dell’uccellatore, fiori di sambuco, pino e rosa canina, provenienti tutte dal territorio appenninico. Ognuna di esse viene infusa e distillata separatamente, per ottenere la migliore estrazione aromatica. I distillati vengono poi assemblati, per creare il blend finale. Utilizziamo solo botaniche autoctone dell’appennino tosco-romagnolo. Questo gin ha un’anima forte e inconfondibile con note botaniche secondarie del biancospino, della malva e resinose del sorbo dell’uccelatore, per arrivare poi al finale balsamico del pino e del sambuco. Strutturato e corposo, questo gin di caratterizza per un sorso dal «tocco polveroso», dato dal sorbo e rosa canina, restando compatto e pulito con un finale persistente e balsamico.

IL TUONO DI FAIENCE
Nella capitale indiscussa della maiolica c’è un testimonial che sta conquistando sempre maggiori consensi. Si tratta del «Gin Tuono». Tre le referenze prodotte: «Temporale estivo», «Frantuono» e «Arigatuono».   Se in Temporale estivo il mix di 15 botaniche naturali quali crea una sfumatura organolettica che punta soprattutto sul balsamico, sull’agrumato con fresche note erbacee e floreali, con «Frantuono» il sorso si fa più territoriale grazie alla presenza dell’oliva Nostrana di Brisighella che dona grande morbidezza, legandosi al ginepro in un’armonia di note mediterranee, fresche e piccanti. Un gin contemporaneo ed elegante, che ben si adatta con il suo equilibrio a qualsiasi preparazione. Infine «Arigatuono», l’ultimo nato, è un salto dall’Italia al Giappone che dal tè verde giapponese Bancha e Hojicha, dalle note citriche di Finger Lime e Lemongrass, da quelle speziate di Pepe Sansho e Cardamomo costruisce un sorso elegante e versatile.

IL MITO INCONTRA IL GIN
Da Foce Spirit di Forlì nascono due referenze mitologiche del Gin: «Euriale» e «Steno». La linea «Gin Gorgoni» prevede così un dialogo tra due referenze che vedono in Steno una narrazione boschiva in cui ginepro e numerose altre botaniche del sottobosco appenninico rimandano al coriandolo, angelica, corteccia di quercia e foglie di noce domati e insieme amplificati dalla dolcezza della rosa canina. Completa il sapore il passaggio in botte di rovere, che conferisce note avvolgenti e profonde di caffè e vaniglia. Euriale, invece, vira più su Questa ispirazione ha dato vita a un gin richiami fluviali, in cui le note decise di ortica armonizzano con quelle floreali di primula e papavero.

PROFUMI DI ROMAGNA
Da Santa Sofia arriva un grande gin made in Romagna. Si tratta di «Gin Cabala». Prodotto con il metodo London Dry, è un distillato premium morbido e secco al palato. Il mix di botaniche floreali e balsamiche gli conferisce un carattere distinto e riconoscibile. Le classiche note di ginepro sono accompagnate da quelle più morbide dei fiori d’acacia e sambuco. Sul finale emerge la dolcezza delle bacche di rosa canina e sorbo essiccato, che va a controbilanciare il gusto secco ed erbaceo della radice di tarassaco, del cardo e dei chicchi di grano. Il risultato è un Gin dal profilo aromatico corposo ma equilibrato. La sua gradevole bevibilità lo rende adatto da degustare sia liscio che in miscelazione.

ALTRI LIDI
Tra le altre produzioni ricordiamo anche il «Gin 1881» della forlivese «Liquori di Romagna». Un Gin Premium aromatizzato con zenzero e bergamotto che, accompagnato da una buona tonica, regalerà al Gin Tonic delle note fresche e accattivanti. Il Gin 1881 è dedicato a Giosuè Carducci che, da appassionato bevitore, il 5 Ottobre 1881 scrisse una poesia intitolata «Gin e Ginepri» rivolta a questo «infido liquor». Non poteva certo mancare una segnalazione per uno dei Maestri indiscussi della liquoristica nazionale. Parliamo di Baldo Baldini che da Rimini, nel suo laboratorio di profumiere e alchimista, realizza una linea di dry gin balsamico e con sentori dei fiori della macchia mediterranea, chiamata «diBaldo». A Ravenna invece l’uso dell’uva diventa estro da mixology. Dalla «Distilleria Ginato» prendono vita alcune referenze che parlano di territorio come il gin al pompelmo realizzato con uva Sangiovese, bacche di ginepro e bucce di pompelmi rosa siciliani maturati al sole. Nel gin al Pinot grigio oltre al medesimo ingrediente viticolo ci sono agrumi siciliani e bacche di ginepro toscano. Infine c’è la versione Gin Clementino con le uve Nebbiolo, clementine e arance.


 
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