Verrà presentato il 17 aprile in anteprima al Vinitaly il primo libro interamente dedicato al vitigno simbolo dell’enologia romagnola: l’Albana. Scritto a quattro mani dai sommelier e giornalisti Giovanni Solaroli e Vitaliano Marchi, «Albana – Una storia di Romagna» (Società Editrice «Il Ponte Vecchio», 2018, pp.168) è un compendio minuzioso e quanto mai completo dedicato a questo importante emblema vitivinicolo che da Imola percorre la via Emilia fino ai confini delle Marche.
Centosessantotto pagine i cui i due curatori attraversano e affrontano con dovizia di particolari la storia, le condizioni territoriali, climatiche, ampleografiche che permettono all’Albana di crescere, svilupparsi e trasformarsi in uno straordinario e variegato vino.
I riflessi in variazione giallo oro, le caratteristiche peculiarità di aromi e sapori di frutta a polpa gialla e sapidità per i secchi, di miele e speziature per le versioni passite, sono raccontate dai due autori con consapevolezza e con fluidità narrativa. Dalle versioni secche a quelle botritizzate fino ad arrivare alle spumeggianti versioni e a quelle più «ancestrali» in anfora, il Romagna Albana docg, che è stato il primo, vino bianco ad ottenere questa denominazione a livello nazionale, non può che stupire per la sua capacità di essere pedissequo all’ortodossia e contemporaneamente detonatore di sperimentazioni estreme. Caratteristiche che Solaroli e Marchi riportano in un testo che di fatto, come amano dire loro stessi «rappresenta un Bignami» di questo vino.
Ad impreziosire un già fondamentale libro sono le opinioni ospitate al suo interno di appassionati, cultori, storici, tecnici e sommelier che da sempre, con l’Albana, si confrontano. Ecco quindi le opinioni dello storico locale Beppe Sangiorgi, oppure del sommelier Giancarlo Mondini che presentano punti di vista calibrati sulla storia, il primo, e sulla capacità di abbinamento con il cibo, il secondo, di questo nettare da «bersi in oro».
Importante, ai fini conoscitivi, è poi l’ampio spazio dedicato al materiale fotografico inserito nel libro. Immagini sui tipi di vitigni, sui metodi d’allevamento utilizzati dai produttori, sui terreni e sulle versioni che aiutano il lettore a conoscere in maniera esaustiva cosa rappresenta l’Albana per la Romagna.
Non manca, ovviamente, una fondamentale parte dedicata alle cantine che con questo vitigno da sempre si confrontano. Schede informative in cu vengono presentate e illustrate le stesse aziende e i loro vini a base di Albana.
E’ un libro che si legge tutto di un fiato ma che permette anche di assaporare approfondimenti organolettici, culturali e scientifici indispensabili per poter approcciarsi ad un bicchiere di questo straordinario, e unico, vino solo romagnolo.
Una utile e mancante guida al bere in Romagna della quale si sentiva la mancanza. Infine ad impreziosire ulteriormente questa pubblicazione l’intervento di Marco Casadei, primo vincitore del master biennale dedicato e organizzato proprio su questo vino. E se lo stesso dichiara che non è mai troppo tardi per fare dell’Albana il sorso sicuro «entro cui approdare» non possiamo che fidarci.