Pallamano Romagna, unire le forze per crescere: «Un progetto condiviso per i nostri 250 ragazzi»
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Damiano Ventura
Una festa vera e propria per celebrare lo sport e soprattutto i prestigiosi risultati conseguiti dalle giovanili della Pallamano Romagna. Questo era il significato dell’ormai tradizionale appuntamento di inizio stagione svoltosi sabato scorso al PalaCattani ed organizzato dalla società arancioblù. In passerella hanno sfilato tutte le squadre giovanili, da Lugo a Imola, da Faenza a Mordano, 250 tesserati complessivamente, ovvero un battaglione di entusiasmo che ha affollato gli spalti durante il match di serie A della prima squadra e che costituisce le radici del progetto su cui si fonda la Pallamano Romagna.
«Abbiamo deciso di unirci qualche anno fa per senso di appartenenza, ma anche per costruire un progetto condiviso - chiarisce Claudio Mengoli, dirigente della Pallamano Romagna -. Abbiamo messo insieme le forze perché siamo più persone che avevano l’idea di superare i campanilismi. Ed ora tutti i ragazzi hanno più possibilità anche grazie alla condivisione di metodologie che stiamo mettendo a punto».
Lo sforzo logistico, come si evince, è immane, anche in virtù del territorio piuttosto vasto in cui la Pallamano Romagna opera, ma il focus principale restano i ragazzi e la loro crescita. «Non cerchiamo a tutti i costi di formare giocatori per la prima squadra o campioni. L’obiettivo è la crescita di tutti i tesserati in termini di motricità, di visione di gioco, di sviluppo mentale e umano, nonchè di relazioni. Un ragazzo che fa sport qui domani può diventare un arbitro, un dirigente, uno sponsor o un genitore, non per forza un giocatore. E come società siamo contrari al tifo non educato, c’è la dimensione agonistica sì ma in un contesto sportivo vissuto come divertimento».
Anche per questo lo sviluppo dell’attività nelle varie zone è considerato cosa seria, quindi è in capo a professionisti veri e propri, ovvero figure che si occupano di coordinare le varie iniziative e ai quali è demandata la gestione delle squadre: «Un passaggio fondamentale - prosegue Mengoli -, che non tutte le società oggi riescono a mettere in pratica. Noi quest’anno abbiamo Francesco Lodato a Faenza come nuovo incaricato, come a Imola Simone Ferraresi e come nel lughese Francesco Melis».
In particolare a Lugo lo sviluppo della Pallamano Romagna è stato rallentato dall’avvento del Covid. «Andiamo nei territori dove ci sono palestre libere - evidenzia il dirigente - e non nego che se non ci fosse stata la pandemia probabilmente saremmo ulteriormente cresciuti. Adesso stiamo ripartendo da quei territori. Proseguiamo con gli interventi nelle scuole, in particolare alle elementari. In estate un’altra iniziativa che ha dato dei frutti è il Cre estivo che abbiamo organizzato a Imola e a Mordano. Stiamo già lavorando per riproporlo, anche in altre zone».
Infine c’è anche un intenso lavoro invernale già imbastito: «Vorremmo inserire in organico un direttore tecnico unico per tutte le squadre e da quest’anno oltretutto organizzeremo un campus per tutte le squadre U17 in cui metteremo insieme i ragazzi più meritevoli creando così una selezione d’area».
Chiamarlo dunque sport minore, dato l’impegno e i risultati raggiunti in così poco tempo, non si addice davvero.