Padel, Faenza è entrata nel gotha nazionale: «Nel 2017 eravamo in D, ora siamo in Serie A»
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Tomaso Palli
Mattia Assirelli, Jacopo Bagnaresi, Maurizio Bolognini, Federico Cicognani, Alan Maldini, Ivano Martelli, Giacomo Morozzi, Riccardo Porisini e Marc Quilez. Otto «dilettanti» e un professionista, dalla Spagna, oggi al 55° posto della classifica World Padel Tour. Sono i nomi di chi ha reso possibile una vera impresa sportiva portando Faenza nella Serie A del Padel: «Siamo partiti nel 2017 - commenta Ivano Martelli che, oltre a giocare, è anche uno dei gestori del Padel Faenza Ssd - e ci siamo conquistati ogni promozione sul campo, dalla D alla A. La soddisfazione, in questo modo, è ancora più grande».
Martelli, la vittoria del playoff vi consegna la promozione in Serie A: un risultato strepitoso.
«L’emozione è davvero grande perché si tratta di un qualcosa di inaspettato. Noi possiamo considerarci dei dilettanti del padel mentre in Serie A affronteremo buona parte di giocatori che dedicano l’intera giornata a questo sport. Siamo un circolo piccolo e la squadra, oltre a Marc (Quilez, ndr) che viene dal World Padel Tour, è composta da un gruppo coeso di amici che da anni gioca insieme e tra settimana, accanto alla partita di padel, va a bersi una birra».
Quando è arrivata la consapevolezza di potercela fare?
«Strada facendo. Siamo partiti con l’ambizione di ottenere la salvezza. Poi l’obiettivo è cambiato ed è diventato quello di arrivare tra le prime due, posizione che ci avrebbe garantito i playoff. E infine, alla luce dei risultati, abbiamo creduto di finire primi nel girone. Ci siamo poi trovati a vivere i playoff con la concreta possibilità di giocare per la Serie A e il risultato finale è stato incredibile».
C’è un momento, più di altri, che vi ha fatto fare il salto di qualità?
«Il primo scontro è stato con Milano Marittima, ma sapevamo di partire favoriti. Poi abbiamo avuto due trasferte consecutive a Palermo. E in particolare ad una, contro il Tc Palermo 2, siamo andati senza il nostro professionista e con una squadra rimaneggiata: il rischio di perdere c’era e invece abbiamo vinto».
Un cammino trionfale?
«Abbiamo chiuso il girone d’andata a nove punti e questo ci ha permesso di capire il reale valore della squadra. Ci siamo ripetuti anche nel girone di ritorno chiudendo a punteggio pienissimo e lasciando sul campo solo un paio di partite all’interno degli scontri».
Come funziona un campionato di padel?
«Sei gironi da quattro squadre a livello nazionale. Le ultime due di ogni raggruppamento vanno ai playout, mentre le prime due ai playoff. Ogni sfida contro un altro circolo è composta da tre doppi maschili dove si sfidano tre differenti coppie. E quindi, una volta che vinci due partite, ti sei aggiudicato l’incontro».
Quale sarà l’obiettivo della prossima stagione?
«Naturalmente proveremo a mantenere la categoria, ma non sarà semplice. Diciamolo chiaro: la nostra dimensione attuale è la Serie B e questa squadra, in Serie A, rischia la retrocessione, considerando l’altissimo livello che troveremo. I nostri obiettivi saranno in funzione dell’ingresso di altri sponsor che potrebbero permetterci di alzare il livello. Solo così possiamo provare a rimanere in A».