Ortofrutta, positiva la raccolta delle pere, meno quelle delle mele

Dopo un’estate disastrosa per i prezzi della frutta estiva, l’agricoltura ravennate guarda con maggiore fiducia alla frutta tardo-estiva e autunnale, ovvero mele e pere, che sembrano poter dare remunerazioni abbastanza soddisfacenti alle imprese agricole produttrici. E’ già stata effettuata la raccolta delle prime varietà precoci, mentre deve entrare nel vivo quella delle produzioni centrali di settembre, per poi passare a ottobre. Per entrambe le prospettive di mercato sono interessanti, anche grazie a caratteristiche sicuramente favorevoli come il mantenimento a lungo del prodotto, una campagna commerciale molto lunga e la capacità di raggiungere i mercati più lontani, aspetti che invece non riguardano la frutta estiva. «Parlando della situazione relativa alle produzione di mele, dalle nostre analisi ci risulta che quest’anno una percentuale di prodotto mancherà all’appello in Europa – sottolinea Danilo Misirocchi, presidente provinciale di Cia – è ancora difficile quantificare questa riduzione, ma ci sarà, a causa delle forti gelate in Nord Europa e alle grandinate in Trentino. Anche qui non siamo stati immuni da problemi, fra vento e siccità. Infatti le prospettive a livello qualitativo non sono positive, con una percentuale di prodotto che difficilmente sarà collocata sul mercato. Per questo, chi avrà una produzione di qualità, potrà sicuramente riuscire a chiudere la stagione con prezzi buoni, garantendosi remunerazioni soddisfacenti».
Dai dati di Assomela si prospetta, a livello nazionale, un calo del 23% a livello produttivo, mentre per quanto riguarda l’Emilia Romagna la riduzione produttiva dovrebbe attestarsi sul meno 17%, dato che possiamo certamente tenere come riferimento anche per la provincia di Ravenna. Sul fronte dei prezzi, i primi dati dell’Ismea, relativi all’andamento dei mercati nella prima settimana di settembre, vedono attestarsi la varietà Gala sui 0,79 euro/kg, mentre le Golden Delicious si fermano a 0,49 euro/kg.
«Per quanto riguarda le pere, la cui produzione è più che altro dislocato in Emilia Romagna, bassa Lombardia e parte del Veneto, non ci sono problemi di produzione – continua Misirocchi – anche in provincia di Ravenna, per cui la qualità dovrebbe essere salvaguardata, con le dovute eccezioni. Dal punto di vista dell’andamento della raccolta, si è conclusa quella delle varietà estive, ed è già partita la raccolta dell’Abate, una delle varietà più importanti».
Secondo i dati dell’Oi Pera, la produzione emiliano-romagnola è attesa in crescita del 6%, mentre sul fronte dei prezzi, pubblicati dall’Ismea, e relativi alla prima settimana di settembre, le quotazioni premiano in particolare l’Abate Fetel, a 0,82 euro/kg, mentre seguono altre varietà come la Kaiser (0,62 euro/kg), la William (0,60 euro/kg) e la Conference (0,52 euro/kg).
«Dal punto di vista del mercato le prospettive sono positive – commenta Misirocchi – in questo comparto la maggiore aggregazione di filiera che ha visto unirsi sotto alleanze commerciali ha concentrato il mercato, e tramite anche una politica di brand importante, si sta riuscendo a piazzare molto meglio sul mercato il prodotto. Esempi come Opera e Origine, rispettivamente una società commerciale e un coordinamento, sarebbero auspicabili anche nel settore della frutta estiva».