Nursing Up: "Anche nel Ravennate infermieri sfiancati"
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«Riceviamo ogni fine settimana una relazione ma l’Asl ha chiuso, per il momento, i ponti con le organizzazioni sindacali, cosa che non ci consente di verificare con precisione le condizioni all’interno degli ospedali». Gianluca Gridelli, responsabile della segreteria romagnola del sindacato autonomo degli infermieri Nursing Up, non ha notizie confortanti dai colleghi che lavorano anche negli ospedali della provincia di Ravenna: «Putroppo solo a causa del Covid-19 ci si è resi conto che i tagli degli anni precedenti hanno diminuito in maniera drastica la presenza degli infermieri in corsia. Il punto è che adesso, tra congedi parentali e contagi, gli infemieri caleranno ancora. Non solo: le indicazioni regionali del 20 marzo dicono che se un operatore è positivo al tampone ma non ha sintomi, a discrezione può continuare a lavorare. In questo modo, però, gli infemieri diventeranno i nuovi untori». Dai colleghi che puntualmente ha modo di sentire, Gridelli riceve testimonianze di grande fatica fisica e psicologica: «Non hanno nemmeno il tempo di andare a fare pipì, so di colleghe che usano gli assorbenti perché in bagno non hanno modo di andare. Con le tute e gli scafandri che devono indossare, infatti, non possono permettersi di ripetere le operazioni di vestizione e svestizione, che tra l’altro vanno eseguite in ambiente protetto. A fine turno, oltretutto, mi riferiscono di essere sudati e provati dall’intensità del lavoro e dai dispositivi che indossano. Una stanchezza che li espone al rischio di errori: sbagliare una procedura precauzionale può significare contrarre l’infezione, basta una piccola distrazione». Senza contare l’aspetto emotivo: «L’azienda, un po’ tardivamente, ha messo a disposizione un servizio gratuito di supporto psicologico ma per gli infemieri resta molto pesante il fatto di doversi farsi carico della situazione di solitudine dei pazienti che non hanno la possibilità di vedere i loro familiari». In un’emergenza del genere, secondo Gridelli, bisognerebbe avere più personale e turni più brevi: «I pochi che restano non potranno essere certo messi tutti in quarantena, se contrarranno il virus. Anche se i casi, almeno nel Ravennate, non stanno aumentando a dismisura, si rischia davvero che il sistema sanitario possa non reggere». (s.manz.)