Nel Ravennate prosegue senza sosta il crollo delle nascite
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È un crollo verticale delle nascite quello che, anche in provincia di Ravenna, continua a verificarsi. I dati pubblicati lo scorso novembre dalla Regione, basati sui Certificati di assistenza al parto (Cedap) del 2019 parlano infatti, per quanto riguarda l’intera Emilia-Romagna, di un’ulteriore contrazione del 4,1% rispetto al 2018 (il che significa, da Piacenza a Rimini, di 1.354 parti in meno in un anno) e di un calo del 25,5% rispetto al 2009, dunque dieci anni prima. La tendenza regionale è ben rappresentata anche dalla provincia di Ravenna. Se nel 2009 erano stati registrati 3.543 parti (1.638 a Ravenna, 931 a Faenza e 974 a Lugo), esattamente dieci anni dopo se ne sono registrati 2.116 (1.465 a Ravenna, 379 a Faenza e 272 a Lugo). è una diminuzione di 1427 nascite. Se i numeri sono in discesa soprattutto nelle realtà di Faenza e Lugo, lo si deve non tanto alla dinamica demografica pure ma al fatto che negli ultimi anni l’indicazione è stata quella di centralizzare sempre di più i parti nel punto nascita del «Santa Maria delle Croci», spostando per esempio a Ravenna, tra le altre cose, i cesarei programmati. Ciò non toglie che i trasferimenti non hanno contribuito a «gonfiare» il dato ravennate: se nel 2019 i nati totali, nell’ospedale del capoluogo, sono stati 1.465, nel 2018 erano stati 1.545 e nel 2017 1.538. Insomma, politiche organizzative a parte, quello che è emerge è un costante e incessante calo delle nascite». (s.manz.)