MotoGp, l'analisi del Mondiale 2024: ecco perchè Marc Marquez non è ancora da titolo

Romagna | 09 Marzo 2024 Sport
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Massimiliano Regazzi
Una sola domanda che vale il Mondiale 2024: può Marc Marquez vincere il titolo? Allo stato attuale delle cose, no. Tanti i fattori che possono portare a queste considerazione, che posso essere smentite. Innanzitutto la Ducati, o meglio il mondo Ducati. Nulla da dire sulle moto in dotazione al team Gresini, ma non è che questo ingaggio abbia fatto impazzire tutti a Borgo Panigale, e tanto meno gli altri team come Pramac o VR46. Forse Gigi Dall’Igna, il grande capo della Ducati Corse, a Marquez darebbe anche la chiave di casa, ma non può. Secondo: le gomme. La Michelin sembra alla fine del suo ciclo, tutti stanno aspettando la Pirelli anche in MotoGp ed i francesi non hanno tanta voglia di spendere e di accontentare nessuno. Terzo: il braccio (destro) di Marquez, ovvero quello massacrato dall’infortunio di tre anni fa ed operato quattro volte (ufficialmente), più tutto quello che non sappiamo. Sì perché degli altri importa davvero poco a tutti, diciamocelo. Il mondo aspetta Marquez dopo una di quelle decisioni - non ce lo scordiamo mai - più clamorose della storia del motociclismo. Ma tornando al presente, non dimentichiamoci che il Mondiale è lungo e possono cambiare tante cose. La gara di Losail non potrà dire tanto e questo inserimento della terrificante (per gli assetti e non solo) portoghese Portimau e l’asfalto-cemento di Austin (Texas) forse non diranno tutta la verità. Il campionato, come tradizione, inizierà a dire qualcosa a Jerez (fine aprile) e tanto diranno i test dopo questa gara. Ed allora chi vincerà? Scalzare Pecco Bagnaia non sarà assolutamente facile, forte anche della rinnovata fiducia della casa ma difficilmente non vincerà una Ducati, almeno nel 2024. Certo che nei test Enea Bastianini ha dimostrato di essere tornato quello del 2022, mentre l’altro rivierasco Marco Bezzecchi ha mostrato un po’ la corda con la Ducati «valentiniana» lasciando a Fabio Di Giannantonio le redini, senza citare uno sfortunato Franco Morbidelli ed un Luca Marini approdato in Honda per sostituire in fretta e furia proprio Marquez. Di fronte alla parata Ducati, senza dimenticare il quasi campione del mondo 2023 Martin e Marquez2 (Alex) sempre in forza al team Gresini, Aprilia cerca di alzare la testa. La squadra guidata dal faentino Massimo Rivola si è distinta nelle prove per una spasmodica ricerca aerodinamica, ma Aleix Espargarò e Maverick Vinales non sono una garanzia. La politica della casa veneta è incomprensibile ed anche l’ingaggio di Davide Brivio - conosciuto ex manager della squadra Yamaha ai tempi di Valentino Rossi e quindi della Suzuki - nella squadra satellite Aprilia (Trackhouse con Oliveira e Raul Fernandez) chi scrive lo vede un modo per bilanciare lo stesso Rivola, vedremo. Sì certo, ci sono anche gli altri. La banda Ktm/Gas Gas con Binder ed Acosta come marcatori principali, rispetto al bollito Miller ed Augusto Fernandez, la striminzita Yamaha (Quartararo e Rins) che frega tecnici a Ducati (non è la sola) non pare impressionare e la Honda nuova (assieme al già citato Marini c’è il confermato Joan Mir, oltre ai portacolori Lcr Zarco e Nakagami) sembra più bella che efficace. Sembra tutto scritto, insomma, ma come sempre sarà la pista a dare i verdetti, dove il cronometro spesso smentisce anche i più esperti, ma è giusto così.
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