Motociclismo, un Gresini Racing Team da Mondiale senza dimenticare Flamigni e Rivola

Tomaso Palli
È probabile che l’istantanea, utile a riassumere l’intera stagione del Gresini Racing Team sia quella che ritrae Enea Bastianini e Nadia Padovani insieme sul gradino più alto di quel podio, a Losail, nel primo appuntamento di un Mondiale divenuto indimenticabile. Accanto, e se n’è scritto moltissimo, è probabile ci fosse anche Fausto, euforico ed emozionato nel poter ammirare quella che era anche una sua creatura, di ritorno, sette anni più tardi, come team indipendente di MotoGp. «Fu una vittoria inaspettata - spiega Padovani - e sotto a quel podio erano presenti un po’ tutti: l’azienda, i meccanici e mio marito, insieme al mio dolore che, per il grande impegno dei mesi precedenti, non avevo ancora metabolizzato». E quel momento fu solo il primo di tanti in una stagione che, accanto anche a qualche delusione, in alcuni momenti ha fatto sperare in grande. E a confermarlo è stata proprio Nadia Padovani, in occasione di un evento tenutosi, a Faenza, presso la Sala del Consiglio Comunale, il 14 novembre scorso: «All’inizio, non mi sarei mai immaginata il terzo posto finale anche se, ad un certo punto, nel corso della stagione, ho anche pensato di vincerlo (sorride, ndr)».

ROLLERCOSTER 
Il numero che ha contraddistinto la stagione di Enea Bastianini è il quattro, lui che sul cupolino porta il 23. Perché quattro sono state le vittorie tra Qatar, America, Francia e Aragon (Spagna), ma altrettanti sono stati gli zeri (Portogallo, quelli dolorosissimi di Mugello e Catalunya, e Austria) che gli hanno impedito di restare a contatto con il trio, divenuto poi un duo, lì davanti. Accanto a questi, nella stagione della consacrazione del «Bestia» in sella alla Gp21, tra alti e bassi, ci sono anche due secondi posti, un quarto, tre giri veloci e una pole position. Numeri da campione, numeri da prossimo pilota ufficiale. Più in ombra, invece, Fabio Di Giannantonio che, nella sua stagione da rookie e con una moto vecchia di due anni, ha chiuso sì al secondo posto nella classifica delle matricole ma lontano anni luci dal primo. Sono stati solamente 24 i punti raccolti da «Diggia» che, però, è stato capace di smarcare una casella statistica ottenendo la sua prima pole position in un posto tanto speciale quanto emozionante come il Mugello. 

BEZ E ALEIX
Accanto all’intero Gresini Racing Team, altre due figure da Faenza hanno raggiunto traguardi probabilmente difficile da pronosticare ad inizio anno. Matteo Flamigni, faentino di Modigliana, è passato dall’essere lo storico telemetrista di Valentino Rossi a ricoprire il ruolo di capo tecnico del rookie Marzo Bezzecchi, talento della cantera VR46. E siccome i grandi campioni hanno la capacità di circondarsi di grandi persone, il binomio ha portato «Bez» alla vittoria del titolo di Rookie of the Year con 111 punti ottenuti, lo splendido secondo posto nel Gran Premio di Assen e un finale di stagione in grande crescita. «Conoscevo le qualità di Marco - commenta Flamigni - ma nessuno si aspettava questo. E in lui rivedo tante caratteristiche di Vale». A circa 300 chilometri a nord rispetto alla VR46, c’è Noale, sede operativa dell’Aprilia. E lì, nel 2019, dopo un decennio in Ferrari, è approdato il faentino Massimo Rivola come amministratore delegato. Proprio quell’Aprilia che, con Aleix Espargaro, fino all’ultimo metro dell’ultima gara, ha conteso il terzo posto mondiale a Bastianini. «Siamo arrivati stanchi - commenta Rivola - ma abbiamo avuto belle soddisfazioni. Ora viene il difficile: rimanere nel mondo dei grandi».