Motociclismo, la promozione di Alex e la scommessa Aldeguer: le nuove strategie del «Gresini» dopo un gran 2024
Tomaso Palli
Oramai lo sanno tutti: Jorge Martin è campione del mondo e Pecco Bagnaia, nonostante l’hat-trick di Barcellona (pole, Sprint e gara), ha chiuso secondo alle sue spalle. Nulla di nuovo a circa tre settimane dal verdetto, ma nemmeno una sorpresa al termine di quel weekend. Barcellona, che ha preso il posto di una Valencia in ginocchio per l’alluvione, ha incoronato lo spagnolo regalando un finale di certo emozionante ma dall’esito più banale, visto il gap con cui i due pretendenti si approcciavano all’appuntamento. Pecco ha fatto il suo e così Jorge che è stato attento a non buttare a terra se stesso e all’aria i punti di vantaggio. E non era affatto semplice vista la tensione del momento forse più importante della sua vita, certamente di quella sportiva. Dietro ai due, il ritorno sul podio iridato di Marc Marquez, per la gioia di Ducati, che lo vedrà in rosso nel 2025, ma soprattutto del Team Gresini di Faenza e di Nadia Padovani.
MARC SALUTA
Impacchettato, nel vero senso della parola, e consegnato a forza nel box ufficiale di colore rosso. È stato questo il destino di Marc Marquez al termine dei festeggiamenti dopo il secondo posto di Barcellona, che ha significato terzo posto nel Mondiale vincendo il confronto con l’ufficiale Bastianini. «A me fare terzo o quarto non cambiava nulla - ha raccontato il campione spagnolo - e così l’ho chiesto al team che mi ha detto “sì, a noi cambia qualcosa”. Sono arrivato qui dopo 4 anni di disperazione, era il modo migliore per dire grazie a loro». L’ha fatto per la squadra che lo ha rilanciato, l’ha fatto per se stesso dimostrando di saperci ancora fare contro il nuovo che avanza, lui che appartiene alla generazione passata, dei Lorenzo per intenderci. E i numeri parlano chiaro, al primo anno su una Ducati: 3 vittorie, più una Sprint, e 10 podi (che diventano 20 se si considera anche la gara corta del sabato). Numeri che hanno convinto un po’ tutti. Soprattutto chi doveva (e deve) decidere, quel Gigi Dall’Igna coraggioso nel lasciare sul piatto due «giovani» talenti come Enea Bastianini e il campione del mondo Jorge Martin per assicurarsi un otto volte world champion che al via del prossimo campionato avrà 32 anni.
CAPITAN ALEX
Salutato il fratello maggiore dei Marquez, il Team Gresini si coccola Alex che forse, per la prima volta da quando è in MotoGP, vestirà i gradi del capitano. Accanto al rookie Fermin Aldeguer, sarà nel box il pilota più esperto sia della categoria, alla sesta stagione in classe regina, che della moto, al terzo anno con Gresini. Il 2025 per Alex dovrà essere un po’ la stagione del riscatto e della verità dopo le difficoltà dell’anno appena concluso: «Abbiamo finito in crescendo - ha commentato - ma non è stato facile per me». E forse, tra le cause, anche quel paragone a tratti impietoso con il fratello-compagno tornato ad essere tanto ingombrante come nel 2020 era accaduto in Honda, al suo anno da rookie. «Avere Marc come compagno - ha proseguito - ha aspetti positivi e negativi: tutti ti guardano con un occhio più clinico perché sei sulla stessa moto e nello stesso box, ma io ho potuto imparare molto da lui». Restando sui numeri, però, le difficoltà del 73 sono evidenti. Nessuna vittoria, contro le due Sprint nel 2023, e un solo podio (terzo) nella gara lunga del Sachsenring con la classifica che, di conseguenza, non sorride: ottavo posto finale e 173 punti (Marc ne ha raccolti 393), quattro in meno dell’anno precedente quando, tra infortunio e cadute, le gare saltate furono molte di più.