Motociclismo, il tifoso Giacobazzi ricorda l'amico Gresini: "Mi metteva di buonumore solo guardandolo"
Si conoscevano da oltre 30 anni, erano diventati amici e si stimavano, da buoni romagnoli. Da grande appassionato del mondo delle due ruote, il comico ravennate Giuseppe Giacobazzi incontrava ogni anno Fausto Gresini nel paddock durante le gare alle quali assisteva e in esclusiva per Setteserequi ricorda il manager scomparso lo scorso 23 febbraio: "Fausto ed io ci siamo conosciuti nel 1990, quando era ancora un pilota ed aveva come compagno di squadra Loris Capirossi: la simpatia è stata reciproca, immediata. Lui era una persona molto simpatica, cordiale, pronto alla battuta e con un sorriso, quindi è stato facile per noi entrare in sintonia. Dopo esserci un po' persi di vista, ci siamo incontrati nuovamente quando era manager di Kato in MotoGP.
Daijiro Kato era un pilota molto forte e la squadra aveva coniato un tormentone cambiandogli il nome in 'dagli un giro Kato'. Fausto era come un padre per lui. Dopo la disgrazia a Suzuka decise di organizzare un tributo al suo pilota, una manifestazione dal nome DediKato e mi chiese se avessi voluto partecipare.
Cominciò così, ne abbiamo fatti 3 o 4 insieme, ogni volta ci siamo divertiti ma anche commossi. Come manager ha avuto una carriera trionfale, 4 titoli e ha portato piloti come Melandri e Gibernau a giocarsi il mondiale in MotoGp. Incontrarci in hospitality a Misano era un appuntamento fisso, bevevamo qualcosa insieme prendendoci affettuosamente in giro, lui con la maglietta Honda e io quella Ducati. Con i piloti eravamo amici compreso il SIC che era uno spettacolo dentro e fuori dai box.
Poi anche Marco ci lasciò a Sepang. Scrissi subito un messaggio a Fausto, era la seconda volta che vedeva uno dei suoi andarsene e non so immaginare quanto debba aver sofferto. Lo chiamai, gli dissi di tenere duro. Tutti ci siamo stretti attorno a lui. L'ultima volta che ci siamo visti a Misano aveva il logo Aprilia ed essendo impegnato in tutte le categorie dopo ogni gara ci messaggiavamo sempre.
Un bravo manager ma soprattutto una grande persona. C'ho sperato, gli ho mandato un paio di messaggi e quando è sembrato che potesse farcela ero quasi sicuro che il peggio fosse alle spalle.
Quel peggio purtroppo doveva ancora venire. Mi mancherà molto, mi metteva di buonumore solo guardandolo negli occhi, quegli occhi dai quali traspariva la passione per quello che faceva.
Non mancherà solo a me, al Motomondiale, alla famiglia e a tutti quelli che erano vicino a lui.
Sarà un'assenza che sentiremo fortissimo. Adesso voglio immaginare che abbia ritrovato i suoi piloti e con Marco e Daijiro abbia dato vita al dream team più forte di sempre. Ciao amico mio".