Motociclismo, comincia il Mondiale 2025 e Cereghini non ha dubbi: «Marquez-Bagnaia favoriti, il Team Gresini...»

Tomaso Palli
L’attesa è davvero finita e i motori sono caldi abbastanza per ricominciare a dare gas. A poco più di tre mesi dall’ultimo gran premio, ritorna il motomondiale che, nel weekend, scatterà nell’insolito Buriram per poi concludersi, dopo 22 gare e altrettante sprint race, nel consueto appuntamento di Valencia. Marc Marquez in Ducati con Pecco, una line-up Aprilia completamente rivoluzionata, i problemi di Ktm e molto altro, in una stagione chiamata a dire molto, tra incognite, certezze e speranze. Tra le voci storiche del motomondiale, l’ex pilota Nico Cereghini che oggi è giornalista di Moto.it.
Cereghini, due test alle spalle e una stagione che inizia. Quali sono gli equilibri di una MotoGp dove tanto è cambiato?
«L’equilibrio resta lo squilibrio degli ultimi tre anni: Ducati ha una vantaggio notevole con in più, ora, uno squadrone formato da Bagnaia e Marquez (Marc, ndr) e la terza ufficiale col Diggia (Fabio Di Giannantonio, ndr). Gli altri competitors sono cresciuti ma è difficile dire quanto. Aprilia, sicuramente, è quella che lo ha fatto di più, ma si è già giocata il campione del mondo, il povero Jorge Martin, per la prima gara. Poi ci sono tutte le grane relative a Ktm, con un’evoluzione che probabilmente non ci sarà, e le giapponesi che recuperano terreno ma restano ancora molto indietro».
Nel duello Marc vs Pecco riuscirà ad inserirsi qualcuno?
«Penso di sì, ma di volta in volta, nei singoli gran premi e sprint. Di Giannantonio con l’ufficiale e il sempre tosto Alex Marquez sono due nomi. Ma anche gli altri che guidano una Ducati perché la scelta di non passare al motore al 2025, ma di fermarsi al 2024 per le prossime due stagioni (motori bloccati fino al 2026, ndr), mette tutti quelli su una Ducati non factory più vicini che mai. Poi Bezzecchi e Martin, il solito Pedro Acosta capace di colmare il gap di Ktm e qualche segnale da Yamaha, meno da Honda. Ma dalle giapponesi, credo, vedremo qualcosa in più l’anno venturo grazie alle concessioni».
Ora il Team Gresini. Può essere l’anno della verità per Alex Marquez, senza la presenza ingombrante del fratello e con l’esperienza, sia nella categoria che con Ducati?
«Penso di sì. E non dimentichiamoci che ha vinto due titoli Mondiali. Non è quello che era il fratello, ma adesso è molto vicino a Marc. E senza il fratello, con il box tutto su di lui, forte dell’esperienza in sella alla Ducati 2024 che funziona molto bene, sono convinto possa essere un anno buono per Alex. E se lo merita il team».
Ci spieghi.
«Nadia, la famiglia e la squadra si meritano una bellissima soddisfazione: la scelta di Marc Marquez, per una stagione, rischiava di far avere tutti gli occhi addosso per poi piombare nell’anonimato. Ma non sarà così: una squadra che abbiamo tutti nel cuore, con l’affetto che avevo per Fausto che riverso in chi c’è oggi, e che merita di essere protagonista assoluta».
Dall’altra parte del box ci sarà il rookie Fermin Aldeguer. Se ne parla un gran bene, cosa si aspetta?
«Mi pare sia una persona molto intelligente e lucida. È partito con l’approccio giusto e la sensazione è che, tra i tre rookies (Chantra in Lcr Honda e Ogura in Aprilia Trackhouse, ndr) sia quello con più chance. E poi guida una Ducati, quindi è messo particolarmente bene».
Ultima domanda nel pericoloso campo dei pronostici. Marc Marquez o Pecco Bagnaia? Con i vari pro e contro personali.
«Tutti e due si giocano tantissimo e, purtroppo, ne preverrà uno solo. È la storia delle moto: tutte le volte che il team è super, poi uno dei due paga rispetto all’altro. Io li vedo assolutamente alla pari e non credo sia così scontato, come dicono in tanti, che sarà Marquez a vincere. Naturalmente, da italiano, preferirei vincesse Bagnaia: ha intelligenza e lucidità per potersi riprendere dalla batosta dell’anno scorso. Che vinca il migliore, quello che vincerà di più e sbaglierà meno, ma mi auguro una cosa».
Quale?
«Che Ducati sia in grado di gestire due piloti destinati a scontrarsi in maniera prepotente. In questo, la speranza è che siano tutti e due abbastanza navigati da restare dentro i limiti e non esagerare con atteggiamenti che possano portare a rotture pesanti».