Modigliana, Alessandro Quadretti racconta il docufilm sulla tv di paese che immortalò un passaggio d’epoca
Federico Savini
«Tra quelle con cui ho parlato, la persona più interessata alla storia di Telemodigliana è stata forse uno storico degli anni di piombo. Si è stupito che negli anni dell’omicidio Moro ci fosse, per di più in collina, anche un’Italia così vitale e colorata. Un’Italia che, evidentemente, aveva già annusato lo spirito degli anni ’80, senza bisogno di abitare in grandi città». C’è molto di più che il racconto di una pur straordinaria esperienza di paese nel film di Alessandro Quadretti Un’antenna sul tetto - L’avventura di TeleModigliana, le cui proiezioni d’anteprima mobiliteranno il fine settimana della città collinare da venerdì 28 a domenica 30 al teatro dei Sozofili. Il docufilm racconta, in effetti, un’esperienza straordinaria e un ritrovamento non meno straordinario: quello di decine di videocasse e centinaia di ore di registrazioni di Telemodigliana, la piccola tv di paese che sorse nella collina della Romagna Toscana tra la fine degli anni ’70 e i primi ’80, ad opera del visionario Pierantonio Sangiorgi, che letteralmente costruì una televisione che per un paio d’anni prevedeva un palinsesto serale e da fine settimana, documentando eventi cittadini ma anche organizzando quiz, talk show e tribune politiche a carattere squisitamente locale. Il ritrovamento dei nastri è stato curato dall’associazione Big Ben e Crinale Lab (in primis Andrea Bernabei e Antonio Gramentieri, le anime di StradeBlu), il riversamento digitale è a cura di Domenico Giovannini e da un anno circola un corto di 12 minuti che illustra il progetto. E adesso il film è «quasi» completo.
«Le tre anteprime dei Sozofili avranno per un oggetto un lavoro che subirà di certo qualche altra modifica - spiega il regista Alessandro Quasdretti -, ma il grosso del docufilm può dirsi completo. Poi prenderà la via di festival e rassegne di settore».
Come sei stato coinvolto nel progetto?
«Conosco Andrea Bernabei e Antonio Gramentieri da anni, ho anche girato un videoclip per i Sacri Cuori e siccome Antonio conosceva miei precedenti lavori nati da materiale d’archivio mi ha coinvolto in questo progetto su Telemodigliana».
In termini di archivio, di che razza di ritrovamento parliamo?
«È qualcosa di eccezionale da diversi punti di vista, ma preciso che la prima cernita del materiale l’hanno fatta i modiglianesi che c’erano che si occupano del progetto. Gente che ho intervistato prima di mettere mano sui nastri, anche perché in questo modo mi sono calato meglio nel contesto, familiarizzando con personaggi ed eventi dell’epoca e di Modigliana».
Le cose più sorprendenti?
«Stupefacente è anzitutto il recupero dei nastri magnetici dopo 40 anni, perché di solito non sopravvivono così a lungo. Si tratta, in ogni caso, di una piccola percentuale di quello che Telemodigliana ha trasmesso, perché molti nastri sono stati ri-registrati e certe cose nel film sono solo raccontate da chi c’era. Modigliana è un paese che ha sempre avuto grande dinamicità economica e culturale, ma è anche un paese decentrato e di collina. Ciononostante, Pierantonio Sangiorgi riuscì a mettere in piedi una tv in piena regola, vendendo elettrodomestici di giorno per poi passare le notti in studio, con tanti collaboratori. Parliamo di una tv che aveva un segnale cortissimo, non arrivava neanche a Faenza e ha documentato quindi quegli anni di passaggio nel microcosmo di Modigliana».
Cos’hai voluto raccontare attraverso la storia di Telemodigliana?
«Soprattutto il passaggio dagli anni ’70 agli ’80, chiarissimo anche dalla prospettiva di un piccolo paese. Anche a Modigliana la presenza della tv cambia le cose, le aspettative e l’atteggiamento della gente, anche durante una semplice festa da ballo. Nel docufilm queste cose le dice la voce narrante, perché penso fosse impossibile capirle allora. Anche Antonio Gramentieri dice che, paradossalmente, Telemodigliana è più importante oggi che allora.
C’era però un’idea di “comunità” e di “servizio” dietro a Telemodigliana che, nella svolta televisiva epocale di questi anni, con i canali YouTube molto autoriferiti che imperversano, si è completamente persa…
«Certamente Telemodigliana fu una tv di comunità, ma anche dai filmati si vede chiaramente come la voglia di esibirsi, nel passaggio dagli anni ’70 agli ’80, non sia più un vezzo da nascondere. La gente comprese al volo quanto “apparire” in televisione fosse importante. Dopo quell’esperienza non furono pochi i modiglianesi che tentarono, per lo più senza successo, una carriera nello spettacolo. Quelle videocassette immortalano un mondo vecchio che cede il passo a una comunità nuova. E lo fa in un territorio collinare, da cui proprio non te l’aspetteresti».