Milano Marittima, Pupi Avati racconta in pubblico la passione per il jazz e il clarinetto

Romagna | 05 Giugno 2024 Cultura
milano-marittima-pupi-avati-racconta-in-pubblico-la-passione-per-il-jazz-e-il-clarinetto
Federico Savini
«Non mi posso certo lamentare: ho fatto più di 50 film, il cinema è stata una passione totale, ma l’ho sempre vista come un risarcimento». Che dire, ben vangano i risarcimenti! Non si può dire che Pupi Avati abbia mai nascosto la passione per la musica, che notoriamente ha praticato fin da giovane e pratica tuttora, ma scoprire che uno dei più grandi maestri del cinema italiano si sente «risarcito», o poco più, del fatto di non avere avuto per la musica lo stesso talento poi mostrato per il cinema è comunque una sorpresa. Che si potrà approfondire giovedì 6 giugno, quando il regista bolognese aprirà la sezione cervese del Ravenna Festival, precisamente alle 21.30 alla rotonda Primo Maggio di Milano Marittima, raccontando di «musica, film e vita», con particolare riferimento alla prima, tanto da essere accompagnato in scena dal quartetto jazz di Teo Ciavarella.
«La passione per la musica risale a quando avevo una dozzina d’anni – racconta Avati, contattato telefonicamente -. A casa dei miei zii trovai un libro che raccontava le storie di alcuni jazzisti e me ne appassionai».
Cosa la colpì del jazz?
«Più che cosa, direi chi. Più di tutti mi affascinò la storia di Bix Beiderbecke, a cui poi avrei dedicato un film. Il rampollo di una famiglia di origine tedesca che fu sedotto dal suoni di New Orleans. Fu coraggioso e anticonformista, ma non riuscì a tenere assieme la famiglia e la passione che gli ardeva dentro. Cominciò a bere e finì per autodistruggersi. A 28 anni morì alcoolizzato. È stato grazie a lui ho deciso di suonare il clarinetto».
Ha spesso raccontato la sua amicizia giovanile con Lucio Dalla, all’interno della Doctor Dixie Jazz Band. Ma è vero che il suo sogno musicale si infranse di fronte al talento superiore di Dalla?
«È dolorosamente vero! E dire che all’inizio Lucio non sembrava un gran concorrente. Era timido e gentile, mi chiedeva consigli. Poi, una sera, si permise di fare un assolo non concordato. E così, i miei compagni ed io scoprimmo quant’era bravo, sbalorditivo, stregò tutti quanti. E lì cominciò la fine della mia carriera musica. Stavo inseguendo un sogno ma non potevo negare a me stesso di avere poco talento. E così, quando dissi agli altri membri del gruppo che avrei smesso nessuno cercò di farmi cambiare idea. Questo fu ancora peggio… Ma per fortuna la presenta sempre più di una strada. È quello che voglio dire ai tanti che non sono riusciti a realizzare i propri sogni. Non siamo nati per fare una cosa sola. Tutto sommato credo di averlo dimostrato…».
Direi proprio di sì. Ma poi la musica è entrata eccome nel suo cinema.
«La musica e lo stesso Lucio Dalla, che ha collaborato con me in un paio di film. Ho fatto film come Bix e serie come Jazz Band, nel ’78, che sono pienamente incentrati sulla musica e i musicisti. Per un musicista fallito come me, ad esempio, è molto appagante dare una direzione precisa alla colonna sonora. Posso dire che il cinema mi ha permesso di avere un rapporto per lo meno “di consuetudine” con la musica».
Ha legato la sua carriera ad alcuni compositori in particolare. Che ricordi ha di Amedeo Tommasi e Riz Ortolani?
«Con Tommasi abbiamo anche suonato insieme. Lui era un pianista che suonava anche il trombone a pistoni in un trio di fiati completato dal mio clarinetto e dalla tromba di Gabrio Ragazzini, un musicista del lughese. Amedeo è stato il primo musicista che ho coinvolto nel cinema, fino alla fine degli anni ’70. La collaborazione con Riz Ortolani cominciò invece nell’81, per il film Aiutami a sognare con Mariangela Melato. Abbiamo lavorato insieme su 35 film, una vita davvero…».
Compila questo modulo per scrivere un commento
Nome:
Commento:
Settesere Community
Abbonati on-line
al settimanale Setteserequi!

SCOPRI COME
Scarica la nostra App!
Scarica la nostra APP
Follow Us
Facebook
Instagram
Youtube
Appuntamenti
Buon Appetito
Progetto intimo
FuoriClasse
Centenari
Mappamondo
Lab 25
Fata Storia
Blog Settesere
Logo Settesere
Facebook  Twitter   Youtube
Redazione di Faenza

Via Severoli, 16 A
Tel. +39 0546/20535
E-mail: direttore@settesere.it
Privacy & Cookie Policy - Preferenze Cookie
Redazione di Ravenna

via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it

Pubblicità

Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna
Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it

Credits TITANKA! Spa
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90).
Contributi incassati

settesere it notizie-romagna-milano-marittima-pupi-avati-racconta-in-pubblico-la-passione-per-il-jazz-e-il-clarinetto-n44822 005
Licenza contenuti Tutti i contenuti del sito sono disponibili in licenza Creative Commons Attribuzione