Riccardo Isola - La Romagna frutticola estiva non si esaurisce solo con la Nettarina, c’è infatti un’altra frutto che ha recentemente ottenuto riconoscimento, venendo salvata dall’oblio, grazie alla condotta di Slow Food di Godo. Si tratta della «Pesca dal buco incavato» meglio conosciuta come dal «bus incavé». In questo 2020, infatti, nella grande arca del gusto della chiocciola è entrata a farne parte anche questa pesca, molto particolare per caratteristiche organolettiche e per storia, che di fatto oggi la si può trovare solo ed esclusivamente nel territorio compreso tra Massa Lombarda, la capitale del «succoso spacco», e Faenza. I contadini che hanno creduto in questo progetto di salvaguardia della biodiversità sono Cesare Bartoli, Luigi Marconi, Desiderio Martini (Massa Lombarda) e Lara Malavolti (Faenza). Diciamo però che il vero deus ex machina di questa riscoperta è il Guido Zanoni della Condotta Slow Food di Godo. «Anche se il riconoscimento è di questi giorni – spiega lo stesso - da alcuni anni, a Massa Lombarda, è partito un progetto di riscoperta di quello stesso pesco che, un secolo fa, segnò l’avvio di un’economia fiorente». Grazie all’impegno del Comune di Massa Lombarda e del Centro Ricerche Produzioni Vegetali di Cesena sono state ritrovate «le prime due piante nel terreno di un contadino di Massa Lombarda da cui è iniziato il lavoro per replicarle e distribuirle ad altri agricoltori». Questa tipologia autoctona ha due cloni conosciuti, una precoce e una tardiva, che permette di avere frutti freschi fino a fine agosto. E’ un frutto che consuma soprattutto fresco ma non mancano anche prelibati esempi di produzioni di marmellate «Questa – ricorda Zanoni - era la pesca più coltivata nelle provincie di Ravenna, Forlì-Cesena, Ferrara, Bologna fino circa al 1930. Poi è stata sostituita da varietà internazionali. Si basti pensare che negli anni ‘20 del Novecento, rappresentava il 58% della produzione mentre nel 1948 la produzione scende al 4% fino a quasi scomparire visto che negli anni Sessanta il dato era sceso allo 0,2%». Oggi la produzione totale tra la provincie di Ravenna e Ferrara è di circa un centinaio di quintali che arrivano al massimo 300 se si contano anche i prodotti di altre zone. Per quanto riguarda le caratteristiche organolettiche Zanoni, scherzosamente ma non troppo ci tiene a sottolineare come «questa è una pesca che sa veramente di pesca. Ha pelo, maggiore rispetto alle sue cugine ancora esistenti, che gli permette di resistere bene alle malattie, e una polpa bianca molto profumata, aromatica e dolce. Alla giusta maturazione, si riesce a togliere la buccia con estrema facilità e soprattutto viene definita anche ‘spaccona’ perché è una delle tipologie che si spaccano a metà molto facilmente permettendo un assaggio molto comodo, praticamente a morsi, e ‘d’antica memoria’».