Massa Lombarda, il fondatore di Wasp: «Conto di raddoppiare il fatturato»

Romagna | 03 Gennaio 2021 Cronaca
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«Veniamo da un anno di passaggio che inevitabilmente si porta dietro dubbi e incertezze. Ma i cambiamenti portano anche grandi speranze, per questo sono ottimista». Massimo Moretti nel 2012 ha fondato, insieme a un gruppo di giovani designer, Wasp, l’azienda di Massa Lombarda che progetta, produce e commercializza stampanti 3D made in Italy, in tutto il mondo. 
Come avete messo a frutto i tanti «stop» imposti dal 2020?
«Abbiamo dedicato molto tempo a migliorarci come azienda, sia nel prodotto sia nel servizio. Abbiamo depositato almeno cinque brevetti, anche se siamo un’azienda open source che punta a rendere collettivo e condiviso il sapere, non a tenersi per sé le nuove conoscenze. Purtroppo, però, siamo immersi in una cultura industriale vecchio stampo, per la quale senza brevetti non sei riconosciuto e non hai diritto a finanziamenti».
Ce ne racconta qualcuno, dei brevetti?
«Abbiamo iniziato a utilizzare, per le nostre macchine, dei materiali tecnici complessi come i polimeri plastici che in genere si usano solo nei settori più avanzati della meccanica. Abbiamo  sviluppato un sistema, il Firecap, che permette di stampare un tecnopolimero, il Peek, che fonde a 500 gradi, garantendo una stampa dei pezzi senza tensioni interne. Questo ci apre settori prima impensabili, come quello medicale più evoluto. Abbiamo anche inventato una stampante per la produzione in serie di oggetti, una novità che segna il passaggio dalla prototipazione alla produzione. Grazie a queste innovazioni sono nate altre novità nella stampa 3D, ad esempio una pompa che risucchia il vuoto mentre il nastro avanza e un piano di stampa microforato con un foro a cono per fare aderire l’oggetto al piano di stampa. Ma soprattutto, abbiamo brevettato la stampante per realizzare case in 3D. Le soluzioni ad oggi potrebbero essere due: una soluzione è creare una stampante più grande della casa, mentre l’altra è stampare la casa in blocchi, per poi montarla. Noi di Wasp abbiamo scelto una terza possibilità: un sistema di stampanti che comunicano tra loro senza interferire nella realizzazione della casa. Un sistema potenzialmente infinito che noi di Wasp abbiamo chiamato “The Infinite 3d printer Crane Wasp, a collaborative 3D printing system”».
Sembrerebbe fantascienza...
«Nulla di tutto ciò. Quando sei nell’innovazione, ti trovi ogni giorno a risolvere problemi che non ha mai risolto nessuno prima. Serve la determinazione e la costanza di dover trovare una strada efficace e comune».
A che cosa porterà, tutto quello che ha spiegato?
«Io mi aspetto di raddoppiare il fatturato. Quest’anno, pur mantenendo lo stesso personale, abbiamo sofferto per la mancanza delle fiere, per le università in Dad che non potevano collaborare con studenti e ricercatori in sede Wasp, per le aziende che non hanno investito. Nel 2021 andrà sicuramente meglio».
Guardando oltre, che cosa vede?
«Il sogno di costruire una casa che libera l’uomo dai bisogni, creata con la fabbricazione digitale. Ci interessa il processo, non il prodotto finale, perché è quello che si può replicare infinite volte. L’energia si produrrà con pale eoliche da plastiche riciclate, la stufa sarà stampata con l’argilla, ci sarà la fossa biologica. Insomma, un progetto nel quale ci sarà un condensato dei saperi dell’umanità. Ci vorranno ancora due anni per donare tutto questo al mondo intero». (s.manz.)
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