La vertenza sulla possibile chiusura dello stabilimento dell’Ortofrutticola del Mugello prosegue. Nei giorni scorsi le decine di lavoratrici e lavoratori della fabbrica marradese hanno ottenuto nuove attestazioni di vicinanza e stima a proseguire nella lotta. Una lotta iniziata ormai diverse settimane fa dopo che la proprietà, l’Italcanditi, a fine dicembre aveva evidenziato la volontà di chiudere lo stabilimento per portare la produzione nel bergamasaco.
Dopo una mobilitazione sindacale, politica, sociale il gruppo ha presentato una bozza di piano alternativo in cui oltre alla cessione dello stabilimento e macchinari al Gruppo De Feo, è stata stipulata con questo una partnership commerciale (per 10 anni) per la compravendita di semilavorati, che sarebbero prodotti a Marradi. Inoltre, sempre secondo la bozza di piano, sono previsti investimenti e nuove linee produttive. Oltre alla visita del presidente dell’Unione della Romagna faentina, Massimo Isola, di fronte ai cancelli dello stabilimento appenninico, dai quali ha sottolineato come «ho portato la vicinanza dell’Unione della Romagna faentina alle lavoratrici, ai lavoratori, al sindaco e alla comunità di Marradi impegnata e coinvolta in questa importante battaglia per mantenere in quel luogo il presidio produttivo della Ortofrutticola del Mugello, simbolo di una storia, di una cultura economica e civile di un territorio. Queste aziende, soprattutto in quei luoghi - ha ribadito - svolgono una funzione decisiva e determinante, tanto più in una fase di decrescita demografica nella quale stiamo entrando.
Quella battaglia, quindi, non riguarda solo chi è direttamente coinvolto ma è l’azione di tutto un territorio del quale anche noi facciamo parte» è arrivato anche il noto scrittore Carlo Lucarelli. Lo stesso ha rimarcato, durante la visita di domenica scorsa ha sottolineato nel presidio l’intenzione «di voler coinvolgere anche altri scrittori per raccontare questa storia». Ma non solo. La stessa Coldiretti Ravenna ha preso una netta posizione in favore del «mantenimento della produzione e dei posti di lavoro a Marradi». A portare solidarietà ma anche e soprattutto azioni concrete in favore di un presidio economico, sociale e agricolo importante per questa parte del territorio di confine è il presidente ravennate della sigla agricola Nicola Dalmonte. «E’ fondamentale - afferma - che Ortofrutticola del Mugello, in quanto storico punto di riferimento economico e occupazionale per residenti e castanicoltori dell’alta collina rimanga a Marradi e quindi che si eviti la delocalizzazione produttiva, ma al contempo, nelle more della vertenza che ha congelato il lavoro dei dipendenti a tempo indeterminato e delle maestranze stagionali, ci preme sottolineare la forte capacità di assorbimento di manodopera del bacino agricolo e agroalimentare ravennate. Questo - prosegue il numero uno della Coldiretti ravennate - si traduce concretamente nella disponibilità di molte realtà agricole, in primis dell’alta collina e del faentino, ad assumere la manodopera avventizia attualmente senza lavoro. L’agricoltura di qualità del nostro territorio - chiude il direttore di Coldiretti Ravenna Assuero Zampini - alla luce anche delle restrizioni Covid che hanno reso più complesso il reperimento di manodopera specializzata proveniente dall’estero e date le necessarie e indispensabili operazioni colturali già avviate in vista della buona riuscita delle campagne produttive 2022, è in grado di dare una risposta occupazionale forte e concreta atta da alleviare le difficoltà che stanno attualmente vivendo le maestranze della fabbrica di Marradi».