Mario Biondi canta al Socjale di Piangipane con l’Orchestra dei Giovani

Federico Savini
«Una causa nobile da sposare». Mario Biondi definisce così lo specialissimo featuring che venerdì 20 porterà il soulman italiano più famoso nel mondo a cantare al teatro Socjale di Piangipane, in uno degli eventi più attesi della stagione dei 100 anni del teatro, che vedrà insieme a Biondi l’Orchestra Dei Giovani di Ravenna, diretta da Franco Emaldi. Lo specialissimo Natale del Socjale riporta sul palco l’ensemble creato per sensibilizzare i più giovani alla bellezza del jazz e anche Mario Biondi si è lasciato sedurre da un esperimento così unico. Tra gli ospiti della serata non mancherà anche il fedelissimo percussionista di Biondi: il ravennate Luca Florian.
«Dell’Orchestra dei Giovani ho saputo da un amico che abita in zona - spiega Biondi -, me ne ha parlato e mi ha coinvolto. Sono attento alla valorizzazione di questo genere e dei giovani che s’avvicinano alla musica; questa di Jazz Network mi è sembrata una causa nobile da sposare. Così ho accettato di condividere il palco da ospite, in mezzo a giovani promess di questa musica meravigliosa che è il jazz».
Che repertorio suonerete?
«Canterò brani del mio repertorio recente e passato, tra cui un pezzo di Natale. Sarà un’occasione unica perché i pezzi sono stati arrangiati per big band da Tommaso Vittorini. Una miscela di novità che sono sicuro piacerà»
Come si rende interessante la canzone jazz per gli adolescenti di oggi, che si direbbero attratti da tutt’altro?
«Di solito è un genere che si impara ad apprezzare con l’età, si potrebbero fare molti discorsi sulla proposta musicale di oggi, ma non può essere l’unica causa di questa disaffezione. La sensibilizzazione potrebbe anzi partire dall’hip-hop, amatissimo dai giovani e con radici profonde nel jazz. Oggi anche molta elettronica utilizza campioni e suoni di matrice jazz. Ecco, una graduale presa di coscienza sul valore che ha avuto e continua ad avere il jazz sulla musica tutta potrebbe aiutare i più giovani a volerla capire. In questo non solo i conservatori, ma le stesse scuole potrebbero avere un ruolo».
Sta per tornare con un nuovo album…
«Uscirà in primavera. E’ un progetto totalmente nuovo ma che nello stesso tempo mi riporta alle origini, perché a suonare con me ci sono gli gli High Five Quintet, il mio gruppo storico. Tornare insieme a loro sperimentando però nuovi suoni e nuovi approcci è di grande stimolo. Non vedo l’ora di presentare il nuovo disco anche in Italia, in maggio, quando suonerò a Roma e Milano».