Marina, il titolare della Caveja: "Persi 200mila euro, ora a testa alta"
«Dopo 41 anni di lavoro, una situazione del genere non me la sarei mai immaginata. Ora però ci rimbocchiamo le maniche e ripartiamo, ottimisti». Bruno Biondi è il titolare, insieme alla moglie e al figlio, dello storico ristorante «La Caveja» di Marina di Ravenna, che è rimasto chiuso dal 10 marzo al 18 maggio a causa dell’emergenza Coronavirus: «Non lavorare e dover comunque sostenere le spese vive ci ha messo in difficoltà, anche perché oggi è molto diffuso il problema della mancanza di liquidità. I mesi primaverili sono ottimi per noi, appena nel fine settimana c’è il sole la gente si riversa sui lidi e, non essendo ancora attrezzata tra appartamenti e campaggi, va immancabilmente al ristorante. Credo che il mancato incasso si aggiri intorno ai 200mila euro, non parliamo certo di pochi soldi». Ciò nonostante, c’è voglia di fare: «Da quando abbiamo riaperto, ci sono stati due fine settimana di grande lavoro e qualcosa si muove anche nei giorni infrasettimanali. Non siamo spaventati dalle precauzioni Covid, la clientela sta tornando alla normalità. Ci preoccupa, invece, la grande disparità che da sempre avvertiamo rispetto agli stabilimenti balneari. Sono anni che sostengo come non sia giusto che i bagni possano fare ristorazione a pranzo e cena quando avrebbero modo di compensare con feste, eventi e aperitivi. Noi che viviamo di sola ristorazione ci siamo sempre sentiti messi da parte, in questo senso torno a chiedere che l’Amministrazione ci aiuti. Avevo proposto che gli stabilimenti potessero fare ristorazione a pranzo e lasciare a noi la cena ma l’idea non è stata ascoltata. Spero che questa nuova situazione sia l’occasione per tornare a parlarne, a Marina di Ravenna sono più i ristoranti che hanno chiuso, rispetto a quelli che hanno aperto». Intanto, per riorganizzare il personale, Biondi sta facendo girare i suoi nove dipendenti: «Li ho a regime tutti nel week end, mentre negli altri giorni li faccio turnare. La cassa integrazione ci ha dato una mano, ora guardiamo avanti, sufficientemente tranquilli, viste le premesse iniziali». (s.manz.)