Marina di Ravenna, l’edizione del decennale conferma Beaches Brew per capire il presente

Federico Savini
Essere una «finestra sulle avanguardie musicali» è da oltre un secolo una peculiarità vera della Romagna. La stessa storia del liscio, nato da auspici napoleonici nelle campagne dell’Ottocento romagnolo ma poi esploso grazie all’internazionalismo e all’edonismo della riviera nel Novecento, in qualche modo lo conferma, e sempre «in qualche modo» anche un festival contemporaneissimo come Beaches Brew, in programma con la decima edizione a Marina di Ravenna da lunedì 5 a giovedì 8 giugno, fa parte di quella «tradizione» che portando in questa terra turisti da tutto il mondo comprese ben presto la necessità di offrirgli svago musicale, stuzzicando le orecchie dei romagnoli con sonorità normalmente precluse a chi vive in provincia.
Dunque la decima edizione di Beaches Brew confermerà la vocazione al «talent scouting» di un festival che ogni anno porta in Italia, spesso per la prima volta, artisti destinati a emergere o, male che vada, a segnare un presente sempre più veloce.

GLI AIUTI
E soprattutto quello di quest’anno sarà un festival benefico, per aiutare – da Marina, città sostanzialmente risparmiata dalla calamità - chi con l’alluvione ha perso tutto. Il festival ha lanciato una campagna GoFundMe attiva fino alla fine della rassegna (8 giugno) e quanto raccolto verrà devoluto all’Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile dell’Emilia-Romagna. Inoltre, Beaches Brew devolverà il 25% di tutte le vendite di braccialetti e merchandising del festival.

GLI ARTISTI
Per i dettagli del programma vi invitiamo a «spulciare» fra gli appuntamenti qua sotto, ma l’unico consiglio sensato - dato anche un certo «esotismo» dei nomi in cartellone - è sempre quello di immergersi senza pregiudizio nei suoni di un festival che lunedì 5 partirà, come da tradizione, al molo di Marina, con una serata speciale dell’etichetta Bronson Recording e le esibizioni di Eugenia Post Meridiem, Trust The Mask, Idiom e Sleap-e.
Da martedì 6 a giovedì 8 il festival si sposterà negli spazi dell’Hana-bi, dove sarà possibile davvero scoprire un ampio ventaglio - ben 19 gli artisti coinvolti - delle sperimentazioni musicali più interessanti che agitano la scena underground internazionale. Si passerà dall’R&B intimo e sperimentale della producer losangelina Liv.e, alle sperimentazioni tra calypso, soca e elettronica occidentale dell’angolana Pongo, nuova diva del Kuduro (genere di musica dance elettronica nato negli anni 80 in Angol); dall’alt-folk rituale degli irlandesi Lankum, prodotti da Rough Trade, all’icona del rap underground dell’East coast Billy Woods, e ancora la violoncellista guatemalteca Mabe Fratti, il figlio di Wynton Jasper Marsalis, le folli contaminazioni tra death metal e tropicalismo firmate Chupame El Dedo, il country rock psichedelico della Rose City Band, il duo londinese O. che ha portato a nuova forma l’accoppiata sax/batteria grazie all’utilizzo di pedali, amplificatori e strumenti digitali e tanto altro.