Maria Pia Timo con Vito in scena con «La scienza in cucina» a Longiano

Romagna | 27 Ottobre 2017 Cultura
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Federico Savini
«Se La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene non fosse anche un libro divertente in sé, pieno di commenti arguti e di storie di vita vissuta, non l’avremmo preso in considerazione per una commedia teatrale. Saranno recitate anche delle lettere che Pellegrino Artusi scrisse di suo pugno proprio perché fanno ridere. Sono perfette, altrimenti non avremmo mai pensato al teatro». Maria Pia Timo ha ragione da vendere e non è un caso che un’attrice dalla vena comica come lei sia la prima a portare sul palcoscenico la figura iconica dell’Artusi, padre della cucina italiana, in uno spettacolo che debutterà venerdì 27 e sabato 28 al teatro Petrella di Longiano. L’Artusi, bollito d’amore, vedrà la Timo, nei panni della governante Marietta, di nuovo insieme a Vito, in un testo originale scritto da Roberto Pozzi (vignettista, membro storico della Metallugica Viganò, «bravo presentatore» di Wikipoz al Fontanone e tante altre cose) per la regia di Alessandro Benvenuti, un nome maiuscolo del teatro italiano, che la dice lunga sull’importanza dello spettacolo. Dopo il debutto lo spettacolo sarà al Celebrazioni di Bologna per tutte le festività natalizie e Capodanno, per venire poi proposto nei teatri nella prossima stagione. «E’ palpabile una certa attesa, qui a Longiano, anche solo per le prove - racconta Maria Pia Timo -. Si è già interessata la Rai, il nome di Artusi è molto evocativo di per sé».
Ma uno spettacolo sul gastronomo di Forlimpopoli mancava. Com’è nata l’idea?
«Con Roberto (Pozzi, nda), ne parlavamo già 3-4 anni fa, ma senza troppa convinzione, come a mo’ di boutade. La Scienza in cucina è un libro fantastico e poi lascia immaginare un rapporto divertente tra Pellegrino e Marietta. Ne parlammo con Vito e a lui, che è anche ristoratore, l’idea piacque al punto che, per farlo contento, Roberto scrisse a tempo perso il primo atto. A Vito è piaciuto molto e con la sua insistenza la cosa è cresciuta poco alla volta, evolvendo in un vero spettacolo».
Cosa ci si deve aspettare sul palco?
«Quando dico “vero spettacolo” devi prendermi sulla parola. Non solo io e Vito interpretiamo tre personaggi a testa, ma in scena ci sarà una cucina autentica dell’800, perfettamente funzionante, con pentole in rame, piume di struzzo e divanetto d’epoca. Il cantiere di questo spettacolo è stato lungo, ma sta dando frutti insperati, vedi anche i costumi. Parliamo di una grossa produzione».
Tant’è che dirige Benvenuti…
«Infatti! E’ stato coinvolto da Vito, che lo conosce bene e si sa che, per questo genere di spettacoli brillanti, è proprio un regista di livello superiore. Gli è piaciuto tantissimo il testo e si è messo al lavoro anche se i tempi erano già stretti. Anche noi, per intenderci, siamo arrivati sul luogo delle prove con il copione già imparato a memoria. Come regista Benvenuti è molto esigente ma è anche una persona di una gentilezza rara. L’indole “alta” del suo carattere la vedi da questo e dal fatto che questa gentilezza valga sempre per tutti, dagli attori protagonisti all’ultima maestranza»
L’idea di immaginare la governante Marietta dietro al libro è puramente scenica o è plausibile che l’Artusi sia stato aiutato?
«Marietta lavorava insieme al cuoco di casa Artusi, Francesco Ruffilli. E’ menzionata spessissimo nel libro e, anche se non posso dimostrarlo, io credo che a lei si debba veramente molto della sapienza culinaria riversata in quelle pagine».
Nello spettacolo c’è più Romagna o più Italia?
«La Romagna naturalmente c’è ma questo è uno spettacolo che racconta tutta l’Italia. La Scienza in cucina raccoglie ricette da tutto lo Stivale, è la sua grande forza e non è una provocazione sostenere che questo libro abbia contribuito a unificare la nazione più di tante altre cose. Se mia madre, che è pugliese, sapeva fare il ragù alla bolognese lo doveva ad Artusi, a chi altri?».
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