Lugo, «Rossini Open» tra Stravinsky, Verdi, Bach e Piazzolla

Romagna | 03 Settembre 2021 Cultura
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Seconda settimana «piena» di concerti per Rossini Open, il nuovo festival lughese dedicato in primis alla classica e a tutte le musiche affini (per lo meno in senso timbrico), tanto che, in attesa dell’opera barocca di Stradella prevista per il 10 settembre (e la vocazione del teatro Rossini, che con questo calendario viene «evocato» in attesa della riapertura, è precisamente questa), venerdì 3 si parte dal chiostro della Collegiata (sede della gran parte degli eventi) con il recital pianistico che Paolo Dirani ha dedicato tanto a Dante quanto a Bach. Sabato 4 inevitabile omaggio rossianiano (ma comprensivo anche di arie verdiane) con una serata interamente dedicata al bel canto, che avrà per protagonisti Jolanda Massimo (soprano), Dionigi D’Ostuni (tenore), Radoslaw Ungur (basso) e Richard Barker (pianoforte), mentre domenica 5 si partirà alle 11 nel cortile della rocca con il concerto degli allievi della scuola Malerbi. Alle 21 ritorno in Collegiata con uno degli appuntamenti più attesi del festival, ossia l’allestimento della leggendaria Histoie di Soldat di Igor Stravinsky (modernissimo capolavoro «riduzionista» del genio russo) con Francesco Bagnasco (violino), Ilaria Laruccia (clarinetto), Matteo Provendola (pianoforte) e il «musicattore» Luigi Maio.
«Rossini Open» tornerà martedì 7 con la chiacchierata pianista Gile Bae, impegnata nell’esecuzione di una pagina pianistica a dir poco monumentale: le Variazioni Goldberg di Bach; e c’è ben poco da aggiungere. Mercoledì 8 si cambierà scenario e nel giardino di Villa Malerbi è attesa la Toscanini Next (ensemble formato da giovani appena usciti dalle scuole di formazione che stanno costruendosi una carriera all’interno della grande orchestra regionale) per un concerto dedicato al repertorio di Giuseppe Verdi, cui farà seguito giovedì 9 il curioso esperimento di fusione «Se Bach avesse conosciuto il sax», durante il quale l’Exclusive Saxophone Quartet divagherà da Bach a Piazzolla, ricordandoci che - sebbene di tratti di uno strumento ottocentesco e quindi nato troppo avanti per la musica barocca - il sassofono venne pensato proprio per la musica classica, dove tuttora lo si utilizza, ma sempre con una certa parsimonia.
 
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