Lugo, Paolo Gagliardi racconta in un volume le «Vite Monumentali» dei lughesi più e meno illustri

Romagna | 02 Dicembre 2022 Cultura
lugo-paolo-gagliardi-racconta-in-un-volume-le-vite-monumentali-dei-lughesi-pi-e-meno-illustri
Federico Savini
«La memoria è la nostra ricchezza immateriale, non possiamo permetterci di disperderla. La Storia è linfa vitale delle nostre radici e della nostra identità. E in un Paese come l’Italia è un autentico patrimonio». C’è n’è tanta di Storia con la S maiuscola, così come sono numerosissime e non meno interessanti le storie, al plurale e minuscolo, raccolte nelle oltre 400 pagine in formato A4 di Vita Monumentali (Tempo al Libro), nuovo ponderoso volume che Paolo Gagliardi - poeta con una grande passione per questi temi, nonché presidente dell’associazione Storia e Memoria delal Bassa Romagna - presenterà all’Ala d’Oro di Lugo nella serata di venerdì 2 dicembre. Nel libro vengono raccontate, con compendio di oltre 500 fotografie, un’ottantina di «vite illustri» di lughesi che si sono meritati un posto nella storia della città e non soltanto. E che sono sepolti proprio a Lugo.
«In un certo senso questo libro “comincia a nascere” dieci anni fa - racconta Gagliardi -. Era una giornata nebbiosa, pensai che fosse il clima idea per immortalare in foto il nostro cimitero, ma una volta lì mi accorsi più che altro di che razza di personaggi fosse sepolti qui. Negli anni ho quindi raccolto materiale e scritto storie su di loro, aiutato da Mauro Antonellini, Giovanni Galdini, Bruna Bertini, Giacomo Casadio e Andrea Valentinotti, i cui contributi rappresentano circa un 10% del volume».
Cosa c’è da aspettarsi dal libro?
«Storie di persone e personaggi. Li distinguo perché ovviamente da una parte abbiamo le figure arcinote come Baracca, Aurelio Baruzzi, Leo Longanesi, Balilla Pratella e gli altri futuristi, ma dall’altro annovero storie di figure meno note, la cui fama non ha valicato i nostri confini ma la cui vita non è meno interessante di quella dei primi».
Ad esempio, la memoria di chi potrebbe sfuggire al lughese di oggi?
«Tra le figure di cui ho scritto con maggiore trasporto c’è senz’altro Alfredo Giovannini, la cui vita rocambolesca interesserebbe anche a Pupi Avati per un film, lo scrive proprio lui in una lettera! È noto soprattutto come antifascista, di fatto si arruolò tre volte e per tre volte fu disertore, poi ha fatto il prestigiatore in giro per l’Europa, riuscendo persino a vendere la polvere che raccattava per strada in bustina come rimedio per i pidocchi… E come se non bastasse fu u atleta di livello nazionale, oltre che il fotografo che documentò la Lugo occupata dai tedeschi. Il suo lavoro è stato portato avanti da Paolo Guerra, di cui pure ho scritto. E poi c’è Giovanni Della Cuna, noto soprattutto per via della Madel della quale però io quasi non parlo, preferendo raccontare della sua infanzia. Fu uno dei 13mila bambini della “quarta sponda”, i figli dei coloni della Libia che vennero fatto rientrare in Italia per una vacanza pagata dallo Stato, ma il viaggio coincise con l’entrata in guerra e così questi bambini rimasero senza famiglia per anni…».
Ci sono poi figure ancora più locali…
«Sì, alcune storie sono belle in sé e utili come “pretesti” per raccontare la storia di Lugo. Ad esempio il dottor Francesco Scardovi ebbe una vita eccezionale perché morì ultracentenario nel 1911 e questo oltre mezzo secolo dopo aver curato i malati di colera nel 1855, che così sono documentati anche sul libro. Attraverso Emma Randi racconto la tragedia del polverificio, di cui era proprietario il fratello di Emma, che 1925 causò la morte di 16 persone, 15 delle quali donne. Per molti aspetti è l’8 marzo della Bassa. Poi scrivo di Maria Teresa Guerrini, morta a 16 anni il 9 aprile del 1945 a causa dei bombardamenti a Cà di Lugo, nella giornata in cui persero la vita un quarto dei lughesi deceduti nel corso dell’intero conflitto. E poi c’è Luigi Gallignani, morto lo scorso 14 maggio, lo stesso giorno di mia moglie, a cento anni e dopo una vita avventurosissima, che lo vide arruolarsi in marina nel ’42 e naufragare ben tre volte. Catturato dai tedeschi, non aderì alla Repubblica Sociale, fuggendo dai campi di concentramento due volte. Dopo la guerra lavorò nei pezzo petroliferi in Sudamerica, poi rientrato a Lugo alternava il lavoro in officina con il volontariato da vigile del fuoco e l’insegnamento della saldatura alla scuola serale dei Salesiani. Nel resto del tempo “andava a morosa”…».
Come si dissotterrano queste vicende?
«Con la consapevolezza che la Storia ci gira intorno. Un gruppo di giapponesi l’anno scorso è venuto a Lugo solo per vedere il busto di Ricci Curbastro al liceo. E poi con operazioni di valorizzazione territoriale più attente. Un esempio toponomastico: tutti i lughesi pensano che il Manzoni del viale sia quello dei Promessi Sposi, invece è Giacomo Maria Manzoni, politico e bibliofilo. Basterebbe aggiungere il suo nome per solleticare una curiosità. Io inserirei dei qr code con il rimando al sito di Storia e Memoria della Bassa Romagna. Il punto è che dobbiamo sprovincializzarci da noi».
E' previsto un seguito?
«L’anno prossimo. Pubblicheremo le Vite Monumentali dei personaggi delle frazioni di Lugo e degli altri otto comuni della Bassa Romagna».
Compila questo modulo per scrivere un commento
Nome:
Commento:
che interessante il tuo libro.Congratulazioni Io vivo all estero.Dimmi come aquistare una copia?
Commenta news 28/12/2022 - anna Laura Rustichelli
Settesere Community
Abbonati on-line
al settimanale Setteserequi!

SCOPRI COME
Scarica la nostra App!
Scarica la nostra APP
Follow Us
Facebook
Instagram
Youtube
Appuntamenti
Buon Appetito
Progetto intimo
FuoriClasse
Centenari
Mappamondo
Lab 25
Fata Storia
Blog Settesere
Logo Settesere
Facebook  Twitter   Youtube
Redazione di Faenza

Via Severoli, 16 A
Tel. +39 0546/20535
E-mail: direttore@settesere.it
Privacy & Cookie Policy - Preferenze Cookie
Redazione di Ravenna

via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it

Pubblicità

Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna
Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it

Credits TITANKA! Spa
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90).
Contributi incassati

settesere it notizie-romagna-lugo-paolo-gagliardi-racconta-in-un-volume-le-vite-monumentali-dei-lughesi-piu-e-meno-illustri-n36608 005
Licenza contenuti Tutti i contenuti del sito sono disponibili in licenza Creative Commons Attribuzione