Lugo, le priorità dei candidati sindaco Barone, Randi, Valgimigli e Zannoni

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Il Comune più grande della Bassa Romagna arriva alle elezioni amministrative dopo il doppio mandato di Davide Ranalli. Alle urne i cittadini potranno scegliere tra Francesco Barone, candidato della coalizione di centrodetra, l’indipendente Enrico Randi con la lista «Noi con Enrico Randi», il candidato de «I Comunisti» nonché ex assessore Secondo Valgimigli ed  Elena Zannoni, anch’essa ex assessora e candidata del centrosinistra.

Quali sono le tre priorità del vostro mandato sulle quali cerchereste di intervenire fin dai primi mesi?
Francesco Barone: «Le priorità dei primi mesi saranno il rafforzamento della sicurezza del territorio, con interventi mirati di manutenzione. Poi l’aumento del numero di passaggi settimanali per la raccolta porta a porta della plastica: la gestione dei rifiuti è una priorità fondamentale per i cittadini, che oggi sono in difficoltà per i passaggi di raccolta della plastica che non sono settimanali. Poi c’è il rafforzamento della sicurezza urbana, una priorità assoluta. Intendo adottare misure concrete per rafforzare la sicurezza, aumentando la presenza di forze dell’ordine nei quartieri, migliorando l’illuminazione pubblica e potenziando la videosorveglianza. Vanno poi costituiti tavoli permanenti con le associazioni presenti sul territorio per porci gli obiettivi che dovremo conseguire nei 5 anni di mandato e condividere quella che sarà la strada verso il miglioramento».
Enrico Randi: «Evitare alluvioni, quindi messa in sicurezza del territorio, pulizia dei fiumi che ad oggi sono ancora foreste, come ho documentato in uno dei miei video. C’è da rivedere totalmente l’edilizia e l’urbanistica della città, eliminando inutili vincoli. Sfoltire la burocrazia e concedere permessi e autorizzazioni a favore dello sviluppo economico e del benessere dei cittadini. Terzo punto: ridiscutere il contratto con Hera per la gestione dei rifiuti. Rivedere la Tari e andare ad un confronto con i dirigenti Hera per capirne le (in)competenze, come sono stati assunti, con quali titoli ed esperienze».
Secondo Valgimigli: «Riprendere in mano il rapporto col cittadino e ricostruire dal basso un sistema di partecipazione efficace. Proporremo l’elezione diretta dei componenti delle Circoscrizioni, per riportare in capo alle stesse qualsiasi scelta dell’amministrazione sul territorio di competenza, con l’obbligo di informare i cittadini, che potranno esprimere in quella sede il proprio parere. Vogliamo arrivare ad una sorta di bilancio partecipato sulle priorità evidenziate dai cittadini. Molte forze politiche in questi anni rivendicavano la modifica del regolamento, noi riteniamo che sia come la Costituzione: vada applicato! Poi c’è la Sanità, fondamentale, visto che è un servizio pubblico. Prima di qualsiasi scelta sulla Sanità pubblica si deve passare attraverso un dibattito e un voto del Consiglio Comunale, che autorizzi il sindaco a portare alla Conferenza Interprovinciale Sanitaria il deliberato del Consiglio. Oggi tutto viene delegato ai dirigenti. Soldi pubblici alla sanità pubblica per il recupero dei tagli degli ultimi decenni nell’Ospedale di Lugo. Il terzo punto è lo stop alla costruzione di ipermercati. Vanno incentivati i servizi di prossimità, specie nelle frazioni, favorendo la nascita di attività e agendo sulla fiscalità comunale. Un esempio: Imu e Tari, destinando anche spazi pubblici per nuovi insediamenti».
Elena Zannoni: «Completare interventi già in fase di realizzazione: i progetti finanziati col Pnrr (Auditorium e asilo Corelli), i ripristini finanziati con i fondi alluvione (strade e piazza Garibaldi), le casse di espansione (raddoppio Golfera, Voltana e Lugo Sud), la palestra di via Macello Vecchio, piazza XIII Giugno. Una mappatura del patrimonio pubblico e privato servirà per comprendere quali investimenti occorrano per riqualificare alcuni edifici e realizzare tanti progetti: spazi per i giovani, sale studio, sedi associative, parcheggi. Ancora prima, con gli altri sindaci andranno definite le strategie di lavoro nell’Unione dei Comuni. Tra i temi che i cittadini chiedono di porre ai tavoli sovracomunali ci sono: riduzione delle liste d’attesa, orari di apertura dell’assistenza pediatrica e miglioramento di raccolta rifiuti, pulizia strade e parchi».

Quali sono, invece, i temi e gli interventi che intendete sviluppare nel medio-lungo periodo, sul territorio, nei prossimi cinque anni?
Francesco Barone: «Ci concentreremo su tre importanti temi a medio-lungo termine, a partire dal completamento del bacino di laminazione a Lugo Ovest, cruciale per garantire la sicurezza idraulica del territorio e proteggere la comunità dalle alluvioni. Poi la creazione di un presidio in centro a Lugo e l’assunzione di altri agenti della Polizia locale, per migliorare ulteriormente la sicurezza urbana e rafforzare il senso di protezione dei cittadini. Va anche modificato il contratto con Hera, per fare in modo che il servizio risulti efficiente e in linea coi bisogni dei cittadini».
Enrico Randi: «Mercato, fiere ed eventi: il rebranding di “Lugo città mercato”. Organizzare iniziative in grado di attrarre un commercio vivace, nuove attività commerciali, imprese e consumatori. Stanno nascendo nuovi modelli di turismo e “Noi” vogliamo abbracciare la modernità a favore dell’economia locale. Abbiamo grandi idee per creare “attrazione” a costi contenuti. Non ci aspettiamo che Lugo diventi meta di vacanze, ma ci aspettiamo che una sosta di una giornata debba far gola a tutti: attività stimolanti, libera fruizione dei luoghi storici e museali, ristorazione fiorente, negozi di alta fascia, parcheggi semplici. Tutte queste opportunità devono esserci. La nostra visione di “Lugo città mercato” è una città economicamente forte, che deve andare di pari passo con una Sanità forte e un ospedale ben servito. “Noi” non vogliamo contribuire al disfacimento della sanità in Bassa Romagna, come da programma Pd. Oggi l’ospedale è in sofferenza, per “Noi” è importante il suo potenziamento (ad es. apertura di nuovi reparti), perché dovrebbe servire tutta la Bassa Romagna (siamo più di 100 mila abitanti)».
Secondo Valgimigli: «Bisogna riappropriarsi della gestione dei servizi pubblici. Hera nacque per riunificare i vari consorzi operativi sul territorio; questo doveva portare vantaggi economici. Oggi Hera è un istituto che gestisce appalti e subappalti e non fa più gestione diretta del servizio. Siamo per riportare alla gestione diretta tutta una serie di servizi esternalizzati negli ultimi anni. Poi vanno migliorate le infrastrutture: viabilità; piste ciclabili; vanno ripresi i rapporti con le associazioni di categoria (Cna, ConfArtigianato, ConfEsercenti e Ascom), coinvolgendole nelle scelte; serve miglior coordinamento tra le forze dell’ordine per un maggiore controllo. Infine, creare un sistema turistico, offrendo spazi pubblici per mettere in rete l’immane patrimonio culturale pubblico e privato, in accordo con gli Enti preposti».
Elena Zannoni: «Ci sono interventi su cui sarà necessario concentrare molte risorse. La piscina e lo stadio, innanzitutto. La piscina è un impianto datato, necessario per un intero comprensorio, fondamentale per salute e benessere. Immagino un comparto tutto dedicato allo sport, a lugo Est, collegando queste strutture con le altre della zona. Poi c’è il Piano Urbanistico Generale e la riorganizzazione di alcune aree strategiche, come la zona artigianale. E la pianificazione della Lugo del futuro: dallo sviluppo economico alla transizione ecologica, dall’incentivazione alle ristrutturazioni alla mobilità, soprattutto dolce, da e per le frazioni, verso i luoghi di lavoro. Ho quaderni di appunti raccolti parlando con persone, imprese, associazioni; c’è moltissimo da fare».

Caro-vita e povertà. Come li si può affrontare con gli strumenti di un Comune?
Francesco Barone: «Combattere povertà e caro-vita a livello comunale richiede una combinazione di misure immediate e interventi strutturali a lungo termine. È essenziale un impegno continuo e una collaborazione stretta con tutte le parti interessate, inclusi i cittadini, le imprese e le associazioni che svolgono già un lavoro encomiabile».
Enrico Randi: «A Lugo ci sono circa 500 famiglie non abbienti senza reddito da lavoro, ma fortunatamente ci sono parecchie associazioni di volontariato che fanno un lavoro fantastico. Noi crediamo che il Comune possa supportare e guidare il loro lavoro, concedendo spazi utili, informatizzando i processi, interessandosi delle famiglie meno abbienti, ma soprattutto creando un sistema informatico condiviso che aiuti queste persone a cercare e trovare un’occupazione».
Secondo Valgimigli: «Vedi prossima risposta».
Elena Zannoni: «Nell’Unione c’è già un’importante rete di servizi. Certo, le risorse non sono infinite, ma si può lavorare in modo sussidiario con volontariato, reti informali, caregiver. I contributi per garantire l’accesso al sistema educativo, l’inclusione delle persone con disabilità, la cura degli anziani. La povertà va affrontata in primis rispondendo agli effetti della crisi, supportando le famiglie nel momento del bisogno e tutelando i più fragili. È però miope agire solo sui “sintomi”: bisogna curare lo sviluppo di un territorio che possa offrire lavoro e opportunità: raccordare aziende e formazione, famiglie e lavoro, giovani e impresa. E fare attenzione che sia un lavoro tutelato, sicuro, a misura d’uomo».

Che ruolo ha l’associazionismo nel vostro Comune e come si può sostenere il rinnovo generazionale?
Francesco Barone: «L’associazionismo svolge un ruolo cruciale nella vita di un Comune, contribuendo a coesione sociale, promozione culturale e partecipazione attiva dei cittadini. Sostenere l’associazionismo e favorire il rinnovo generazionale è fondamentale per mantenere viva e dinamica la comunità. Un Comune attivo può creare un ambiente favorevole alla partecipazione dei giovani, valorizzando il contributo delle associazioni. Vogliamo creare la consulta dei giovani proprio per poter prendere coscienza di quelli che sono i loro bisogni e far sì che anche loro riescano a ritrovare interesse nella gestione della cosa pubblica».
Enrico Randi: «Noi pensiamo che molte associazioni facciano quello che dovrebbe fare il Comune, mentre dovrebbero essere solo di supporto a una solida programmazione comunale e avere i finanziamenti comunali necessari in vari ambiti: sport e cultura, studio, welfare, etc... Vogliamo “svecchiare” questa città che sta diventando sempre più inospitale per le nuove generazioni, che sempre più frequentemente migrano. Per noi i giovani sono il motore del rilancio di Lugo! Lugo ha bisogno del loro supporto in termini di idee e progettazione, anche per questo la nostra lista è ben nutrita di giovani e giovanissimi».
Secondo Valgimigli: «Le organizzazioni di volontariato compiono il lavoro di supporto ai settori più deboli della popolazione, nonché di supplenza alle mancanze dello Stato: supporto ai disabili e alle loro famiglie, aiuto alle donne che soffrono la violenza maschilista-patriarcale, ai giovani, accoglienza ai migranti per una giusta integrazione, senza ledere la loro cultura e religione. Siamo per il volontariato laico, inclusivo, libero da ogni settarismo. Non è appropriato parlare di rinnovo generazionale, non siamo per rottamare le generazioni, il volontariato è una donna-uomo con alti valori etici e sociali, si acquisisce con la cultura della difesa dei diritti, all’interno della famiglia che consegna ai suoi figli i valori universalmente condivisi e da qui nascono i nuovi volontari».
Elena Zannoni: «Sento dire che i giovani non fanno volontariato. Eppure durante l’alluvione ho visto tanti giovanissimi aiutare alla mensa del Pala Sabin e fare le pulizie. E migliaia di giovani spalare il fango nelle case. Poi vedo le magliette gialle, a Ravenna. Insomma, i giovani fanno volontariato. Bisogna capire cosa li appassiona e li fa sentire utili. L’associazionismo è il collante di una comunità, spesso riempie spazi lasciati vuoti dalla rete familiare e dal Pubblico: distribuisce pasti, raccoglie fondi, si occupa di disabili, di donne. L’associazionismo culturale organizza eventi, tiene viva la città diffusa, anima parchi e piazze. La mia attività politica è partita con le associazioni studentesche e poi il volontariato ha segnato la mia vita adulta, dalle accoglienze da Chernobyl all’ospitalità dalle zone terremotate, per arrivare al Pala Sabin durante l’alluvione».
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