Lugo, il Rossini torna «Open» con la musica e riparte dalla prosa con Boni e Castellitto

Romagna | 05 Luglio 2022 Cultura
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Federico Savini
«Il principale obiettivo del 2022 sarà quello di ritessere le relazioni con gli abbonati». Davide Ranalli parla da sindaco di Lugo, certo, ma soprattutto da presidente e componente del Cda della Fondazione Teatro Rossini nel presentare le due nuove stagioni che segneranno la ripartenza vera del teatro più antico della provincia (tra quelli ancora in attività) dopo tre anni di stop, dovuti come noto più ai lavori di ristrutturazione che non alla pandemia.
Ufficialmente riaperto al pubblico dallo scorso giorno di Sant’Ilaro, e col concerto di David Fray, il Rossini ora dovrà anzitutto recuperare quella fiducia e quell’affezione che la città ha avuto per decenni nei confronti di un teatro prezioso e sempre molto attivo, che arrivò ad avere anche quattro recite a spettacolo, mentre oggi per la prosa ne prevede di base tre, allargate a quattro per gli spettacoli più attesi.
«Per quanto riguarda la prosa – dice Ranalli – abbiamo scelto di non discostarci troppo dal passato, puntando su una stagione di prosa “vera e propria”, nella linea della continuità con la storia del Rossini, mentre il cartellone musicale di Rossini Open presenterà diverse novità, a cominciare dal fatto che si terrà tutto dentro il teatro. Ci ha permesso di ri-accedere ai fondi del Fus ed è nostra intenzione mantenerne alta la qualità e anche la “densità”, con 18 eventi in 60 giorni, fra ottobre e novembre, portando così i lughesi a rinvendire quell’amore per il teatro che hanno sempre avuto».
Insiste in particolare sulle collaborazione con il resto del tessuto culturale della città l’assessora Gallegati, che garantisce l’avviamento «di collaborazioni con gli istituti culturali, la biblioteca e soprattutto le scuole. Tre anni senza teatro sono trascorsi in un silenzio assordante, ora riprenderemo le fila di tutti i rapporti sinergici fra le realtà sensibili di questo territorio».
 
LA PROSA
A fine ottobre un gigante del teatro italiano come Franco Branciaroli riporterà il teatro di prosa sulle assi del Rossini con Il mercante di Venezia di Shakespeare, per molti versi una «citazione» della «storica apertura al pubblico di questo teatro nel 1759 – spiega il direttore Giovanni Barberini -. Allora si partì con la musica, in particolare con Il Mercato di Malmantile, ma resta il richiamo al mercato, che in una città come la nostra è benaugurale».
A metà dicembre Amanda Sandrelli sarà protagonista di Lisistrata, classica commedia contro la guerra che arriva da Aristofane e dunque dagli albori del teatro stesso. Quattro recite sono previste invece, a metà gennaio, per Zorro, monologo di Margaret Mazzantini portato in scena dal grande Sergio Castellitto, alle prese coi pensieri di uno spiantato e con le sue letture sulla vita precluse ai conformisti e ai poveri di spirito. Non troppo lontano il tema portante dell’epocale Don Chisciotte di Cervantes, portato in scena da Alessio Boni, che condividerà il palco con Serra Yilmaz. Un altro spettacolo di grande richiamo, che necessita di ben poche presentazioni.
In marzo toccherà il Rossini una delle più importanti compagnie italiane, il Teatro dell’Elfo, con Elio De Capitani e Ferdinando Bruni alle prese con Diplomazia, testo di Cyril Gely ispirato a una vicenda reale di enorme rilievo storico, quella di un console che dissuade un generale dell’esercito tedesco dall’eseguire l’ordine impartito da Hitler di radere al suolo Parigi.
A fine marzo a Lugo sarò di scena Claudio Casadio nei panni drammatici e teneri insieme dello stralunato Oreste, mentre fuori abbonamento l’8 marzo è in programma I treni della felicità di Laura Sicignano, in ricordo del contributo che la neonata Udi (Unione Donne Italiane) diene nell’immediato Dopoguerra a far trasferire decine di migliaia di bambini dai luoghi di maggiore miseria verso un domani più prospero nelle regioni italiane meno segnate dal conflitto.
Da segnalare che torneranno anche gli incontro del Rossini, occasioni speciali per il pubblico per poter incontrare attori e registi alle 18 in una delle sere di spettacolo.
 
ROSSINI OPEN
A inaugurare per davvero il nuovo corso del teatro di Lugo sarà però la musica, con la riproposizione - per il secondo anno e per la prima volta all’interno del teatro - di «Rossini Open», una stagione «a tutti gli effetti di musica classica, o per meglio dire colta – spiega il direttore Barberini -, che però prevede tante contaminazioni con altri generi e altre arti. Ad esempio apriremo il 6 ottobre con il grande jazz di Mike Westbrook, decano del jazz britannico che con la sua orchestra di 25 elementi rimetterà mano ai suoi esperimenti sulla musica di Rossini, declinandola in chiave jazz e rock. E ne proporrà una versione “reloaded” proprio per noi».
L’85enne maestro britannico aprirà una stagione di 18 appuntamenti, con altri grandi nomi come quello della pianista italiana Beatrice Rana, acclamata in tutto il mondo e protagonista il 2 novembre di un recital imperniato su Skrjabin, Chopin e Beethoven. Si passerà dalla musicologia pura di Giovanni Bietti (il 10 ottobre, gratuitamente, alle prese con le affinità tra Verdi e Rossini) alle orchestre della nostra regione, come la Cherubini (il 16 ottobre e il 3 novembre su Rossini) e la Toscanini (il 22, sempre su Rossini, e poi Haendel e Beethoven; il 30 novembre su Beethoven e Mozart). Il 25 ottobre saranno ricordati i cent’anni di Luigi Squarzina, protagonista del teatro italiano del novecento di origini lughesi (in particolare il nonno era il provveditore agli studi della città), che sarà omaggiato da Massimo Popolizio con la lettura di alcuni passi della sua commedia «Tre quarti di luna», dunque non appuntamento non musicale, così come non completamente musicale sarà la serata poetica del 5 novembre con l’orchestra Toscanini impegnata nelle musiche che Silvia Colasanti ha tratto dai versi di Mariangela Gualtieri, impegnata alla voce narrante in prima persona. Un altro centenario sarà celebrato il 9 novembre; si tratta del secolo di raffaello DE Banfield, importante uomo di teatro triestino, anche direttore del festival dei Due Mondi di Spoleto del quale sarà riportata in scena l’opera Colloquio col tango, con versi poetici di Rilke. Il legame storico con Lugo si deve al fatto che il padre di Raffaello è quel Goffredo De Banfield passato alla storia come grande rivale nei cieli di Francesco Baracca.
Oltre a Beatrice Rana, «Rossini Open» prevede l’esibizione di altri grandi solisti, come il mezzosoprano Daniela Pini il 16 novembre in un programma rossiniano… ma non troppo, mentre il tenore lughese Carlo Vistoli festeggerà nel teatro della sua città i dieci anni di una carriera ormai internazionale il 24 novembre in un recital di musiche di Haendel, Vivaldi, Mozart e l’ineludibile Rossini.
 
 
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