Lugo, il «Guglielmo Tell» secondo Mike Westbrook apre «Rossini Open»
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Per più d’un verso sarà la «vera» inaugurazione della nuova vita del teatro Rossini di Lugo il concerto della Uncommon Orchestra che Mike Westbrook dirigerà nella città di Baracca a qualche mese dalla riapertura al pubblico in maggio (allora suonò il pianista David Fray), soprattutto perché in questo caso si darà il via all’attività teatrale vera e propria, dopo circa tre anni di chiusura. E per di più prenderà vita in un assetto «definitivo», dopo l’esperimento all’aperto del 2021, la rassegna «Rossini Open», cartellone musicale del teatro di Lugo di sembianze «festivaliere» (una ventina di concerti in meno di due mesi di programmazione) e che per più di un verso prenderà il posto del Lugo Opera Festival e del discusso Purtimiro, puntando alla musica classica ma nell’accezione meno «seduta» possibile.
Non a caso, il concerto d’apertura avrà per protagonista l’86enne Mike Westbrook, ma questo fondamentale prim’attore della scena jazz inglese creativa dalla fine degli anni ’60 in avanti occuperà a pieno titolo il podio del teatro lughese poiché fu tra i primi, a metà degli anni ’80, a mettere il suo estro creativo, i suoi arrangiamenti spregiudicati e il talento dei suoi musicisti di estrazione improvvisativa al servizio dell’opera di un compositore che a Lugo a lasciato più di qualche traccia: Gioacchino Rossini.
E così «Rossini re-loader» sarà il concerto che segna il nuovo avvio della programmazione del teatro, con la Uncommon Orchestra di 19 elementi (tra cui la cantante Kate Westbrook, e sassofonisti di primo piano come Peter Whyman e Alan Wakeman). Questo concerto riprende proprio il lavoro che Westbrook dedicò alle più note partiture rossiniane quasi quarant’anni fa e sarà un modo per provare sulla pelle (e attraverso i padiglioni auricolari) l’ebbrezza della revisione di un genio creativo come quello rossiniano, riassaporandone le melodie e gli slanci in nuove versioni, nel contempo audaci ma anche testimoni di un altro pezzo di storia, quello forse più glorioso vissuto dalla musica creativa nel secondo Novecento, quando non ci si poneva alcun limite espressivo, di budget e di avventura.