Lugo, Gergiev dirige l'orchestra del Teatro Mariinsky

Romagna | 27 Luglio 2020 Cultura
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Lunedì 27 luglio, alle 21.30 al Pavaglione di Lugo per il Ravenna Festival, Valery Gergiev dirigerà l'Orchestra del Teatro Mariinsky in un un programma «lungo un secolo», da Rossini a Prokof'ev, passando per Mendelssohn e Debussy.
La compagine russa più antica e apprezzata al mondo. E il suo direttore musicale, Valery Gergiev, che da 32 anni cura con precisione chirurgica il suono di ogni elemento dell'Orchestra del Teatro Mariinsky. C'è tutto per una grande serata di musica nell'ultimo appuntamento sinfonico di Ravenna Festival, un evento speciale che ha arricchito il già nutrito cartellone di quest'anno e che il 27 luglio alle 21.30 occuperà lo spazio settecentesco del Pavaglione di Lugo. Dopo l'omaggio beethoveniano con l’Orchestra Cherubini a giugno, Gergiev ritorna con un programma che esalta le qualità e le agilità della sua orchestra: dall'Ouverture della Cenerentola di Gioachino Rossini alle coloristiche suggestioni del Preludio al pomeriggio d'un fauno di Claude Debussy, assieme a due capolavori come la Sinfonia n. 4 di Felix Mendelssohn-Bartholdy, «Italiana», e la Prima Sinfonia di Sergej Prokof'ev, detta la “Classica” per il suo dichiarato omaggio al classicismo viennese e a Franz Joseph Haydn.
1817-1917. Passa un secolo esatto dalla prima assoluta della Cenerentola di Rossini alla stesura della Sinfonia «Classica» di Prokof'ev, un arco temporale che abbraccia Restaurazione e Rivoluzione, una tensione che si avverte nitidamente nella pagina del compositore russo, impegnato a cercare una sintesi tra il classicismo di Haydn e uno stile personale, fatto di humour e spunti ritmici tipicamente novecenteschi. Quasi un diario di viaggio è invece la Quarta Sinfonia di Mendelssohn, presentata a Londra nel 1833, due anni dopo il suo grand tour in Italia: in questa pagina piena di slanci c'è spazio per ogni emozione, dai colori mediterranei del primo movimento al clima di meditazione notturna del nostalgico Andante con moto, fino al trascinante Saltarello finale. Suggestioni poetiche derivate da Stephane Mallarmé e seduzioni timbriche si fondono invece nel Preludio al pomeriggio di un fauno del 1894, il primo grande capolavoro sinfonico di Debussy che con questo poema musicale apre di fatto la grande ricerca timbrica del Novecento.
L'ispirata e trascinante leadership di Valery Gergiev come direttore artistico e generale del Teatro Mariinsky ha portato i musicisti pietroburghesi in 45 paesi. Attualmente, Valery Gergiev è anche direttore principale della London Symphony Orchestra e nel 1998 è succeduto a Georg Solti come direttore della World Orchestra for Peace. Lo stesso Solti aveva riconosciuto Gergiev come suo successore naturale. Nato a Mosca nel 1953, Valery Gergiev ha studiato direzione con Ilya Musin al Conservatorio di Leningrado. All'età di 24 anni fu il vincitore del Concorso Herbert von Karajan a Berlino e fece il suo debutto alla Mariinsky Opera un anno dopo, nel 1978, dirigendo Guerra e pace di Prokof'ev. Nel 2003 ha guidato le celebrazioni per i 300 anni della fondazione di San Pietroburgo e ha aperto la stagione della Carnegie Hall di New York con la Mariinsky Orchestra, il primo direttore russo a farlo da quando Čajkovskij ha tenuto il concerto inaugurale della sala nel 1891.
L'Orchestra del Teatro Mariinsky è un pilastro della vita musicale russa. La sua storia risale a oltre duecento anni fa, alla prima orchestra d'opera imperiale di San Pietroburgo. Nel corso dei decenni, è stata diretta dai più importanti musicisti, direttori e compositori della storia, da Hector Berlioz a Sergej Rachmaninov, accompagnando le tappe fondamentali della musica russa e facendosi conoscere in leggendari tour europei. Il livello professionale dell'Orchestra è cresciuto esponenzialmente grazie alla devozione dei suoi musicisti, molti dei quali sono diventati famosi anche al di fuori del Teatro. Nel 1978 il Teatro Mariinsky (allora ancora Kirov) nominò direttore musicale Valery Gergiev. Con il suo arrivo, il repertorio dell'Orchestra si è ampliato in modo significativo, arrivando a includere il melodramma italiano e il teatro wagneriano.

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